Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 27 marzo 2013

Gerusalemme liberata

La piana di Giza


Prima pagina dell'Osservatore di Santa Romana Chiesa


Gaudium Magnum..! Gerusalemme è libera..!
Ma andiamo con ordine.. e vedremo che alla fine non è nemmeno proprio così..
Ad ogni modo.. siamo nella cripta dove è custodito il tomo blasfemoAl-Azif.. Fratello Benigno dichiara di aver avuto ennesimo contatto psichico con il tomo malevolo.. esso vuole riunirsi alla pagina mancante.. e in molti ne bramano le conoscenze.. a proprio rischio.
Gli altri sono sempre più dubbiosi sulla sanità mentale del templare.. ma continuano a fidarsi, per ora.. così si scoperchia il sepolcro.. i templari stanno a torso nudo ed Expiator accesi alla mano, liberi da armature ormai a brandelli, mentre Padre Bastiano più saggiamente indietreggia e impugna Beretta e spada; sul fondo della tomba uno scheletro con stretto al petto un tomo.. il Necronomicon.. Fratello Michele fa per prendere il libro.. ma l’oscurità tutto inghiotte.. e poi i nostri si ritrovano in quella che pare la piana di Giza, con le sue misteriose Piramidi.. ma c’è anche il sarcofago.. e da questo fuoriescono 4 ombre oscure e maledette, esseri di pura malvagità, che bramano la vita dei nostri.. lo scontro è duro e le ferite si moltiplicano sulla pelle dei nostri.. ma alla fine colpiscono più volte quegli esseri che sembrano liquefarsi e venire assorbiti fra le sabbie.. poi Bastiano si avvicina al tomo in pelle umana.. lo involtola in un panno per non venire a contatto.. ma ha oscure visioni.. poi il buio.. e infine una orribile creatura balza addosso all’Inquisitore dal sarcofago, atterrandolo.. tutti vanno alla carica.. ma questo essere è ancora più temibile dei precedenti, nero come la notte.. Bastiano rischia la morte.. e rimane vivo per un pelo.. alla fine anche questa maledizione viene rispedita alla sabbia.. poi tutti sono intorno al Necronomicon.. Bastiano è tentao dalle sue visioni.. Romualdo si accinge a cogliere il tomo.. ma Benigno non resiste e gli balza addosso per fermarlo.. il libro deve essere suo..! al che Fratello Michele coglie l’occasione e sferra un colpo di Expiator al pacchetto dove è contenuto il libro.. distruggendolo in mille brandelli.
Al che tutti riprendono coscienza di loro stessi.. ci si ritrova nella cripta.. e si decide di tornare indietro..
Dopo ore di tentativi fallaci, solo per puro caso i nostri imbroccano la giusta combinazione della sequenza delle pietre da infilare nella porta metallica per uscire.. e ci si ritrova nuovamente alla piana di Giza, questa volta realmente, o almeno così sembra..
Il gruppo, abbandonate folli idee di fuga dallEgitto, pensa bene di dirigersi verso il Cairo, per rendicontare dell’accaduto il divino Ramesse; dopo qualche giorno di marcia fra le tranquille cittadine egizie lungo la strada principale, si giunge alle porte della capitale.
Quivi Benigno chiede fiducia agli altri: egli infatti vuole recarsi da solo a colloquio con Ramesse per risolvere una volta per tutte la questione e far tornare tutti sani e salvi a casa.
Il gruppo ha molti dubbi.. visti gli squilibri manifestati dal templare ultimamente.. ma quando Michele lo fa giurare sulla Croce tutti si fidano.. o si rassegnano..
Fatto sta che verso sera Benigno varca le porte del Cairo.. per uscire solo all’alba, con notizie raggianti.. Ramesse libera tutti gli italiani prigionieri, con i due incrociatori.. il gruppo è libero di tornare in patria, con la consapevolezza che Ramesse è più che ben disposto ora a stringere un patto di alleanza con il Papa.. inoltre il Divino Figlio di Amon Ra si è impegnato per aiutare il Papato nella riconquista di Gerusalemme..! Che quindi diverrà quindi ben presto libera dai Morti e annessa al Sanctum Imperium.. condizioni straordinarie, certamente.. ma i nostri hanno molteplici dubbi sul prezzo che Benigno si sia impegnato a pagare.. o abbia già pagato al Faraone per ottenere tutti quei benefici insperabili solo poche ore prima…forse si dubita che il templare abbia ceduto a Osiride Incarnato solamente la pagina dell’Al-Azif in suo possesso.. ma tant’è.. e per ora a caval donato è meglio non guardare in bocca.
Indi per cui, fra mille onori, canti, balli e festeggiamenti, il gruppo lascia il Regno di Osiride per tornare, navigando, al suolo italico.. e si va velocemente a Roma, presso il Vaticano, per rendicontare Sua Santità sulla vittoriosa missione egizia appena conclusa.
Il papa si compiace.. ma una nuova minaccia incombe sul Santo Impero: da fonti teutonic

