Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 5 dicembre 2012

Accadde domani

Mons. Giovanni Cattellani, Vescovo di Novara

La stazione di Novara viene raggiunta dal treno su cui viaggiano i nostri abbastanza velocemente e senza intoppi.
Dalla stazione al palazzo vescovile il passo è breve: qui il gruppo incontra subito il Vescovo, Mons. Giovanni Cattellani, per chiedere lumi sulle sue necessità.
Il Mons. Si dice lieto del rapido arrivo del gruppo e senza perdere tempo dipana la matassa; si tratta di due distinti incarichi.
Il primo, suggellato anche dalle pressioni e dalla volontà nientemeno che del Sommo Gregorio Santarosa (che pare anzi aver suggerito e quasi caldeggiato al Vescovo la scelta proprio di Padre Bastiano per questa indagine), consiste nell’indagare sul paese di San Marco, sito all’estremo nord della diocesi, in zona pedemontana; il problema è che da alcuni mesi non si hanno più notizie ne contatti col paese e di conseguenza non si ha più nemmeno l’ombra delle sacrosante decime da pagare al Vescovo… quindi si dovrà semplicemente andare la e capire cosa sia accaduto.
Il secondo incarico viene invece direttamente da Mons. Cattellani, il quale chiede personalmente aiuto al gruppo perché pare che, in un altro paesello ai margini della sua problematica diocesi, Pieve San Michele, stia serpeggiando la pericolosa e blasfema diceria che addirittura un diavolo si aggiri, talune notti, per le vie del borgo per creare scompiglio e spargere terrore… almeno secondo le testimonianze di alcuni pellegrini che sono di recente passati di là ed hanno riportato le dicerie dei paesani locali.. in ogni caso sono voci pericolose e la situazione potrebbe presto ingigantirsi più del dovuto, quindi il Vescovo chiede che il grande Inquisitore Bastiano vada e riprenda in mano la situazione, riportando l’ordine attraverso i precetti di Santa Madre Romana Chiesa.
Il gruppo è meditabondo e alla fine, dopo breve conciliabolo e dopo che Fratello Benigno si sia preventivamente informato con alcuni Erranti del suo Ordine incontrati in città, sceglie per dare priorità alla missione caldeggiata anche dal Santarosa, indi per cui ci si dirige, a cavallo, in quel di San Marco.
Il paese è piccino e cinto da mura di pietra e legno; al ligneo portoncino d’ingresso sta un ragazzo che alla vista di tre templari e un inquisitore si spaventa e apre subito, senza discutere.
I nostri intimano al giovanotto di chiamare subito l’autorità ecclesiastica di San Marco, tale Padre Guglielmo, mentre, nell’attesa, il gruppo attenderà in una vicina osteria, La Locanda del Pozzo.
Qui il gruppo fa riposare i cavalli (all’esterno…) e conosce l’oste, Ugo Pozzo, il quale gestisce il locale insieme al figlio e alla moglie.
Mentre si parla in tranquillità, però, avviene il primo di una lunga serie di fatti inequivocabilmente strani e quasi inspiegabili: Fratello Benigno da Frittole sente grida soffocate provenire dal piano superiore… ma si rende conto che nessuno dei presenti ha invece sentito le grida.
Sorpreso ma determinato, il templare si fionda di sopra e chiama a se gli altri: però è tutto tranquillo.. stanze occupate da pochi avventori, stanze vuote, nulla di sospetto… eppure le grida nella mente di Benigno sembravano così reali…
Le indagini si sviluppano poi su varie direzioni; Padre Bastiano, scortato dai suoi 4 Conversi, fa controllare al notaio Mantelloni i registri contabili della locanda e della chiesa.. ma mentre varca la soglia della Chiesa, insieme a Padre Guglielmo, sente suonare le campane a martello, come per segnalare un’emergenza.. ma le sente solo lui, nessun’altro dei presenti.
Fratello Michele e Romualdo da San Gimignano vanno invece in giro a chiedere lumi sul “Cartolaido”, strano personaggio di cui avevano sentito parlare dal resoconto di Benigno sulla chiacchierata novarese con i templari erranti incontrati in città; pare che questo bizzarro anziano viva isolato in un ex convento a qualche km da San Marco, ora adibito a biblioteca o qualcosa del genere… i nostri cavalcano fin la e entrano nel vecchio convento.
