Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 24 aprile 2013

La battaglia del Brennero



 
Alcuni eroici compatrioti sul fronte alpino

La situazione attuale è che 3 passi sono presidiati dalle forze papali e ben fortificati (Gr. San Bernardo, Maloja e Dobbiaco), mentre un paio sono abbandonati (San Lucio e Santa Maria) e il Brennero è recentemente caduto in mano alle truppe d'assalto del IV Reich.
Il gruppo pensa bene, quindi, di stanziare in maniera abbastanza equilibrata le truppe a disposizione nei passi, poi vengono inviati contingenti militari per il recupero dei due forti abbandonati e i nostri decidono in prima persona di curare la preparazione della battaglia per riprendere il forte sul passo del Brennero.
I nostri ci si recano con la divisione egizia governata dal temuto Petrosis, oltre a milizia papale, frati ospedalieri e interpreti, Excubitores, alcune bande di Cacciatori di Morti e gruppi di Templari e Inquisitori, per un totale di circa 3mila unità.
Si sa poco di come siano organizzate all'interno del forte le truppe tedesche.. i pochi superstiti del precedente attacco raccontano di milizie della Wehrmacht, Ufficiali delle SS.. ma anche di strane creature volanti, somiglianti a sorta di uomini falena.. oltre  a truppe in divisa tedesca ma costituite da Morti.. un pericolo ed un rischio in più, sicuramente.
Inoltre, grazie ai generosi poteri divinatori che la santa spada di Galgano sviluppa nelle mani di Fratello Michele e Fratello Benigno, seppur in modi diversi, i nostri riescono a percepire altri dettagli sugli occupanti del Brennero.. e quindi i nostri cadono preda di visioni malevole.. Morti.. aberrazioni genetiche... cani a due teste.. e quant'altro.
Consci del fatto che espugnare quel fortino del terrore non sarà certo una passeggiata, il gruppo marcia sul Brennero con convinzione; per prima cosa vengono inviati, come carne da macello, diverse centinaia di fucilieri egizi.. quindi gli italici piazzano alcune postazioni d'artiglieria ed iniziano un bombardamento a tappeto del forte tedesco..
Ma i germanici, seppur colti forse di sorpresa, non tardano ad effettuare la controffensiva: truppe della Wermacht costituite da sodati Morti fuoriescono dal forte e iniziano a falcidiare i fucilieri egizi..
Poi la battaglia infuria a tutto campo.. l'esito sembra incerto.. e alla fine anche i nostri scendono in battaglia..
vengono affrontati e battuti a fatica SS, soldati, un feroce Kerberus (Dobermann a due teste, partoriti dai funesti laboratori del Reich..) che per poco non faceva passare a miglior vita il povero malcapitato Padre Bastiano.. e una grottesca e temibile creatura somigliante ad un ragno con zampe formate da membra umane.. gambe.. braccia armate di lunghi coltelli.. un orrore letale.. a stento abbattuto dagli spadoni templari di Benigno e Michele.
La battaglia del Brennero infuria dunque su tutto il passo.. ma quale sarà il suo funesto verdetto..?


Il temibile Generale Petrosis, egizio alleato italico


Una mitragliatrice italica falcidia le truppe germaniche sul Brennero


mercoledì 17 aprile 2013

Il Male non muore mai

...l'oscuro altarino...

