Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 25 luglio 2012

Tracce di sangue

H. Pietro Tommolini

Il gruppo viaggia senza intoppi sino al capoluogo toscano, stazione di Santa Maria Novella.
Si dirigono subito allo Spedale degli Innocenti, sede del vecchio frate Ardizzone: l’inquisitore li riceve su una sedia a rotelle, malandato nel fisico, accudito e accompagnato da una sorella clarissa… ma la sua mente è lucida e convinta che le indagini debbano porre fine ai delitti e ai misteri della Croce di Sangue.
Ardizzone consiglia ai nostri due piste, la prima conduce da un giovane talentuoso giornalista fotografo dell’Osservatore di Santa Romana Chiesa, sede di Firenze, tale Dott. H. P. Tommolini, il quale ha scattato le prime foto nella stanza del delitto del Dott. Poggi, alla Biblioteca Nazionale, mentre la seconda pista potrebbe essere appunto visionare direttamente il luogo dove è stato brutalmente ucciso il nobile Rettore.
Prima si va all’Osservatore: qui, fra il fermento del giornale sia per il recente delitto, sia per i progressi della costruzione del Lux Venti (impianto eolico in costruzione che dovrebbe fornire una parvenza di energia elettrica alla città) accade un deplorevole alterco fra il Templare Benigno, forte del suo ruolo e il biondo Tommolini, particolarmente sprezzante, quasi isterico e visibilmente effeminato.
In pratica il fotografo concederà al gruppo di vedere le foto solo se gli porteranno un permesso scritto da parte del rettore dell’Osservatore, il frate gesuita e gran consigliere vescovile, padre Gabriele Tesse… l’ennesima scocciatura burocratica, insomma.
Nel frattempo, anche per calmare gli animi di Benigno, fra Fausto, che qui a Firenze praticamente gioca in casa, fa prima una visita al suo mentore, il Generale Gesuita Nero Degli Alfieri, col quale concorda a breve un sopralluogo congiunto sui luoghi del delitto; poi si reca umilmente alla porta di Padre Tesse, per chiedere il permesso per la visione delle foto.
Il Consigliere vescovile, con toni garbati e suadenti, fa intendere bene che nonostante sia una prassi che non dovrebbe autorizzare, concede benignamente il suo benestare in quanto confida che in futuro frate Ardizzone possa ricambiare il favore… e sigla di suo pugno una missiva per il fotografo dell’Osservatore.
Fratello Benigno si reca invece presso il famigerato Lux Venti, per indagare sui suoi recenti rapidi progressi di sviluppo e scopre con stupore che il principale merito andrebbe ad un nuovo ingegnere, romano, vecchia conoscenza del gruppo, il Dott. Ing. Mario Timperi; i due si incontrano e si salutano... Benigno non è interessato al passato (per la verità poco chiaro...) dell'Ing. ma gli chiede solamente di provare a riferire eventuali notizie di interesse per l'indagine di cui dovesse venire a conoscenza nei prossimi giorni...
Padre Bastiano, nel mentre, pensa bene di recarsi presso Palazzo Pitti, sede dell’Inquisizione fiorentina, per accertarsi se esitano o meno dei fascicoli aperti sul femmineo H. Pietro Tommolini, vera e propria spina nel fianco di quest’inizio d’indagine.
Dopo essersi nuovamente riuniti per un summit sugli ultimi eventi ed aver colloquiato ancora con padre Ardizzone, i nostri decidono di non servirsi delle fotografie e quindi di non usufruire del “favore” a caro prezzo di Padre Tesse, anche e soprattutto per non mettere in poi in obbligo e in difficoltà in futuro l’anziano mentore Ardizzone…
Si va quindi da Nero Degli Alfieri per il sopralluogo alla Biblioteca Nazionale: la stanza è stata ripulita, essendo avvenuto il delitto circa una settimana prima, ma alcuni segni risultano ancora ben visibili su muri e pavimento, tracce di sangue, di mani e piedi, che portano fuori e poi spariscono in strada… almeno in apparenza.
