Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 19 dicembre 2012

Padre Gioacchino da Novara

Padre Gioacchino da Novara


Il gruppo, destatosi dall’illusione, o meglio dall’incubo, ordito per loro dal diabolico Marcus, l’efferato Magus demoniaco che li ha attanagliati in una folle illusione praticamente da quando hanno messo piede a San Marco, costringendoli a ripetute azioni di inaudita violenza, contro il loro stesso volere, si ritrova a dover rapidamente decidere sul da farsi, barricati nella locanda, le armi ancora sporche del sangue degli innocenti paesani del villaggio, l’inquisizione schierata e pronta a catturarli appena fuori dall’uscio barricato.
Dopo un breve ma sofferto conciliabolo e dopo aver valutato negativamente le ipotesi d’azione proposte da Fratello Benigno, reputate troppo rischiose, i nostri decidono per la resa: il padre Inquisitore, tale Gioacchino da Novara, comanda quindi che escano dalla locanda con le mani alzate e disarmati.. e così avviene.
Alcuni conversi prendono quindi in consegna le numerose e ingombranti armi a motore mentre altri si impegnano, con un certo timore quasi reverenziale, nel mettere ai ceppi i nostri.
Padre Gioacchino, supportato da una piccola e inferocita folla di paesani superstiti, li apostrofa svariate volte in maniera apertamente ostile ed arrogante con appellativi come “Assassini..” e “Blasfemi..” ed alle ripetute domande di Benigno sul conoscere chi lo abbia mandato a San Marco l’Inquisitore ripete sempre “E’ il Signore che mi manda..” snervando il templare da ogni velleità di conoscerne il reale mandante.. ma sospettando, ovviamente che la faccenda sia stata tutta ordita e ben confezionata ad hoc dal Sommo Santarosa, con lo specifico scopo di incastrare l’intero gruppo.. supposizioni, solo supposizioni..
In ogni caso i nostri vengono rinchiusi in una piccola e angusta stanza-cella della canonica, mentre alcuni conversi si alternano per la guardia dei sorvegliati speciali.
Svariate ore dopo, Padre Gioacchino vuole condotti al suo cospetto i prigionieri, per un primo breve interrogatorio, in attesa di giudizio: i nostri in questa circostanza non perdono tempo e raccontano la loro incredibile versione dei fatti al padre inquisitore… dal Cartolaido a Marcus.. dalle Ombre agli inganni.. alle illusioni.. alle loro menti plagiate da quell’essere diabolico.. fino ai delitti.. compiuti però contro la loro volontà.
Gioacchino, seppur molto scettico, non può ignorare questa possibilità e scende di malavoglia a patti col gruppo; egli, insieme a 4 dei suoi uomini, si recherà presso il luogo, indicato dal gruppo, dove dovrebbe dimorare quell’oscuro essere divoratore di bambini, una grotta al limitare del villaggio.. se troverà una qualche prova di quanto dichiarato dai nostri rivaluterà le loro posizioni nella questione.. ma se, viceversa, non troverà alcun riscontro, il suo giudizio sarà spietato e farà quanto in suo potere per consegnare alla più cruenta giustizia del Santo Impero quel gruppo di blasfemi impostori assassini.
Fatto sta che, qualche ora dopo, nell’attesa snervante, Fratello Michele ha come una visione, durante le sue preghiere di pentimento: “sente” una presenza malevola.. probabilmente Marcus.. sente che tale presenza si è spostata nella sua grotta ed ora si è impossessata della mente di Padre Gioacchino.
E quindi passano altre ore.. e l’Inquisitore, ovviamente, non fa più ritorno a San Marco.
Il paese inizia a temere il peggio.. a mormorare frasi di paura.. gli stessi 4 Conversi lasciati di guardia al gruppo sono allo sbando.. scendono a patti pure loro, segretamente, coi nostri, troppo impauriti per opporvisi: nella notte allenteranno la guardia e li lasceranno scappare volutamente.. i nostri quindi riprenderanno possesso delle loro armi e si dirigeranno con piglio battagliero alla grotta del Magus Marcus, per chiudere la questione una volta per tutte e scagionarsi di conseguenza da ogni infamante accusa.
Prima meta, il convento del Cartolaido: il gruppo infatti spererebbe di ottenere qualche altra informazione dal vecchio custode della carta.. ma purtroppo il vegliardo pare essere assente.
Presso la sua libreria viene però rinvenuta un’utile mappa topografica della zona, onde individuare con relativa precisione il posizionamento della grotta incriminata, sin ora solo percepita vagamente fra gli offuscati ricordi.
Accade però che, mentre i nostri si avvicinano alla funesta destinazione, si prende coscienza che si è fatto ritorno ad una dimensione quanto meno onirica e non del tutto reale e o razionale: viene infatti incontrato Kovalsky, contornato da ombre nere, appostato come un cecchino su una rupe.. poi si vede il mercante De La Fonte.. il quale parla brevemente con Fratello Michele per poi accasciarsi morente a terra colpito da un raggio di luce, probabilmente solare (seppur in piena notte).. poi bambini mutilati e insanguinati che corrono nella boscaglia.. gente morta.. probabili reminiscenze degli efferati omicidi compiuti inconsapevolmente..
Per arrivare infine ai piedi della grotta: qui è difficile entrare con leggerezza.. il male che vi si cela è palpabile.. Michele da Bracciano inizialmente indietreggia, così come Padre Bastiano.. soverchiati da quella forza malevola.. poi convinti dalle preghiere e dagli incoraggiamenti perpetrati lungamente da Benigno e Fratello Romualdo.
All’interno, buio.. sussurri.. piccole ossa, resti di bambini.. chiazze di sangue rappreso.. e infine Padre Gioacchino e i suoi conversi, schierati, le armi in pugno, pronti alla lotta, sicuramente obbedienti ai voleri di Marcus, entità astratta, invisibile.. ma evidentemente presente.
La lotta è cruenta.. i conversi sono i primi a cadere sotto i colpi dei templari.. ma il duello con Gioacchino è più duro, estenuante.. il Requiem a motore causa ingenti danni.. il volere dei nostri, la loro strategia, sarebbe di prenderlo vivo.. ma inspiegabilmente Fratello Benigno, dopo essersi battuto lungamente corpo a corpo con l’Inquisitore, lo colpisce selvaggiamente, amputandogli un arto, dissanguandolo.. uccidendolo sul colpo.
Gli altri sono esterrefatti dall’inconsulto e violento attacco mortale portato a termine dal templare di Frittole.. a maggior ragione considerando il fatto che vigevano accordi fra loro di prendere vivo Gioacchino.. ma il templare sembra minimizzare l’accaduto.. e dichiarare, sibillino, che l’incubo sia ormai finito.. lasciando i compagni con più  di una perplessità al riguardo…

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