Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 26 gennaio 2011

I tedeschi, San Fortunato e il Ghetto Fabbri

Uno dei piccoli Morti presenti in grande numero alla Colonia Murri
S. Fortunato
Ghetto Fabbri
Dopo aver eliminato il potente Morto con le vestigia templari e averne recuperato lo spadone e qualche altro pezzo della sua armatura, i nostri, dubbiosi sul da farsi, decidono comunque di proseguire nell’esplorazione e relativa bonifica della restante parte agibile della Colonia Murri.
Il che avviene con relativa facilità, incassando poche ferite. Poi ripiegano verso il centro cittadino, per curarsi e per attendere il da farsi, costantemente sotto la cappa di piombo che, nelle menti di alcuni di loro, il processo oramai prossimo ha generato.
Il vescovado chiama nuovamente, dopo l’ennesima settimana di relativa calma e tensione interiore, questa volta per un incarico assegnato ai nostri dalla caserma della Sancta Militia allestita nel palazzo in Via Tonini; il Sottufficiale Marco Giovannini e l’Ufficiale Tommaso Arlotti, il più alto in grado della caserma, comunicano al gruppo che alcuni informatori hanno segnalato la presenza di un contingente tedesco ancora presente nei dintorni del riminese e precisamente in quel del complesso monastico di S. Fortunato, ora in stato di abbandono, sito sul colle di Covignano, pochi chilometri fuori dalle mura cittadine. E’ certa la presenza del temibile ufficiale tedesco della Wehrmacht Klaus Heinze oltre che di due suoi sottufficiali, Friedrich Hilmert e Jurgen Kleinen; oltre a loro anche il medico Josef Brinner e alcuni soldati semplici della Wehrmacht pari ad un numero imprecisato ma non troppo elevato, almeno secondo le fonti…
Questi reduci tedeschi erano al comando della città nel 1946… poi il Giorno del Giudizio… i roghi di riminesi in piazza Giulio Cesare… poi le rivolte partigiane… e in fine lo stanziarsi del vescovado. I tedeschi, quindi, più o meno da una decina d’anni, parrebbero essersi rifugiati in quel del monastero di S. Fortunato e probabilmente (almeno secondo la deduzione dei nostri impavidi...) estorcono rifornimenti al vicino ghetto di poche case, il Ghetto Fabbri, (popolato per lo più da anziani contadini) con minacce e l’eventuale offerta di protezione dai Morti che infestano saltuariamente queste zone ancora non bonificate.
Inoltre i tedeschi sono in possesso di molte armi, una ricetrasmittente e quel che è peggio, di non meglio precisati importanti documenti inerenti la città di Rimini che potrebbero trasmettere oltralpe da un giorno all’altro…
Il vescovado chiede quindi ai nostri di recuperare i documenti e rendere innocua la teutonica brigata, con ogni mezzo…
Il gruppo pensa bene di organizzarsi tatticamente dirigendosi, per prima cosa, al vessatissimo Ghetto Fabbri, per tentare una qualche indagine e o un agguato ai tedeschi sulla via dei rifornimenti…


Da sinistra, Friedrich Hilmert, Jurgen Kleinen e l'Ufficiale della Wehrmacht Klaus Heinze

venerdì 21 gennaio 2011

Spunti per PG



Ciao,
oltre a prendere spunto per i vostri bei PG dalle Visioni di Morte del Sanctum Imperium (vedi sezione download o scarica da qua sotto direttamente...) vedete un po' che begli elementi vi ho messo anche qua sopra, Alvaro e Salvatore...