Ma Fra Fausto aguzza lo sguardo e nota, con orrore, altri segni simili su una parete verticale di un edificio vicino… la Scannatrice in fuga sembra essersi dunque arrampicata in verticale sino al tetto.
Continuando a seguire le tracce, da lassù Benigno scorge altri segni su un tetto antistante… la bestia ha fatto quindi un salto prodigioso… e la direzione sembra proseguire sempre verso Est, dove si trova la degradata zona dello Stadio e del Campo di Marte, poco fuori dalle mura cittadine.
I nostri quindi vogliono dirigersi proprio la, consapevoli dei pericoli: quel piccolo agglomerato di baracche è infatti quasi privo di leggi, in balia di ladri e accattoni di ogni risma, poveri derelitti, prostitute e assassini, ma si va.
L’odore di urina si fa più forte quanto più si giunge in prossimità del campo… una vecchia si attacca subito ai piedi di Benigno per elemosinare qualche spicciolo… poi altri 3 vecchi storpi… e poi giungono anche 5 giovani straccioni, robusti e risoluti, i quali chiedono subito scudi e cibo… i nostri non vogliono usare le maniere forti con questi derelitti e quindi la borsa di Bastiano sgancia qualche spicciolo (esborso che l’Inquisitore poi dovrà giustificare ai suoi superiori, o così almeno si lamenta…) e Benigno promette cibo e una vita migliore se la gente saprà collaborare debitamente ai fini dell’indagine.
Al campo si parla con molte persone… fino a che non si giunge ad una bimba che si dice abbia visto il diavolo l’altra notte.
La piccola, in lacrime, descrive in pratica a Benigno la probabile orribile fisionomia della Scannatrice… Benigno ringrazia e promette di portare la piccola in salvo a Firenze quanto prima.
Poi un paio di anziani raccontano che un uomo lamentava di aver addirittura ospitato il diavolo in casa sua.. e che sembra si sia visto persino un insolito carro funebre nei paraggi di casa sua; indicano infine la baracca di costui, tale Nedo Landi, un ubriacone della peggior specie.
Nedo non è in casa e nella sua baracca non si rinviene nulla di utile, a parte i segni della sosta di una carrozza nella sua stalla…
Chiedendo in giro il gruppo viene facilmente a sapere che l’ubriacone in questione, se non è in casa, di sicuro è all’osteria, la peggiore di tutta Firenze, al “Rosso del Ronchini” .
Quindi si torna tutti in città; Fratello Benigno, come promesso, porta la piccina al sicuro presso le clarisse di Ardizzone e contratta col vecchio frate un carico di viveri da destinare ai collaborativi ma indigenti abitanti del Campo di Marte.
Padre Bastiano e Fra Fausto invece vanno all’osteria in questione: l’inquisitore è subito colto dalla confusione e dai fumi del vino, perdendo lucidità, mentre il gesuita si mantiene fermo nell’intento di scovare Nedo Landi.. prima si interroga l’oste, Rosso Ronchini in persona, il quale spiega che il Landi, di solito senza il becco di uno scudo, questa volta si è presentato con ben 50 denari e ha pagato da bere a tutti i soliti avventori, rintanandosi nella cantina più lontana dall’ingresso, per bere avidamente il poco vino buono di quel lurido e sudicio vinaio…
Di conseguenza Fausto giunge al cospetto di Nedo, più ubriaco del solito, steso a terra vicino ad una botte, ormai in gatta triste, lacrime e biascicamenti sconnessi; egli soggiace alle domande del gesuita e racconta la sua versione più o meno chiaramente…
In sintesi egli è stato così ben pagato da un cocchiere di un carro nero per far dormire “il diavolo” nella sua stalla, dice… lo ha visto coi suoi occhi, un essere mostruoso… in tutto e per tutto simile alla Scannatrice, ne deduce fra Fausto… e gli ha pure rubato tutti i suoi bei coniglietti di allevamento, il maledetto.. ed ora Nedo festeggia tristemente, sperperando bevendo gli scudi che gli ha dato quel nero cocchiere per chissà quale orribile scopo… e piange amaramente la sua attuale condizione.. la sua disgrazia.. la sua miseria…