Il “Cartolaido”, un vegliardo dallo sguardo non proprio a piombo, in verità preferisce essere chiamato “custode della carta”; il dialogo dei due templari con il vecchio è alquanto surreale perché il vecchio sembra non battere pari sin da subito… prima dice di conoscere i due templari e li chiama per nome.. sbraita di avere una lettera per Michele… poi poco dopo sembra non riconoscerli, anzi, li vuole scacciare dal convento.. poi blatera e vaneggia a più non posso continuando a riconoscere e disconoscere a ripetizione i due templari… fatto sta che Fratello Romualdo, la cui mente è già in bilico di suo, ha come una visione di se stesso che consegna una lettera al vecchio, quella lettera che ora il vecchio custode ha dato a Michele.. se non fosse che, in teoria, nessuno dei nostri abbia mai messo piede in paese.
In ogni caso la lettera pare indicare la posizione di un libro nella biblioteca e segnala una pagina precisa.. alla qual pagina si legge un criptico aforisma sulla morte e sul sogno…
I due templari sono molto confusi e dubbiosi sull’accaduto, certo è che qualcosa di strano sta accadendo loro… e mesti cavalcano indietro verso San Marco.
Nel mentre l’attenzione di Fratello Benigno, girovago per un paese ora quasi completamente deserto (inspiegabilmente…) è attirata da una signora sulla cinquantina che lo chiama in casa sua…Benigno si avvicina e quando varca la soglia di casa è colto dalla visione, nella sua mente, di se stesso che sfonda quella porta… forse avvenimento di un futuro prossimo.. o di un passato..? anche in questo caso il dialogo fra il templare e la donna inizia normalmente e poi prende una piega inspiegabile razionalmente.. la donna, tale Eva Marzocchi, inizia improvvisamente a farneticare su qualcuno che pare voler far del male ai paesani, una morte che viene “da dentro”… e indica al templare, dalla finestra, in lontananza, la sagoma del convento dove vive il famigerato “Cartolaido”… quando all’improvviso irrompe nell’aria il fragore della porta d’ingresso che si schianta… e la donna si rintana in un angolo, piangente.. “ecco.. lo sapevo.. ci ha scoperto..” ma anche questa volta non si vede nessun’altro in casa a parte Eva e un esterrefatto Fratello Benigno.
Il templare di Frittole pensa bene di accompagnare la donna, ormai in stato confusionale, alla canonica di Padre Guglielmo, il quale, accogliendo la povera Eva, fra l’altro maestra dei bambini della scuola di San Marco, tende a minimizzare ogni strano accadimento riferitogli con frasi di rito poco probabili.
Benigno, ormai conscio che in questo maledetto paese si sta travalicando il significato stesso della logica per come la si conosce, raduna il gruppo presso la Locanda del Pozzo; qui ci si scambiano esperienze, dubbi ed opinioni… un tavolo è apparecchiato per i nostri senza che nessuno l’abbia mai prenotato.. o così pare.. e il paese, così come la locanda, è deserto.. eccezion fatta per un singolo avventore.
Seduto ad un tavolo sta infatti un uomo chino sul piatto intento a trangugiare zuppa e lardo; alle domande di Benigno egli risponde brevemente e di malavoglia.. si chiama Edmound Kovalsky.. anche lui riconosce i nostri.. dice che sono il gruppo di ecclesiastici giunti in paese pochi giorni fa per risolvere alcune problematiche.. ma per il gruppo quella è solo la prima sera di permanenza in paese.. almeno questa è l’impressione.. ma ormai ogni cosa deve giustamente essere messa in dubbio, sotto ogni punto di vista.
I nostri decidono quindi di stare al gioco.. oppure vi sono costretti.. e si va a dormire, nelle stanze della locanda, ovviamente prenotate senza che nessuno lo abbia fatto.. idem come sopra..
Fatto sta che, nel cuore della notte, dopo un’ora di veglia vigile da parte di Michele da Bracciano, poi infine addormentatosi, Fratello Benigno si desta improvvisamente dal suo sonno sentendo (o sognando, o credendo di sentire..) rumore di spari, grida, colluttazioni.. la porta della sua stanza è spalancata.. esce allora di fretta nel silenzioso e buio corridoio.. per vedere che tutte le porte delle camere (anche quelle dei suoi compagni) sono spalancate…

Il "Cartolaido"

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