Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

venerdì 12 agosto 2011

Racconti di mare

Sul ponte del mercantile, durante la snervante e inesorabile attesa che lo sciabecco arabo vi abbordi, apprendete molte informazioni, discutendo con il vostro capitano e con i suoi esperti marinai, in merito al nemico, in rapido avvicinamento...

Il temibile Yussuf, Califfo di Granada, si interessò dello sviluppo di una flotta navale dopo aver instaurato un forte califfato in Spagna.
L’obiettivo che Yussuf aveva in mente era l’instaurazione di una base in Africa per utilizzarla come testa di ponte, in modo da allargare il proprio regno e poi attaccare Ramesse III, da lui considerato un infedele usurpatore.
Purtroppo la scarsità di petrolio non consentì il mantenimento delle moderne navi da guerra, quindi il Califfo costrinse gli schiavi umani a progettare e costruire navi da guerra medievali.
Dopo alcuni anni di progettazione e costruzioni, con l’aiuto dello spirito di un pirata saraceno, Mugehid Ibn Abdallah Al Amiri Al Muwafaqq, il Califfo fu in grado di armare una piccola flotta di navi veloci e ben equipaggiate per iniziare la conquista del Mediterraneo.
La ciurma di Mugehid è composta da schiavi umani costretti ai remi, usati anche come fonte di cibo, e da pirati Mortuus Maior, Atrox e Ferox.

MUGEHID IBN ABDALLAH AL AMIRI AL MUWAFAQQ (MUSETTO)
Noto in Italia come Musetto, fu un emiro e pirata saraceno. Aveva basi navali in molte coste del Mediterraneo, principalmente sul litorale spagnolo e nelle isole Baleari.
Nell’anno mille, dopo aver conquistato Torres e Alghero, con una spedizione che contava 110 navi e circa 10.000 uomini, si diresse verso l’Italia e distrusse Pisa, approfittando dell’assenza della flotta pisana, impegnata in una spedizione in Calabria.
Successivamente allestì una rete di pattuglie marittime che si dedicarono alla guerra di corsa nelle acque fra la Sardegna e la Corsica, nessuna nave riusciva ad attraversare indenne quei mari.
Ma lo spirito di vendetta da parte dei pisani non si era certo placato, e nella città toscana la sconfitta dell’abile pirata era considerata assolutamente necessaria.
Nel 1012 Mugehid subì la prima, parziale, sconfitta da parte dei pisani: una flotta di 120 navi attaccò Torres e distrusse la maggior parte delle navi pirata e solo grazie alla sua abilità il saraceno riuscì a fuggire. Musetto, per ora, era ancora libero, e ritornò a Torres non appena i pisani tornarono in patria.
La vendetta di Mugehid non si fece attendere molto, nel 1016 i pisani subirono il tremendo sacco di Luni, la popolazione fu annientata e la città letteralmente incenerita, tanto che ne rimane traccia solo nel nome della regione di cui era capoluogo, la Lunigiana.
La strage suscitò un’enorme impressione nella cristianità, e riuscì a far nascere immediatamente un'alleanza fra pisani, genovesi e Benedetto VIII; le truppe raggiunsero Luni e attaccarono da terra e dal mare.
Per una volta sorpreso dalla rapidità degli avversari al pirata non restò che combattere, ma le sue forze, inizialmente in superiorità numerica, vennero sconfitte dopo tre giorni di estenuanti combattimenti, venendo quasi completamente distrutte.
Il terribile Musetto riuscì a scamparla anche questa volta e riparò nuovamente a Torres, dove le cronache raccontano che fece crocifiggere molti abitanti locali per rappresaglia.
Inseguito da Pisani e Genovesi, stavolta si trovò addosso anche l'ira dei sardi che si sollevarono contro l’oppressore, i pirati furono sterminati, tuttavia il pirata riuscì ancora una volta a fuggire, con un manipolo di fedelissimi, verso l'Africa, nel suo dominio di Bona.
Musetto aveva così perso la sua base in Sardegna e subito pesantissime perdite in uomini e navi, ci vollero quindi ben 6 anni perché egli fosse di nuovo al comando di una flotta abbastanza potente, quando si sentì pronto mosse nuovamente verso la Sardegna.
Stavolta però i sardi avevano tenuto d’occhio Mugehid e, dopo aver organizzato una flotta pisana, sarda e genovese, diedero battaglia in mare aperto, sconfiggendo i saraceni.
Nuovamente rimasto senza flotta, l'inestinguibile Musetto ne ricostituì a tempo di record un'altra e subito si rilanciò, un po’ avventatamente, verso le coste toscane contro i suoi affezionati pisani, ma anche qui, nonostante la sorpresa, venne sconfitto e costretto alla fuga.
Il vento della fortuna di Musetto aveva ormai girato, i suoi piani di conquista del Tirreno erano ormai stati frustrati, e l’influenza di Pisa e Genova sempre più forte, nonostante questo egli rimaneva un temuto simbolo della potenza militare islamica, e le sue navi non cessarono di costituire un pericolo per le rotte commerciali cristiane.
Venuti a sapere che il pirata stava lentamente ricostruendo una flotta, nel 1044, pisani e sardi uniti sferrarono un mortale attacco congiunto alla sua roccaforte di Bona, per eliminarne definitivamente la minaccia.
Gli alleati, dopo un duro combattimento, distrussero la temibile flotta e invasero la città, Mugehid venne trovato in piena notte, trafitto a spada e decapitato, la sua testa venne issata sull’albero di maestra della nave ammiraglia dei sardi, e gettata in mare...