L'uscio della cantina "Rosso del Ronchini"

Nedo Landi



giovedì 12 luglio 2012

Risveglio dall'incubo


Il solo Benigno è cosciente, in una Tirivolo finalmente reale, tutta ruderi e prati, finalmente senza nebbia.. così da poter vedere le sembianze trasfigurate di Alessia, ora poco più che uno spirito trasparente.. la comunicazione tra i due avviene mentalmente.. gli altri sono tutti svenuti ed Ettore è morto.
Il templare di Frittole vede dunque lo spirito della bambina sparire per sempre, finalmente in pace…
Fratello Benigno soccorre poi al meglio delle sue capacità Bastiano e Fausto, malconci e meravigliati di essere ancora vivi.. si da l’estremo saluto, di inconsolabile commiato, al defunto compagno Ettore.. prima di farlo a pezzi e sottrargli ogni oggetto ritenuto utile o di qualche valore, ovviamente..
I tre superstiti si trascinano al loro carretto, portando con se anche alcuni oggetti del precedente gruppo formato dall’inquisitore Della Rosa e dai suoi uomini, oltre ai tre altri superstiti di Tirivolo: la madre Braccamorte (messa ai ceppi), l’Excubitores e frate Renzo (giudicati incolpevoli).
Il gruppo giunge senza intoppi a Catanzaro, dove relaziona al Vescovo l’accaduto, consegnando la madre di Alessia alla inclemente giustizia ecclesiastica…
Poi, come al solito, con più di un dubbio, si torna a casa, verso Rimini.
Qui trascorrono alcune settimane fra relazioni agli Ordini religiosi, preghiere, messe cantate, rosari e furiosi addestramenti, non sempre andati a buon fine..
Fra le altre cose un nuovo misterioso uomo si aggiunge al gruppo, tale Sergej Ivanovic Karpenko, un ex milite russo, da anni in Italia, un guerrigliero d’esperienza che, nel cuore di tutti, a fatica riuscirà a prendere il posto del compianto Ettore Zonzini da Santarcangelo di Romagna…
Fino a che il vulcanico Mons. Valentini non rimedia un ulteriore incarico ai nostri: si stratta di tornare in terra di Toscana, a Firenze.
Padre Ardizzone, ormai anziano e malato, Frate Sprenger Dei Corvi e Nero Degli Alfieri, Generale Gesuita, attendono l’arrivo dei nostri per indagare su l’ennesima misteriosa morte segnata dalla Croce di Sangue; infatti recentemente è stato trovato morto e orrendamente mutilato il Dott. Poggi, rettore della Biblioteca nazionale di Firenze, uomo da mesi vicino a Nero Degli Alfieri (mentore spirituale di Frate Fausto) per aiutarlo negli studi e nelle ricerche proprio sui delitti della Croce di Sangue, gesto, quindi, marcatamente delittuoso e intimidatorio, in tal senso…
Il gruppo parte, dunque, senza ulteriori indugi, verso il capoluogo toscano, pronto ad una nuova difficile indagine, non esente da rischi, vista l’inaudita brutalità dei delitti che caratterizzano sempre la comparsa della funesta Croce di Sangue…