he infatti è giunta voce che il IV Reich sia in procinto di un assalto diretto ai confini italici, sulle Alpi, una vera e propria invasione..!
Il Santo Padre ha quindi indetto un consiglio direttivo per fronteggiare l’emergenza.. insieme ai nostri vi sono quindi i soliti vertici.. il Sommo Santarosa, Renato Da Chianciano.. ma anche i componenti del direttivo.. il Maestro Templare Ferdinando da Rieti, il Magister Giorgio De Cremisi (detto “Frate Agonia”…), il Generale della Sancta Militia Annibale Bergonzoli e un noto Ingegnere, grande esperto di progetti bellici, vecchia conoscenza dei nostri, il Dott. Ing. Mario Timperi.
Ognuno dice la sua.. la situazione è grave.. il Sanctum non ha un esercito in grado di competere con quello germanico.. pochi uomini e male armati.. ma a tale scopo giunge come una benedizione pasquale la notizia della positiva ambasceria svolta presso Ramesse III.. che potrebbe diventare un potente alleato militare sul fronte alpino.
Si delineano quindi le priorità: il Papa esige che qualcuno si rechi al Cairo per definire nero su bianco, in ogni dettaglio, l’alleanza fra il Sanctum Imperium ed il Regno di Osiride, sperando che il divino faraone non abbia cambiato idea e si impegni a inviare concretamente e velocemente molti suoi uomini in Italia.
Inoltre Renato Da Chianciano chiede che qualcuno si prenda in carico la missione di recupero di una importante, potente e santissima reliquia: la Spada di San Galgano, in terra toscana ancora non libera dalla piaga dei Morti.
Quindi il gruppo si interroga su come e cosa fare…


La gioia della popolazione di Gerusalemme alla notizia dell'annessione italica

mercoledì 20 marzo 2013

Dubbi ed enigmi



La funesta Città Senza Nome si dimostra più ostica di ogni previsione; quivi infatti brulicano Morti famelici e più e più volte i nostri sono costretti alla sanguinosa pugna per salvarsi la vita..  senza dimenticare che, sempre sotto la sferza del gelido vento sabbioso, le intricate vie e le basse costruzioni della città sembrano mutare in continuazione la loro geometria.. al fine di disorientare e confondere oltre modo il gruppo.
Tutto questo sino a che Fratello Benigno, sempre guardato con sospetto dagli altri per via della presunta influenza che pare stia avendo la maledetta pagina sulla sua mente, sembra scorgere una sorta di collina, di duna sabbiosa rialzata, sulla cui sommità si ergono frastagliate e scure rocce; l’interesse del gruppo viene subito catalizzato da questa novità e ci si dirige tutti quanti velocemente là in cima.
Qui, fra rocce e sabbia, si nota una specie di fenditura nel terreno, larga circa due metri, da dove parte e scende una ripida scalinata in pietra, a fianco della quale fa bella mostra di se una roccia rozzamente scolpita, similmente a quella veduta in precedenza, con lineamenti umani distorti e inquietanti, segno inequivocabile dell’avvicinarsi al luogo ove dovrebbe essere custodito il temuto Al-Azif, il Necronomicon tanto bramato dal divino Ramesse III.
E proprio dalle profondità di questa fenditura sembra provenire e nascere il gelido vento tempestoso che sin dall’ingresso in questa malevola città ha flagellato i nostri; mentre Fratello Michele quasi inizia la sua discesa, Benigno ha un improvviso attacco di panico.. non vuole scendere la sotto.. anzi, si allontana.. e quindi Fratello Romualdo tenta di farlo rinsavire in fretta, mentre il templare Michele e uno scettico Padre Bastiano iniziano a scendere le scale.
Dopo qualche minuto il gruppo si trova riunito: la discesa fa perdere il senso dello scorrere del tempo.. sembra di scendere per ore, forse giorni.. senza arrivare da nessuna parte.. ma dopo aver constatato per una volta ancora l'insana eccitazione e la frenetica discesa di Benigno, sempre più preso dalla sua blasfema pagina, dopo almeno un paio d’ore finalmente si giunge ad una claustrofobica stanzetta sotterranea.
Qui i nostri trovano una piccola porticina alta si e no un metro, che conduce ad un angusto cunicolo, percorribile presumibilmente soltanto carponi.
Le paure si sommano in tale situazione.. il cunicolo è claustrofobico e buio.. e lungo.. ora è Romualdo a non reggere.. e sviene.. ed anche Michele sembra restio ad entrare in quella trappola perfetta.. ma dopo ennesime prediche e rassicurazioni reciproche, i nostri iniziano a percorrere il cunicolo.. passano i minuti, lunghi come ore.. dopo un quarto d’ora nuove crisi e paure sferzano le labili menti dei nostri, ora bloccati in quel folle percorso dal quale ormai sembra impossibile fare ritorno..
E con disumano sforzo di volontà il gruppo alla fine serra i ranghi e giunge al termine di questo infausto tunnel per ritrovarsi in una ennesima piccola stanzetta di 3x3 m dove spiccano due elementi: un sarcofago in pietra grezza ed una porta di metallo decorata con strani simboli.
La luce delle torce dei nostri illumina una scritta sul fianco del sarcofago, scritta in varie lingue fra le quali, da ultima, il latino..

