Il gruppo esce da Villa Bonocore con
sospetti di ogni genere e la strategia scelta per smuovere le acque è
netta, seppur molto rischiosa per Karpenko: il russo infatti, finto
ostracizzato dagli altri, se ne andrà dichiaratamente a dormire
isolato nella casa in costruzione, la casa di tal Paoli Paolo e poi
si valuterà ciò che accadrà, mentre gli altri compagni scelgono la
più comoda ed evidentemente sicura canonica di Don Vinicio.
Ed infatti nella notte avviene il
fattaccio: Fra Fausto dorme sonni turbati e si sveglia con il chiaro
sentore che il cacciatore russo sia in grave pericolo... l'ombra
della Scannatrice... e così il gesuita sveglia gli altri 2 religiosi
e corre subito verso la casa in costruzione, mentre Bastiano e
Benigno si infilano prima armature e quant'altro, per ogni possibile
evenienza.
Fatto sta che Fausto giunge per primo
alla casa e si accorge dell'accaduto: Karpenko giace a terra in un
lago del suo stesso sangue.. un braccio strappato dal corpo, l'altro
in condizioni dilaniate... morto.. probabilmente da pochi minuti.
Il frate è rattristato e insieme
spaventato.. e ancor più quando vede alzarsi il proprio compagno..
il russo infatti prende la parola e chiede cosa sia accaduto.. ma
egli è evidentemente morto, dissanguato e senza un braccio.. Fausto
intuisce possa trattarsi di un raro caso di Homo mortuus inscius (nome comune INCONSAPEVOLE DELLA MORTE).. e
così chiede al compagno come sia avvenuto il decesso.. ben 2
Scannatrici lo hanno aggredito, senza lasciargli scampo... poi il
russo smette di colloquiare, prendendo piena coscienza del suo stato
di non morte.. grande sconvolgimento, quasi sul baratro della
follia... ansia, terrore... ed allora il caritatevole Fausto, subito
prima di fuggire gettandosi da una finestra, mette fine a
quell'abominio, seppur a malincuore, invocando l'aiuto del Signore e
ldelle sue fiamme purificatrici... e quel che fu Karpenko viene
divorato e sciolto nel Sacro fuoco della fede... fra l'altro causando
anche incredibili detonazioni, avendo il russo con se svariate
granate e altre munizioni...
Tutta San Gustavo si accorge
dell'esplosione.. ma il gruppo si riunsice e si aggiorna sulla
tragica sorte del compagno Karpenko... e poi decide per un assalto
frontale, nel cuore della notte, a Villa Bonocore e ai suoi ambigui
abitanti, giudicati, alla luce dei fatti, insindacabilmente coplevoli
dell'accaduto..e quindi in combutta con Scannatrici... o peggio...
Quindi Padre Bastiano ordina al Dott.
Mantelloni e ad uno dei suoi Conversi di presidiare la canonica e Don
Vinicio (sempre per la sua sicurezza...), mentre lui, l'altro
converso, Fra Fausto e il Templare Benigno partiranno alla volta
della malsana villa del conte De Lanzi.
Qui, dopo diverse bussate, nessuno
risponde.. Fausto "sente" nel suo cuore che all'interno
della casa riti blasfemi si stanno perpetrando e gli abitanti si
stanno pure armando di tutto punto; allorchè Benigno accende il
possente Expiator a motore e sfonda una delle finestre sul lato
destro della villa... e si entra.
All'interno della casa, al piano terra,
si combattono molteplici duri scontri con strani uomini nudi dalla
cintola in giù ma travestiti da Torri o Cavalli degli scacchi nella
parte superiore, armati con coltelli, scuri (uno persino con uno
spadone templare...) e pistole Beretta; fra gli altri perdono la vita il cuoco Mariolone ed il Maggiordomo Fedro.. inoltre viene uccisa anche la
bionda figlia del conte, Federica, anch'ella palesemente ostile al
gruppo, probabilmente facente parte di una setta o qualcosa del
genere..
I nostri, quindi, riportando qualche
ammaccatura di troppo nelle armature, arrivano a liberare la strada
sino all'accesso alla famigerata porta di metallo del presunto
mattatoio delle pecore: oltrepassata, a parte il vero mattatoio, si
estende un'intera serie di stanze da esplorare e probabilmente anche
un piano interrato...
In un magazzino vengono rinvenute anche
un paio di nere bara rivestite di velluto rosso e svariati pezzi di
una probabile carrozza funebre di colore nero.. e chissà cos'altro
si nasconde sotto questa casa maledetta...
Si sta come, d'autunno, sugli alberi, le foglie.
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