Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 10 novembre 2010

Da Ravenna a Rimini: l’autobus, i Morti, la villa

L'Autobus Alfa Romeo
Il cancello della villa
L'Autocarro Fiat 626

(Inizia qui il primo capitolo dell'avventura di Sine Requie Anno XIII ambientata a Rimini e dintorni... buon divertimento..)

Ravenna, 09 novembre 1957, ore 16 circa: dal centro cittadino un gruppo di un paio di dozzine di persone sta aspettando la partenza di un autobus diretto a Rimini.

Fra queste vi sono quattro passeggeri sconosciuti ma accomunati dall’aver ricevuto una medesima lettera, una proposta di incarico presso la diocesi riminese, da Sua Eccellenza Mons. Cristiano Valentini.
Due sono Cacciatori di Morti: Vito Di Berra detto "Vipera" , ex paracadutista e reduce di El Alamein e Ettore Zonzini, un passato in un orchestra folk poi autista di frontiera fra Italia e Germania; due invece sono religiosi, un frate penitenziale, Bruno Pericoli, inquietante albino ma esperto medico e un sotium inquisitoris...
Dopo 15 km di percorrenza sulla malmessa strada statale Romea, il rosso autobus arrugginito ha il primo stop tecnico, risolto brevemente ma senza un pizzico di tensione per la sosta imprevista in territori molto pericolosi.
Dopo altri 10 km, più o meno all’altezza della città di Cervia, luogo pericoloso in quanto non liberato dalla piaga dei Morti, purtroppo il vecchio autobus Alfa Romeo datato 1944 patisce un secondo e più tragico stop a causa di un nuovo guasto meccanico: poco dopo la sosta infatti i passeggeri subiscono l’attacco feroce da parte di un folto numero di Morti e la maggior parte non ha scampo.
Gli unici che riescono, non senza alcune ferite e grande spavento, a fuggire dalla scena dell’orrore sono i due cacciatori di morti e i due frati; essi fuggono e sentono dietro di loro le grida agghiaccianti dei Morti e dei restanti passeggeri, ormai perduti… nel buio della sera si lasciano alle spalle il vecchio autobus coi fari accesi sulla Romea, grondante sangue e brulicante di cadaveri ambulanti…
I quattro giungono dopo una ventina di minuti di corsa forsennata ad una mura di recinzione, una cancellata arrugginita, una villa isolata…
Entrano, decidendo di usarla come riparo, cercando qualsiasi mezzo per poter andare a destinazione: Rimini infatti dista ancora circa 25 km da qui…
Nel cortile della villa trovano una rimessa con un vecchio Autocarro Fiat 626 del 1942, di colore azzurro, gomme a terra, un po ammaccato e arrugginito, senza benzina ne chiavi e con il fanale anteriore destro irrimediabilmente rotto; in un angolo del cortile, fra tentennamenti e paure, scovano quello che poi si rivelerà essere un Morto Consuetudinario, il quale, incurante di tutto, continua follemente a “curare” il giardino… ma un Morto incute sempre e comunque una comprensibile e giusta reazione di terrore negli uomini.
In un capanno degli attrezzi poi trovano sia utensili e benzina sia una serra e Padre Bruno Pericoli vede avvicinarsi il cadavere di una donna putrefatta con una minacciosa ascia in mano; la scena è raccapricciante e dopo un lungo scontro i quattro riescono ad avere la meglio.
Successivamente entrano nella villa da una finestra al p.t.; all’interno, esplorando il piano terreno, trovano disordine, abbandono, vecchi ritratti di famiglia, un fucile carcano scarico e all’interno della dispensa un Mortuus simplex (un tempo egli era il maggiordomo di casa) che li attacca ferocemente.
Lo scontro sembra ad appannaggio dei quattro ma nonostante la superiorità , la famelicità del Morto causa notevoli ferite e danni imprevedibili soprattutto a "Vipera" e Ettore… ma alla fine lo fanno a pezzi e lo lasciano fremente sul pavimento…

e chissà ora cosa li attende al piano di sopra…


2 commenti:

  1. Minchia che ingresso!!! Non ci sarei entrato se l'avessi visto così... hahaha! Brrrr!

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  2. Noo, perchè..? Non sembra forse l'ingresso del Paradiso..? Oh Oh ha ha ha..! E invece ci siete entrati, SCIOCCHI..! Adesso bisogna vedere se ne uscite.. vivi..

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