Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

giovedì 21 aprile 2011

Carneficine e Battesimi

Il gruppo pensa bene di andare all’assalto di Villa Bellavista dividendosi: i due Soci inquisitori distraggono i conversi alla porta d’ingresso mentre i due templari e il cacciatore si intrufolano scalando la mura da un altro lato.
Fatto sta che mentre Padre Bastiano e Frate Rivolta intavolano lunghe e confuse discussioni con due dei conversi di guardia, con lo scopo di distrarli e di far loro perdere più tempo possibile, gli altri scavalcano, entrano, percorrono parte dell’esteso parco interno della villa e giungono in prossimità di un viale alberato che conduce fino all’ingresso del piano terra.
Qui vedono che ci sono una mezza dozzina di conversi armati che sorvegliano un loggiato e due rampe che scendono nell’interrato.
I tre optano per un assalto frontale e mentre Ettore agisce da cecchino e dinamitardo dal limitar degli alberi, Fratello Remigio e Fratello Michele caricano, spadoni in pugno, verso i nemici, colti piuttosto di sorpresa nel vedersi arrivare incontro due templari furiosi.
A questo punto anche i due Soci inquisitori, udendo gli spari e le esplosioni delle granate, decidono improvvisamente di smettere di parlare e di iniziare a combattere.
Dopo pochi minuti il giardino della villa è teatro di una vera e propria carneficina: tra corpi fatti a pezzi, interiora umane dilaniate dalle granate di Ettore, caduti poi Risvegliati e fatti nuovamente a pezzi dalle lame degli spadoni templari e dai due Soci… un massacro. Il gruppo riesce così ad avere ragione di almeno una dozzina di Conversi, riportando però diverse ferite da arma da fuoco, più o meno gravi.
All’interno della villa, poi, al piano terra, vengono trovati diversi gruppi di persone vestite con cappe, mantelli e maschere di colore viola e rosso porpora, in evidente stato confusionale, probabilmente gruppi di invasati fedeli del cosiddetto “Dio della Carne”, nuovo culto creato dal folle inquisitore Eymich; a causa della tensione e della fretta Ettore, fra l’altro, ne uccide ben 4 accidentalmente in un sol colpo, lanciando loro inavvertitamente una granata… cose che capitano.
Al piano superiore viene trovato l’alloggio, ora vuoto, di Padre Eymich e la sua biblioteca personale, contenente anche un sospetto libro rilegato in pelle chiuso da un lucchetto… e infine due porte risultano chiuse a chiave.
I nostri decidono allora di esplorare l’interrato e qui trovano il vero nucleo dell’orrore: Padre Eymich, insieme a due conversi, sta per dare inizio al suo agognato “Battesimo del Sangue”… con un colpo del suo affilato Requiem, infatti, trancia la catena alla quale è legata un’orribile creatura, il suo blasfemo “Dio della Carne”: un essere alto circa 3 metri, costituito dall’unione di più parti di cadaveri cucite insieme con fil di ferro e travi di metallo in un unico spaventoso costrutto dai giganteschi pugni, decine di bocche fameliche, un Morto di dimensioni inquietanti, pericolosissimo e dalla ferocia inaudita.
Lo scontro inizia subito in maniera cruenta con l’ennesimo, mortale, lancio di granata ad opera di Ettore Zonzini: l’esplosione fa a pezzi i corpi dei due conversi e uccide anche l’anziano e folle Padre Eymich ma il suo “Dio della Carne”, seppur coinvolto nell’esplosione, è ancora in piedi. Il gigantesco Morto infligge gravi ferite ai nostri ma alla fine viene mutilato più volte in particolar modo dai possenti fendenti dei due templari.
I nostri rinvengono sul cadavere di Eymich un mazzo di chiavi con le quali riescono finalmente ad accedere alle due stanze sbarrate del piano primo: in una trovano il cadavere legato e risvegliato di quello che Padre Bastiano riesce a riconoscere essere stato l’eretico e famigerato alchimista e negromante greco Lopulayos, evidentemente in combutta con il da lui plagiato Frate Eymich mentre nell’altra viene trovato il cadavere immobilizzato e risvegliato di un templare, probabilmente Fratello Benedetto, inviato mesi prima dalla Rocca di Napoli per investigare sugli strani fatti del paese.
Con una delle chiavi di Eymich riescono anche ad aprire il lucchetto del libro rilegato in pelle: è una sorta di diario scientifico in lingua latina, italiana e greca, scritto probabilmente a quattro mani dallo stesso frate e dall'alchimista greco suo complice Lopulayos avente per tema le pratiche blasfeme necessarie per unire insieme più Morti in un unico essere e altre orribili nozioni necromantiche sul tema.
Così termina presumibilmente l’orrore celato a San Sebastiano in Colle… ed ora alcuni chiarimenti e risposte sono ovviamente attesi sia in quel di Napoli sia a Rimini… in particolar modo per discutere sull’operato dei Cavalieri Templari e soprattutto degli Inquisitori in merito a quanto accaduto in questo sperduto angolo dell’entroterra campano.

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