Una blasfemia dopo l’altra e il gruppo si ritrova di fronte una densa oscurità.. di fronte.. e poco dopo ci si accorge che è anche sul retro.. dopo un breve conciliabolo e molte reticenze, dubbi, forse per mascherare una malcelata paura di affrontare quell’ulteriore prova, si decide di entrarvi.. dapprima il solo Fratello Michele.. poi gli altri.. e quivi accade l’imponderabile.. ognuno si ritrova solo.. nudo.. incamiciato.. con il cartellino al polso.. in attesa di entrare in sala operatoria.. una porta.. una fioca luce.. uno studio.. un altare.. candele.. una croce.. un libro.. di certo non un testo sacro.. ognuno ha esperienze e versioni differenti di quest’incubo reale.. qualcuno riconosce nel libro le blasfeme parole teutoniche de “Il Misterioso”, oscuro tomo sulla pratica blasfema dell’ipnotismo ed altre eretiche amenità ..
Poi ognuno fa il suo ingresso nella sala operatoria, dove ad attenderli vi è il “medico”.. il "primario".. il "rettore".. il fulcro di tutta questa malevola entità che presiede questo luogo malsano.. medico e infermieri operano un malcapitato paziente inesistente.. lobotomie.. poi tutto si fonde e si crea un turbinio di malvagità.. facce dai lineamenti distorti e disumani.. mani nere.. una voce nelle menti comunica in latino.. per sancire un funesto patto.. che forse qualcuno accetta.. mentre qualcun’altro, forse, lo rifiuta.. fatto sta che ci si trova dinnanzi anche la sacra spada di Galgano.. ognuno alla fine la brandisce, per un motivo o per l’altro.. ognuno si plasma al potere della santa reliquia in maniera differente.. poi qualcuno (o forse ognuno..) si trova nella difficile situazione di dover in qualche modo fronteggiare il male che si trova davanti.. colpi di spada.. dolore nella mente.. mente ormai sull’orlo della follia..ed alla fine per ognuno cala il buio..
Ci si ritrova quindi tutti fuori dall’ospedale.. vivi.. con la santa spada giacente in terra.. del povero Goffredo Usteboge però più nessuna traccia.. probabilmente anche lui avrà affrontato quel male puro.. ed avrà fatto una scelta.. probabilmente..
In ogni caso ormai questo è l’ultimo dei problemi.. il male palesemente è ancora fortemente presente in quell’oscuro e temuto edificio ospedaliero.. forse dovuto alle vetuste pratiche ritualistico – blasfeme perpetrate da qualche primario troppo sicuro di se.. o forse chissà..
I nostri però pensano bene di tornare indietro a Siena.. spiegare l’accaduto alle autorità ecclesiastiche locali e poi fare rotta verso Roma, alla corte papale.
Quivi si ritrova il Consiglio nuovamente riunito.. il Papa ascolta attentamente il resoconto dell’accaduto ed è lo stesso Sommo Inquisitore Santarosa che si incarica di inviare una squadra scelta di suoi inquisitori e padri esorcisti presso l’oscuro Ospedale di Casciano..
Poi si torna a parlare della guerra, della germanica minaccia imminente..
E’ tornato inoltre nell’Imperium anche Fratello Benigno “Brassi, l’egiziano” con notizie più che buone: il divino e faraonico amico Ramesse III si è infatti apertamente schierato con il Papa e sta provvedendo ad inviare sul suolo italico due ingenti battaglioni del suo esercito, formati da alcune migliaia di uomini, un centinaio di feroci Morti e due dei suoi migliori generali, fra i quali spicca il mummificato e potentissimo Petrosis.
Il Papa dal canto suo è ben contento di questa "santa" alleanza, anche in virtù del fatto che il venerabile faraone si è anche impegnato ad aiutare sul campo la liberazione di Gerusalemme, culla del cattolicesimo..
Ovviamente alcuni nel Consiglio pongono anche dubbi.. infatti Frate Agonia pensa quale impatto negativo potrebbe avere per gli uomini italiani vedersi affiancati da Morti egizi.. la questione della famigerata Bolla Papale della Captivitas Intellecti e tutto ciò che ne consegue.. ed è per questo che le truppe egizie per ora verranno stanziate in luoghi isolati ai margini del fronte alpino, pronti all’azione, ma lontano il più possibile dagli italici occhi indiscreti..
Ma vengono discusse ed affrontate tutta una serie di altre problematiche tecnico tattiche sui forti alpini del fronte.. il Gran San Bernardo, il San Lucio,  il Maloja, il Giogo di Santa Maria, il Brennero e la Sella di Dobbiaco.. alcuni dei quali non sono nemmeno presidiati.. poco più che ruderi in stato di abbandono siti in zone non sicure e nemmeno bonificate dai Morti.. quindi il primo dilemma sarà mettere in sicurezza e poi rafforzare e fortificare i vari rifugi sui passi.. e poi si discute sulle fasi di comunicazione.. sulla disposizione delle truppe e sull’arruolamento forzato delle stesse.. e altre cose del genere.. ed i nostri, ovviamente, dovranno essere nel vivo dell’azione, a presidiare uno o più forti alpini, quando arriveranno i primi invasori germanici, vivi o morti che siano..
Militari italici verso il fronte...