“Sono il Servo Giusto più Glorioso,
Sulla lapide della mia prigione scrivo ora l'avvertimento
nella lingua del passato, del presente e del futuro.
Nel silenzio della morte, la venuta dei Crociati guidati dall'Ibis attendo.
Del libro sono il custode e da un tempo remoto provengono le mie ossa.
Alla sua follia la mia mente è sopravvissuta,
solo 29 imitarmi potranno, gli altri 42 non potranno seguirmi.
Voi che nel 13° anno giungete nella Città Senza Nome,
non sollevate questa pietra, sotto la quale io vi attendo.”

I nostri quindi ben comprendono quale sia il rischio che molto probabilmente si cela sotto quel sarcofago.. e per il momento decidono di aspettare.. concentrandosi ad esaminare la strana porta in metallo decorata con quel che sembra un pentacolo e con delle pietre dipinte a guisa di simboli astronomici.. sul cui stipite sta scritto (in varie strane lingue ed anche il latino…):

“Oltre me si raggiungono i Tre Re in Terra e la Città si abbandona con salvezza di corpo e anima.
Solo un uomo completo può però passare oltre la mia soglia: chi da un lato domina la mente e dall'altro abbraccia le passioni, mentre dall'alto della sua testa egli costantemente guida gli opposti impulsi.”

Al che, fra vari ragionamenti e congetture più o meno corrette, solo molti dubbi ed enigmi tengono fin troppo occupata la già martoriata mente dei nostri…