Visioni di Morte - Sanctum Imperium

Alla prossima,
G

mercoledì 19 gennaio 2011

Lo Stabilimento Marittimo e la Colonia Murri

Stabilimento balneare

Colonia Murri - esterno

Colonia Murri - interno

Dopo vari dietrologismi i nostri si riuniscono, con sicuramente meno fiducia l’uno dell’altro… e partono alla volta del secondo edificio loro assegnato: lo stabilimento marittimo nei pressi della foce del fiume Ausa, sempre sul litoraneo. Questa lignea struttura si dimostra anch’essa pericolosa, senza contare che sulla soglia sentono nuovamente nelle loro menti sussurri minacciosi; inoltre vi sono all’interno vari morti famelici ed ancora, in un corridoio, la feroce e temibile illusione del folle insanguinato templare, o meglio, secondo la spiegazione di Fratello Remigio, del potente Morto che lo impersona, il quale fa impunemente a pezzi il gruppo, uno per uno, tentino loro di combattere, fuggire o parlare… senza differenza ne pietà alcuna.. ma ancora di un’illusione, per fortuna, stiamo raccontando… nonostante ciò l’esperienza è sempre scioccante per tutti, ma stavolta un filo di sangue freddo in più impedisce ai nostri di cadere in preda alla pazzia omicida o ad altra peggiore reazione alla temibile situazione di stress mentale…
Ma le ferite devono guarire e cosi, seppur non gravi, i nostri decidono di rientrare in città per una settimana di Misericordia e altro, come al solito…
Poi vanno ad esplorare l’ultimo edifico: la colonia Murri, in quel di Bellariva, consapevoli che probabilmente il Morto li attende proprio la dentro.
Infatti tutto si ripete, le minacce nelle loro menti, qualche morto all’interno e poi, in un ampio e buio dormitorio le torce elettriche del gruppo illuminano la pericolosa e stavolta reale figura del mortifero templare.
Lo scontro è duro ma non troppo lungo, l’armatura del templare è difficile da perforare ma alla fine, i colpi della mazza templare di Remigio e delle doppiette a canne mozze di Ettore e Vito riescono a debilitare pesantemente la creatura, decapitata infine da un fendente della spada del Sotium Inquisitoris Padre Bastiano.
Anche questa minaccia sembra sventata dall’Inquisitore e dalla “sua squadra”, come scriverà di certo, a breve, in prima pagina, il giornale locale, chiamato, ovviamente, “L’Agostiniano”…

mercoledì 12 gennaio 2011

Paura e Delirio al Kursaal

La spettrale presenza incontrata al Kursaal

L’esplorazione del fatiscente Kursaal continua e i nostri si imbattono costantemente in diversi Morti i quali vengono abbastanza facilmente debellati, ad esclusione di reiterate ferite alla testa (ormai martoriata) accusate da Padre Bastiano.
In particolare viene affrontato un Morto non particolarmente pericoloso ma con indosso corazza di maglia e la tunica rosso crociata tipica templare: Fratello Remigio allora, reso innocuo il cadavere, compie su di esso uno strano rituale tracciando segni a terra e una croce con la sua spada, bruciando poi il morto e giustificando il tutto ai compagni come una procedura del suo Ordine ma non spiegando, come forse voleva, il suo gesto nella sua interezza, anche a causa della irrisione del pratico e laico Cacciatore “vipera” Di Berra il quale lo addita, con scherno, come una sorta di stregone agli occhi dell’incurante Sotium Inquisitoris Padre Bastiano.
Schermaglie a parte, il gruppo continua a bonificare lo stabile marittimo e giunto al piano primo incappa in un’agghiacciante esperienza.
Si trovano d’un tratto immersi in una fitta e umida nebbiolina e scorgono alla fine di un lungo corridoio la figura imponente di un Cavaliere Templare che rotea minacciosamente il suo spadone; questo carica immediatamente verso di loro ed è chiaro, dalle molteplici chiazze di sangue, che non è una creatura viva.
Accade quindi che i colpi dei nostri non sembrano ferire minimamente l’inquietante figura rosso crociata mentre quest’ultima infligge ferite mortali a ripetizione: Remigio cade per primo a terra morente trafitto al ventre, a Bastiano viene amputato il braccio sinistro con un fendente ed anche Di Berra e Zonzini, già prostrati a terra in preda a una inspiegabile forma febbrile fulminante, vengono fatti a pezzi dalla lama del Templare.
Paura…
Buio per qualche istante… frasi minacciose sussurrate nelle mente di ognuno…
Poi tutti i componenti del gruppo si risvegliano in preda all’ansia nello steso corridoio, incolumi.
Delirio…
Succede che, scioccato dall’accaduto “vipera” chiede bruscamente spiegazioni a Remigio, associandolo, in qualche maniera, come Templare, a quanto accaduto; anche Zonzini e Padre Bastiano chiedono, più cortesemente, spiegazioni ma Fratello Remigio continua nella sua esplorazione delle limitrofe stanze circostanti, adducendo la priorità alla messa in sicurezza del luogo piuttosto che ad un “interrogatorio”.
Al che Di Berra gli punta addosso il suo fucile Carcano, mirando alla testa del monaco templare, Ettore tenta un breve dialogo ma poi decide che è meglio togliersi di torno e si dirige sul vicino terrazzo mentre Bastiano dopo aver tentato invano un’azione di comando verbale su “vipera” rimane in attesa degli eventi senza prendervi parte.
All’ennesima intimidazione di Vito corrisponde l’ennesima noncuranza di Remigio e quindi il Cacciatore spara alla testa del compagno, temendo che egli nasconda qualche terribile segreto o peggio…
La fortuna, o Dio, vuole che l’elmo di metallo del templare lo protegga quasi completamente dal proiettile… ma l’equilibrio mentale del gruppo ormai è compromesso, forse irrimediabilmente…
In ogni caso, dopo un lento riavvicinamento il gruppo si ricongiunge lentamente al templare che, questa volta, fornisce una sua versione: Remigio, pur premettendo che non dimenticherà quanto accaduto, spiega che l’illusione di cui sono stati vittime è stata generata indubbiamente da un Morto o meglio da un gruppo di Morti, di grande potere, che hanno la capacità di assumere le sembianze dei nemici più valorosi, i templari, e in particolare di uno dei prodi caduti sul fronte litoraneo, tale Fratello Aronne.
Il Kursaal ora è di nuovo libero, ma a caro prezzo… la folle illusione creata dal misterioso Morto sembra avere avuto l’effetto sperato: l’integrità del gruppo è ormai minata.
Tornando in città per curare in particolar modo le ferite di Bastiano i nostri passano altre 8 giornate, trascorrendo il loro tempo all’Emporio, al bar dell’Aquila d’Oro, alla Rocca Malatestiana e a S. Agostino, rispettivamente…