 

mercoledì 10 aprile 2013

Lobotomie

La fotografia trovata presso un ufficio dell'ospedale


Per prima cosa Fratello Michele tenta di uscire dal portone d’ingresso dell’ospedale, da dove sono entrati, trovandolo chiuso.. poi Fra Fausto guarda fuori da una finestra, nell’oscurità.. e con un certo disagio si accorge che dove dovrebbe trovarsi il piazzale adiacente all’ingresso è invece presente un ulteriore corpo di fabbrica dell’ospedale, confondendo oltremodo tutta la grottesca e paradossale situazione..
Con l’obiettivo di capire qualcosa di più del luogo ove ora si trovano, i nostri si dirigono alla cerca di una stanza che possa dare l’idea di essere stata una sorta di ufficio amministrativo dell’ospedale.. e dopo alcuni minuti i nostri, fortunosamente, vi si ritrovano.
Quivi possono scrutare molteplici cartelle di pazienti, libri di medicina e parecchie foto appese alle pareti.. foto che ritraggono medici in fasi operatorie.. esaminandole attentamente, Padre Bastiano e Fra Fausto azzardano che potrebbero essere interventi finalizzati alla drastica pratica della lobotomizzazione su alcuni malati..
Continuando, con un filo sempre crescente di tensione, quella buia esplorazione, il gruppo intravede davanti a se il passaggio di una figura vestita con un camice da ospedale, che transita da una porta all’altra, camminando lentamente..
I nostri si armano di coraggio e non solo e varcano quella porta: intravedono una figura inginocchiata a terra e tremante.. avvicinandosi e illuminandolo meglio scorgono in lui i connotati di frate Goffredo Usteboge.. ma nulla ricorda la fierezza e la pericolosità dell’ex inquisitore.. egli ora porta evidenti sulle tempie i segni insanguinati di una recente lobotomia.. lo sguardo vacuo.. solo un mormorio sconnesso dalle sue labbra.. irriconoscibile..
I nostri decidono di ammanettare il malcapitato e portarlo con loro; ma a questo punto Fra Fausto avverte con il suo sesto senso un pericolo malevolo presente nella porta di fronte..
Fratello Michele apre la porta.. si intravede, in un angolo della stanza, la figura di una donna, singhiozzante, camice da paziente, voltata di spalle.
Michele, con cautela, si avvicina a qualche metro da lei e la chiama.. ella si volta, mostrando una faccia a metà fra un presagio di morte, di sofferenza e di follia.. poi fissa il templare.. ed infine emette un urlo stridulo e deformando innaturalmente i lineamenti del volto balza all’attacco; tutti sono coinvolti nello scontro, difficoltoso.. perché questa diabolica entità morde, stritola, urla e infligge puro dolore con il suo tocco, oltre a causare orrore e paura con la sua voce innaturale..
Ma dopo un po’ il gruppo riesce a martoriare irrimediabilmente la paziente.. e a salvarsi la pelle.
Si prosegue quindi con l’esplorazione dell’ospedale, ormai certi che il peggio debba ancora arrivare.
Fausto è scosso nuovamente esente il male dietro una porta alla sinistra del corridoio che si sta percorrendo.. qui Michele entra e vede che vi sono due grandi vasche da bagno in disuso.. poi un attimo di buio, le torce non illuminano più.. Fausto cade.. causa la sua eccessiva tensione occulta ed emotiva.. e quando Padre Bastiano riaccende la torcia e riesce ad illuminare nuovamente la stanza ci si accorge che Usteboge non è più presente e che le due vasche ora appaiono orribilmente colme di un rosso liquido che sembra proprio sangue.. un incubo.. al che Michele accende l’Expiator e trafigge ripetutamente le vasche e il loro carnoso e misterioso contenuto.. forse dei corpi.. o forse, chissà..
In ogni caso, lasciata anche quella funestissima stanza il gruppo percorre un interminabile corridoio.. qui si manifesta nuovamente l’orrore: gigantesche e nere mani fuoriescono all’improvviso da pareti, pavimento e soffitto e si accingono a stritolare il malcapitato di turno, Fratello Romualdo.
Il Templare Michele questa volta indietreggia colto dal panico, Padre Bastiano si accinge a colpire ripetutamente le mani e il Gesuita Fausto mira e spara con il suo vetusto Bodeo, con risultati alterni.. mentre Romualdo urla di dolore ad ogni stretta delle malevole mani..
Per fortuna Bastiano non fallisce i suoi attacchi e alla fine il templare è libero, seppur stremato nel fisico.. e con l’armatura a ormai quasi a brandelli..
Proseguendo, sempre con l’intento di recuperare la sacra spada di Galgano, i nostri scorgono a terra una chiazza di sangue con quella che sembra una lingua umana tagliata di fresco.. Fausto avverte il male nelle vicinanze.. e Michele, spalancando una alla volta le limitrofe porte, viene attaccato da un uomo, senza lingua, con il volto deformato malevolmente.. ennesima manifestazione del male..
Ennesimo duro scontro.. ed ennesima sofferta vittoria.
Dopo qualche altro minuto di percorrenza una densa nebbia si manifesta in fondo al corridoio in fronte ai nostri: Fausto sente che oltre quella nebbia Usteboge è presente.. ma in fin di vita e molto sofferente.. quindi ci si getta a capofitto nell’oscurità.. dopo la nebbia si trova una porta, oltre la quale una grande stanza con una mezza dozzina di grosse catene fissate alle pareti.. ad una di queste è legato per il collo Usteboge.. ma egli è in fase di soffocamento.. e ad almeno 2 metri di altezza.. sollevato da una malvagia forza paranormale ed invisibile..
Il gruppo tenta di liberarlo e spezza la catena, riuscendoci.. ma quando Michele, da ultimo, si accinge ad uscire dalla stanza, il male anima le catene e ad una ad una si fanno sotto e attaccano i nostri, tentando si bloccarli, soffocarli e stritolarli.. ma per fortuna le possenti armi a motore e le lame riescono ad avere ragione anche di queste ferrose e diaboliche insidie…