mercoledì 6 marzo 2013

La Città Senza Nome



La Pietra Marchiata degli Imohag
Il gruppo si presenta dunque al cospetto del vegliardo Amenokal beduino; Fratello Benigno per primo espone la sua versione dei fatti.. in cambio della conoscenza tramandata da millenni dai saggi Amenokal sulla locazione della pietra marchiata che indica la via per la Città Senza Nome il templare offre una cospicua quantità di oro, fucili, munizioni e altri merci preziose.. il tutto al fine di aiutare l’accampamento Imohag a sostenere l’imminente attacco del Faraone Ramesse, spietato tiranno.. ma il vecchio capo spirituale beduino sembra inizialmente dubbioso.. poi a turno anche Bastiano e Michele da Bracciano prendono la parola e sempre sotto traduzione di Bonomo, favellano col vecchio Tuareg.. il quale alla fine accetta l’accordo.. ma rivela che la posizione della pietra marchiata è solo il primo passo verso la Città Senza Nome.. infatti ogni Imohag conosce la locazione della pietra.. ma i più sanno che codesta indica semplicemente la posizione del primo accampamento Tuareg nel deserto.. solo i saggi Amenokal invece si tramandano le restanti informazioni.. infatti la pietra indica si la via.. ma per imboccarla bisogna trovare la soluzione in un antico testo arabico, un funesto enigma tramandato oralmente da millenni.. un enigma sul quale incombe un’arcaica e sibillina maledizione che impedisce a chiunque ne sia venuto a conoscenza di rivelarlo ad altri estranei, pena una morte istantanea fra atroci dolori e soffocamenti..
“Nessuno dovrà divulgare l'Enigma né alle masse, né ai singoli a meno che non siano loro stessi a venire a cercarle. Solo chi già cerca la Città, può trovare la sua chiave. Solo chi ne è degno, potrà poi tornare.” Questo l’ammonimento del saggio Amenokal.. e poi la rivelazione dell’enigma:
“Alla destra dell'Antico Marchio, quando lo Scarabeo Sacro nasce, i Tre Re mostreranno la via tra le sabbie, dove la città perduta può essere ritrovata. Chi l'ingresso della Città Senza Nome vuole percorrere, segua le orme dei Re fino all'arrivo di Ra.”
I nostri, già meditabondi sull’enigma e consapevoli dell’ennesima maledizione pendente sulle loro anime martoriate, si accingono quindi ai preparativi per la partenza: l’Amenokal fornirà una delle sue migliori guide beduine per condurre il gruppo alla locazione pietra, distante un paio di giorni dall’accampamento, in pieno deserto del Sahara.. e poi si tratterà di rimuginare sull’enigma per capire quale direzione seguire per giungere alla malevola città innominabile.
Difficile è convincere però la sconvolta archeologa Lydia alla partenza: ella brama la pagina del funesto tomo che pensa le sia stata sottratta da un Imohag.. non vuole partire fino a che i beduini non le abbiano restituito la pagina (pagina, ricordiamo, invece sottrattale con l’inganno da Fratello Benigno “Brassi , il Gollum di Dio” la notte prima..); a turno tutti cercano di parlarle.. ma solo l’oratoria di Michele riesce a smuovere la giovane studiosa inglese dalla sua follia.. e alla fine anche lei parte con gli altri, sotto la vana speranza di riavere non solo la pagina ma di poter mettere le mani sull’intero libro.. anche se solo per poi doverlo consegnare obbligatoriamente al divino Osiride Incarnato, ovviamente…
Quindi si parte, con la guida beduina in testa al gruppo, a cavallo di cammelli ed il carro con viveri guidato dal Bonomo.. il primo giorno di viaggio trascorre in tranquillità.. a metà del secondo giorno la guida Imohag avvisa per tempo della presenza di una mezza dozzina di Morti sul cammino, prontamente trucidati dal gruppo, senza problemi.. fino a giungere verso il crepuscolo all’agognata meta.. su una duna si ergono alcune pietre ed al centro di queste giace la famigerata pietra marcata dei beduini, una rozza pietra scolpita in fattezza di un volto umano palesemente tribale e distorto.
A questo punto il Tuareg torna indietro e i nostri iniziano ad arrovellarsi le cervella a lungo per decifrare l’intricato enigma beduino sulla direzione da seguire.. dopo ore di ipotesi l’illuminazione determinante arriva dall’erudizione del domenicano Inquisitore Padre Bastiano, il quale azzecca il parallelismo tra il sorgere del sole  e la luminescenza indicata dalla costellazione delle tre stelle della Cintura di Orione.. quindi fra la tenebra e l’alba di dovrebbe scorgere un raggio fre le pietre indicare la direzione corretta da percorrere.. ed infatti così avviene.. e poi, grazie alla bussola prontamente equipaggiata da Benigno il gruppo riesce a tenere la direzione di marcia anche dopo l’alba.. si viaggia in pieno deserto per una mezza giornata e verso il torrido mezzogiorno accade qualcosa.. una sorta di allucinazione collettiva.. Fratello Romualdo cade in ginocchio e prende ad invocare l’Apocalisse, sconvolto.. mentre gli altri sembrano resistere all’influsso dell’allucinazione patita.. infatti dove solo un istante prima vi era solo sabbia desertica, un istante dopo si erge la derelitta mura di cinta di una estesa città in rovina, fra il turbinare del possente vento del Sahara: la Città Senza Nome si è finalmente rivelata ai loro occhi.
In avanscoperta Benigno, Bastiano, Michele e Romualdo (appena ripresosi, a fatica…) procedono verso la mura di cinta: qui individuano una breccia fra le rovine e decidono di lasciare momentaneamente il carro con Lydia  e Bonomo e di dare un’occhiata all’interno..
Una volta entrati vengono colti da un vento ancor più forte.. sabbia negli occhi e nella pelle.. visibilità scarsa.. e incredibilmente il vento sembra quasi volgere al gelido.. dal torrido di un attimo prima.. altro strano fenomeno di questa blasfema città innominabile.
I nostri quindi cercano riparo in una vicina costruzione in pietra, seppur semi diroccata; con stupore, quando riescono fuori, perdono ogni cognizione d’orientamento.. la città sembra ora un intricato ed enorme labirinto di strade e case in rovina.. vento, sabbia.. freddo.. la breccia nella mura non esiste più.. ognuno ha come l’impressione che la città sia di fatto un’entità con vita e volontà propria.. inoltre si odono alcune grida disumane di probabili Morti famelici in rapido avvicinamento: il gruppo rientra nella piccola costruzione di pietra e si prepara allo scontro.. quattro cadaveri egiziani, rapidi e bramosi di carne viva li assalgono di li a poco.. lo scontro è impegnativo ma lascia indenni le carni dei nostri, ammaccando le loro sole protezioni (benedette).
Con un pensiero a cosa starà accadendo agli indifesi Bonomo e Lydia fuori dalla città, i nostri escono nuovamente dalla costruzione: il paesaggio cambia ancora.. disorientandoli.. altre strade e intricate costruzioni diroccate, seppur sempre differenti da quelle viste in precedenza, si ergono praticamente a perdita d’occhio in ogni direzione.. il gruppo inizia dunque, con timore e senza tante altre scelte, l’esplorazione della malevola Città Senza Nome…

La Città Senza Nome