domenica 9 gennaio 2011

Considerazioni di gioco

Ciao a tutti i miei cari sinerequianti,
parlando con Matteo siamo giunti involontariamente alla stessa conclusione riguardo ad una piccola e interessante variante di gioco per la nostra campagna di Sine. Siccome durante l'ultima sessione mi è sembrata azzeccata la mossa di farvi uscire per parlare privatamente con Matteo dentro la rocca templare, aumentando quindi il realismo di non far sapere agli altri quello che dice il maestro templare solo a matteo, direi che si potrebbe incrementare questo aspetto con semplici accorgimenti. Ad esempio dando ad ognuno di voi versioni, anche differenti o magari discordanti, dello stesso fatto, a seconda della fonte dalla quale vi vengono date. Per esempio la rocca templare avrà una visione che non collimerà di certo con le informazioni divulgate dagli inquisitori di S. Agostino, senza contare che all'emporio di Sante Baldelli magari girano informazioni prese di soppiatto dai vari contrabbandieri e sono ancora diverse dalle altre due.. e magari nessuna corrisponde alla pura verità. Quindi, per farla breve, vorrei fornire singolarmente ad ognuno di voi, ogni volta che andate a parlare rispettivamente alla rocca, a S. Agostino, all'emporio o in altre situazioni particolari, sia informazioni comuni che vengono dette a voce a tutti sia alcune informazioni riservate che verranno consegnate solo agli interessati, i quali potranno decidere o meno di rivelarle agli altri e in ogni caso agiranno di conseguenza nel gioco in maniera più realistica.. ognuno insomma saprà cose che gli altri non sanno o che sanno ma in maniera differente... per fare ciò penso di adoperare sia le mail, sia fogli cartacei che vi consegno di volta in volta, sia il vecchio metodo di farvi uscire e parlarvi separatamente.. vedrò durante ogni sessione come organizzarmi.. che ve ne pare..? Forse il gioco si complica un pochino x voi ma secondo me è più divertente e realistico.. e poi cosi ognuno di voi agisce liberamente secondo le informazioni di cui è al corrente, senza l'influenza degli altri.. io proverei a cominciare anche da subito.. aspettatevi a breve alcune mie mail con piccole delucidazioni per ognuno di voi relativamente alle informazioni che potreste aver reperito nelle 2 settimane di pausa prima di andare al Kursaal, poi vediamo insieme come ci troviamo a giocarcele ma penso che in ogni caso il gioco ne guadagni.. ciaooo, a martedi..!