Una delle "pazienti" incontrate

mercoledì 3 aprile 2013

"B E N V E N U T I"


La rotonda di Montisiepi



Mentre viene deliberato dal Santo Padre che sarà Fratello Benigno a tornare in terra d’Egitto per la seconda, delicata, ambasceria, onde rimediare in maniera tangibile la sbandierata amicizia del divino sovrano del Cairo per fronteggiare l’emergenza dell’imminente attacco germanico, rientra in gruppo Fra Fausto da Firenze, di ritorno dal capoluogo toscano, appunto.
Il gruppo, così rimpastato, deve quindi prodigarsi nel recupero della santa reliquia agognata sia da Sua Santità sia dal Gran Maestro Renato da Chianciano, sempre nell’ottica di avere per le mani un potente oggetto sacro contro la minaccia procurata dalla bellicosità del IV Reich.
Si parte quindi, via treno, per Siena e da lì si rimedia facilmente un carretto e due cavalli per viaggiare in direzione del complesso di San Galgano; il gruppo in città si informa presso i rispettivi ordini e viene tragicamente a conoscenza che pare sia stato nuovamente avvistato aggirarsi nelle campagne limitrofe il malevolo ed eretico Frate Goffredo Usteboge… sicuramente un problema in più..
Ma si parte.. ed il cocchiere di turno, ossia Fratello Michele da Bracciano, si dimostra alquanto maldestro ed in prossimità di un ponticello sul torrente Rosia il carretto si ribalta tragicamente.. causando danni sparsi ai passeggeri e rompendo definitivamente una delle ruote posteriori, rendendosi quindi inutilizzabile.
I nostri, sfiduciati, per forza di cose proseguono lentamente a piedi e con i due cavalli.. e dopo aver fronteggiato alcuni Morti Simplex senza troppa difficoltà, ma col timore che in campo aperto il pericolo sia comunque elevatissimo, si dirigono, per fronteggiare l’imminente nottata, verso uno dei vicini poderi abbandonati.. ma segnato con la consueta e beneaugurante croce bianca, simbolo templare di luogo sicuro.
L’indomani il gruppo marcia sul vicino paesino di Frosini, per rifocillarsi, rimediare un ulteriore carretto e scambiare 4 chiacchere con l’Excubitores di guardia e con il locale Parroco: tutti qui sono ancora scossi dal recente funesto passaggio di Padre Usteboge del giorno precedente.. l’eretico ha predicato e insultato la Chiesa romana e le autorità ecclesiastiche, come suo solito.. e poi ha ucciso col suo Requiem motorizzato uno dei due Excubitore come esempio per tutti i popolani, impauriti da quella figura terribile… infine pare essersi diretto verso Sud.
I nostri, meditando vendetta e giustizia contro quel losco figuro blasfemo, ripartono in direzione San Galgano.. Fra Fausto, con le sue ferventi preghiere mistiche, riesce a percepire che Usteboge probabilmente è anch’egli diretto a San Galgano.. forse per bramosia della santa spada.
Si giunge quindi in prossimità della Rotonda di Montisiepi, sede della reliquia: ma la triste realtà è che la roccia della spada è vuota e rovinata.. tutta la cappella è devastata e dissacrata.. eccezion fatta per l’affresco del Santo Galgano.. è più che probabile che il maledetto Usteboge abbia preceduto il gruppo e si sia impossessato della santa arma, dunque..