mercoledì 4 luglio 2012

Alessia


I nostri sono ormai allo stremo delle forze; si curano con gli ultimi kit medici di Fra Fausto e del Zonzini.. fra l’altro non sempre le cure sortiscono gli effetti desiderati.. e Fratello Benigno ne paga amaramente le conseguenze, lamentando più dolori dopo le cure che prima..
Fausto, ormai costantemente preda di allucinazioni, vede la diabolica Mano materializzarsi nella nebbia, dietro la finestra di una baita diroccata; quindi sviene ma indica la Mano a Benigno e Bastiano, che corrono nell’edificio; intanto Ettore soccorre il Gesuita e poi entrambi, qualche minuto dopo, si uniscono agli altri.
Per l’ennesima volta la realtà muta in una parallela distorta.. si trovano in un lungo corridoio di legno dipinto di bianco, poi una porta, una stanza..
È la stanza di una bimba, tutta fatta di bel mobilio curato, di colore rosa – azzurro.. quella che tutti intuiscono essere l’ennesima proiezione della distorta mente di Alessia, probabilmente la sua parte, diciamo, positiva..
Questa bella bambina saluta il gruppo, ma è triste: infatti nella sua stanza c’è una piccola porticina nera dalla quale ogni tanto esce un’altra bambina, piccola, nera e molto cattiva che la terrorizza..
Alessia chiede ai suoi nuovi eroici amici in armatura di darle una mano e parlare con la bimba cattiva per dirle di smettere di farle paura, dare fastidio ai suoi amici e contornarsi di creature anch’esse brutte e paurose.. e mentre parla Alessia chiede a Benigno di avvicinarsi in quanto gli deve confidare una cosa all’orecchio…
I nostri, ormai senza scampo, accettano e senza tante strategie, malconci e con pochi pezzi di armatura ammaccati sparsi qua e la, entrano nella porticina..
Buio.. caldo.. fumo.. un lungo corridoio.. paura.. consapevolezza che l’orrore a breve li travolgerà..
Poi il corridoio si allarga enormemente.. tutti capiscono che non si può tornare indietro e mentre si discute sul da farsi, le torce illuminano a 6 m. l’appropinquarsi di un essere mostruoso, deforme, orribilmente formato dalla fusione di molteplici corpi umani bruciati..
Lo scontro è inevitabile e duro, sangue, spade, spari, morsi.. l’essere viene in fine fatto a pezzi, ma il prezzo pagato è alto.. ferite gravi.. e tutti sono al limite della loro vita.. ma si va avanti, nel buio..
Si scorge in lontananza un bagliore rossastro.. come l’ingresso in una specie di gigantesco forno incandescente.. nel dubbio Ettore, di comune accordo con gli altri, lancia una granata a casaccio, verso l’interno la stanza, tanto per aprirsi la strada.. ma causa stanchezza ferite e dolore, la sua mira è maldestra e la granata esplode in pratica solo all’ingresso della stanza.
In ogni caso i nostri entrano in quel nuovo incubo: qui li attendono altre due enormi creature deformi, dietro le quali si intravede un piccolo corpicino nero e carbonizzato, materializzazione della parte malvagia di Alessia: lo scontro è dei più funesti.. i nostri sono vittima dei mille inganni mentali della diabolica creatura.. orribili allucinazioni, continui brividi di terrore che impediscono di agire liberamente.. le ferite dei due deformi seguaci.. le ustioni causate a piacimento dalla stessa Alessia.. un calvario.. un inferno.. e così cadono a terra, perdendo i sensi, prima Padre Bastiano e poi Fra Fausto.. ma anche le due funeste creature di Alessia sono state neutralizzate.
Ma lo scontro continua.. ora sono la piccola, ormai ridotta ad un cumulo di cenere, contro Ettore e Benigno: il Cacciatore subisce un’ustione mortale a collo e testa, abbandonando per sempre il mondo dei vivi.. mentre Benigno, sebbene anche lui ormai agli sgoccioli, ustionato e devastato anima e corpo, riesce probabilmente nell’ultimo suo colpo a disposizione, ad estinguere per sempre la diabolica creatura, prima di accasciarsi a terra anch’egli, cosciente ma esausto…
Poi un attimo di oblio.. tutto cambia e il gruppo si ritrova nella realtà, fra le baracche di Tirivolo..
Ettore è morto ustionato, con la testa carbonizzata.. Fausto e Bastiano sono svenuti e ad un passo dalla morte.. il solo Fratello Benigno è ancora leggermente cosciente, seppur provatissimo ed incapace di muoversi da terra…