mercoledì 5 gennaio 2011

Al Kursaal

Il porto di Rimini recentemente bonificato dai Morti

Una tetra immagine del Kursaal

Dopo la bonifica della fattoria Belisardi i nostri tornano in città per dare la buona novella al legittimo e felicissimo proprietario che può finalmente pensare di poter tornare a casa e ricominciare una vita...
Trascorrono così altre due settimane, passano placidamente le solennità religiose del Natale di Nostro Signore e i fasti pagani del Capodanno 1957 durante il quale, come sempre, qualche cittadino meno avveduto viene sorpreso al di fuori del coprifuoco in stato di ubriachezza e viene poi percosso pubblicamente in p.zza Giulio Cesare il giorno successivo da uno dei tanti Padri castigatori presenti nelle parrocchie cittadine...
Intanto "Vipera", Ettore, Remigio, Bruno e Bastiano passano il tempo fra cure alla Misericordia, scambi commerciali e soldi spesi per un comodo vitto e alloggio all'Albergo Aquila d'Oro.
La notizia che campeggia in questi ultimi giorni sulla prima pagina del giornale locale è relativa all'avvenuta liberazione del litoraneo da parte dei templari riminesi; gli inquisitori agostiniani, unici editori e controllori di se stessi, tendono però sempre a denigrare i cavalieri del tempio affermando che questa liberazione è costata molto in termini di risorse e vite umane, è stata più lunga e difficoltosa del previsto ed in pratica ha agito su una zona non di primaria importanza per la cittadinanza in questo particolare momento dove il turismo non è, giocoforza, incentivato in alcun modo... oltre che il lungomare è da sempre considerato da ogni buon cattolico più un luogo di pubblica fornicazione che di sana balneazione...
In ogni caso, nei primi giorni del freddo Gennaio 1958, i nostri vengono contattati da un messo del vescovado; quindi vengono a sapere dal portavoce di Sua Eccellenza che il loro compito sarà ispezionare alcuni grossi edifici in rovina siti nel litoraneo che, seppur recentemente bonificato, pare abbia ancora zone per lo meno sospette e a rischio... per altro il buon Don Arturo non nasconde il suo disappunto nell'impiegare i costosi professionisti al soldo di Sua Eccellenza per un compito di probabile bassa manovalanza che poteva esser svolto in maniera meno eclatante e costosa da una semplice pattuglia della Sancta Militia o degli Excubitores... ma questa è la volontà indiscutibile di Mons. Valentini.
I nostri quindi si recano presso la Rocca templare di Castel Sismondo per i dettagli; qui Fratello Quinto gli illustra le semplici ispezioni da compiere all'interno dei resti del Kursaal e di uno stabilimento marittimo a marina centro, oltre che della vetusta colonia A. Murri in quel di Bellariva, al limitare della zona litoranea da poco liberata.
Dopo il saluto e un breve colloquio privato tra Fratello Remigio e il Maestro della Rocca Augusto Morandi, i nostri si recano dal noto cartografo Borghi, in quel dell'Aquila d'Oro, per ricevere le mappe degli edifici e partono, al mattino, alla volta del Kursaal.
Qui accadono alcuni strani fatti: durante il tragitto verso il porto Ettore e Remigio notano a una ventina di metri dal loro autocarro Fiat una piccola creatura, indistinta e agilissima che prima li segue e poi, accortasi di essere stata notata, si dilegua fra le numerose strutture in cemento armato anti sbarco piazzate dai militari tedeschi fino al 1944 sulla spiaggia riminese e ancora presenti; poi, una volta giunti di fronte al Kursaal, ognuno dei presenti avverte come un sussurro nella propria mente con frasi palesemente intimidatorie o cripticamente oscure... i nostri si interrogano e ragionano sull'accaduto pensando varie ipotesi possibili, ad es. la presenza di un Morto o di un'altra presenza ultra terrena con particolari capacità oppure una collettiva suggestione dovuta al loro costante contatto con l'orrore di questi lugubri e folli anni...
Entrando poi nell'estesa struttura, in palese stato di abbandono, nelle stanze agibili del piano terra vengono subito travolti da vari scontri, più o meno impegnativi, con diversi tipi di Morti, quasi sempre mutilati in varie parti del corpo ma armati, il che li fa rimanere ancor più dubbiosi e incerti sulla reale pericolosità di questa apparentemente troppo facile missione di routine e sui suoi reali scopi... chissà quali altri orrori si celano nell'oscurità del vetusto Kursaal...