I nostri, ormai beffati, ripiegano quindi facendo rotta verso il vicino paesino di Monticiano, per passare la notte al sicuro: qui vengono tragicamente al corrente che l’eretico frate è stato in paese e ha lasciato il segno.. uccidendo anche qui un Excubitores.. ma questa volta brandendo una vecchia spada rugginosa (probabilmente quella del Santo Galgano…) dalla quale, alle invocazioni del frate, sono scaturite fiamme incendiarie che hanno incenerito il malcapitato giovane.
Il popolo quindi è rimasto impressionato e intimorito da quella morte “miracolosa” e si è prostrato ai piedi del folle Usteboge; ma per fortuna, il perspicace Padre semplice di Monticiano ha avuto l’astuzia di stuzzicare il folle frate, inneggiando alla sua grande fede e al suo potere divino.. e convincendo il frate e i suoi (un esiguo manipolo di fedeli) a partire per un impresa in difesa della Vera Fede, da sempre predicata dal folle eretico: infatti a pochi km da Monticiano sorge il vecchio, abbandonato e gigantesco Ospedale Psichiatrico di Casciano, da sempre oggetto di leggende e supposizioni di presenze spiritiche malevole al suo interno.
Ora, sfruttando questa radicata superstizione, il Parroco è riuscito a dirottare la furia dell’Usteboge proprio in questo luogo, chiedendo al “Santo” predicatore di bonificare con la sua fede quel luogo malevolo..
Il gruppo, quindi, parte alla volta del complesso ospedaliero abbandonato, sperando di colpire una volta per tutte l’eretico frate e di recuperare la santa spada di Montisiepi.
Ivi giunti i nostri scorgono alcuni cavalli, sicuramente degli uomini del frate.. oltre ad una tembile scritta in vernice rossa sulla porta di ingresso dell’ospedale: “Infernum est hic”, ovvero “L’Inferno è qui”.
Incuranti e baldanzosi i nosri entrano nel sanatorio, che si dimostra sin da subito di dimensioni esagerate, quasi un labirinto di corridoi e stanzoni in sequenza continua.
Fra Fausto percepisce qualcosa di strano.. vede e sente, da qualche parte dinnanzi a loro, una sedia a rotelle che gigola e si sposta da sola, senza nessuno intorno.. molto inquietante.
Il gruppo pensa bene di cambiare direzione nell’esplorazione.. ma le stanze e i corridoi continuano imperterriti..
Si decide, ormai giunto l’imbrunire, di passare la notte in una stanza ritenuta abbastanza sicura.. ma mentre Fratello Michele vi entra, da ultimo, sente come una mano sulla sua spalla, pur non vedendo anima viva dietro di se.. fenomeni paranormali...
La notte.. il riposo.. quando di veglia ci sono Padre Bastiano e Fratello Romualdo accade che l’oscurità li coglie di sorpresa, facendoli cadere addormentati.. al risveglio la consapevolezza dell’orrore accaduto: ognuno dei nostri ha al polso un cartellino con il proprio nome e la data di nascita, come se fossero pazienti della struttura ospedaliera.. e inoltre Bastiano lamenta dolori alla schiena.. dove Fra Fausto vede con orrore che gli è stata incisa sulla pelle,con una lama, la parola “ B E N V E N U T I ”..  e come se non bastasse le provviste di cibo sono marcite e piene di vermi.. e seppur dovrebbe essere l’albeggiare, dalle finestre non si vede la consueta luce del mattino ma solo una impenetrabile oscurità.. e tutto ciò, ovviamente, non fa presagire ai nostri nulla di buono...




L'ospedale psichiatrico di Casciano