Dopo il Giorno del Giudizio, il Califfo di Granada riuscì a richiamare lo spirito di questo terribile pirata saraceno del XI secolo conosciuto in Italia come Musetto, stringendo un patto con lui: collaborazione per distruggere i faraoni in cambio della distruzione del Sanctum Imperium, che il pirata saraceno considera l’erede dei suoi nemici cristiani.
Musetto appare ora come un uomo imponente, con lunghi capelli neri e orecchini, folti baffi e barbetta, la pelle olivastra e vestito come uno sceicco arabo.
Lo spirito di Mugehid, animato da una volontà indomabile, costruì una piccola flotta di veloci navi a vela, radunò gli equipaggi e una cinquantina di Morti, dominati dal suo potere psichico, e attraversò il mare in piena notte, cogliendo di sorpresa le isole spagnole delle Baleari.
Il durissimo combattimento che seguì vide la distruzione delle forze che difendevano le isole, e un terribile saccheggio che ridusse tutto in macerie. Gli unici edifici che rimangono attualmente in piedi sono le fortezze più importanti, ricostruite completamente.
Dopo aver ripulito Algeri dai Morti, insediandovi un Mastino della Jihad e utilizzandola come base, Musetto distrusse Tunisi, poi volse la sua attenzione verso le coste del Sanctum Imperium.
Come sua abitudine, il pirata negli ultimi anni ha quindi iniziato a saggiare la potenza navale dell’avversario, attraverso diversi scontri con la flotta italica...

La nave di Musetto (Al Hataf)
L’audace Mugehid Ibn Abdallah, conosciuto dai cristiani come Musetto, si è fatto costruire una nave filante e molto manovrabile, adatta alle sue caratteristiche di combattente imprevedibile e mortalmente rapido.
Si tratta di uno sciabecco dal disegno classico, un tre alberi disegnato più per la velocità che per l’armamento o le capacità di carico.
Le ampie vele latine sono bianche, mentre lo scafo è dipinto con un color nocciola chiaro e le murate di verde, a poppa, unico ornamento, una scritta in oro laminato riporta il nome della nave, Al Hataf, La Morte.
Lunga 42 metri e larga 6 e mezzo, con un solo ponte, tre alberi e un lungo bompresso la nave di Musetto è in grado di raggiungere anche i venti nodi, in condizioni di vento teso, ma anche la più debole bava può spingerla a una discreta andatura.
Nessuna bandiera o insegna è issata sugli alberi durante la navigazione, solo durante i combattimenti un grande drappo verde viene alzato a poppa.
L’armamento è costituito da quattordici cannoni in bronzo da 64
libbre e da due colubrine caricate a mitraglia, con le quali viene spazzata la coperta delle navi avversarie prima di abbordarle.
L’equipaggio è formato da un centinaio di uomini scelti, uomini di mare che manovrano le ve le e governano la nave, ma, se necessario, partecipano alle razzie o agli abbordaggi.
A questi abili marinai vanno aggiunti quindici soldati della guardia personale di Musetto e trenta Morti, controllati mentalmente dal pirata saraceno, una temibile forza d’assalto in grado di seminare morte e distruzione tra i nemici...


(tratto dall'ambientazione "Mare Nostrum" scritta da Domenico Botti e Giampaolo Rai)

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