Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 6 febbraio 2013

Sekhmet

Sekhmet

Accettati, praticamente senza condizioni, i patti dettati dal Faraone Ramesse III, Giusto Fra i Giusti, i nostri si accingono agli ultimi preparativi prima di affrontare il trasferimento in quel di Tanis, per debellare la minaccia pseudo divina dell’ira funesta della dea Sekhmet.
Dopo aver rimediato alcune parti di equipaggiamento, magnanimamente concesse dall’illuminato sovrano d’Egitto, i nostri vengono informati dal funzionario Bonomo (il quale li seguirà nelle loro imprese come interprete, seppur palesemente di malavoglia, ma obbediente alla volontà di Ramesse) che il Gran Sacerdote di Iside e Osiride, il sommo Arasu, vuole incontrarli; egli dimora in un’ala periferica del dorato palazzo – tempio faraonico, meno lussuosa, più oscura e inquietante.
Arasu, un temibile morto, fa spiegare a Bonomo che per meglio affrontare i pericoli nelle terre d’Egitto i nostri, blasfemi cristiani  infedeli italici, dovranno dotarsi di speciali amuleti da lui assemblati personalmente e quindi vengono consegnati ai nostri un amuleto per ciascuno, raffiguranti rispettivamente le divinità egizie di Ra, Iside, Osiride e Sekhmet.
Congedati dall’oscuro sacerdote i nostri vengono a sapere che uno di loro avrà ora la possibilità di un colloquio con la precedente ambasciata italica; quindi Fratello Benigno da Frittole si propone e viene condotto in un lussureggiante giardino dove, fra ancelle e delizie per il palato e gli occhi, su una panca dorata, lo attende il Vescovo messinese Schirripa, nalla sua più dorata forma di reclusione, in compagnia del Templare Adepto Fratello Salvatore e del Generale De Veris. Dopo un rapido scambio di battute Benigno viene a sapere che il Vescovo e Fratello Salvatore suppongono che la Bocca di Ra, Ureo, sia in realtà il 4° Arcangelo, Uriel… mentre De Veris teme la figura del giovane portavoce di Ramesse e lo paragona ad una entità diabolica… quale sarà la verità..? In ogni caso il Vescovo e gli altri sono più interessati alla loro liberazione che ad altre discussioni… e fanno il loro ovvio in bocca al lupo a Benigno.. rivelando che si dice che Ramesse pare abbia già inviato nei mesi scorsi molteplici truppe a Tanis con lo scopo di pattugliare le rovine del tempio della dea Sekhmet, per lo più giovani reclute, male armate, senza che queste abbiano ovviamente mai fatto ritorno..
Il gruppo, ricompattatosi, si accinge alla partenza: un autocarro li trasporterà fino alla vicina città di Tanis. Lungo il tragitto si attraversano villaggi e paesaggi sempre caratterizzati dal dualismo fra vivi e morti, a stretto “pacifico” contatto.. che il faraone veramente riesca a vegliare e a proteggere il suo popolo..?
Giunti a destinazione i nostri, insieme a Bonomo, si dirigono subito al palazzo del locale Nomarca, tale Mohammed; senza avere particolari rivelazioni e o informazioni ulteriori dal governante, viene data loro una guida per le vicine rovine dove pare aggirarsi la furia della dea leonina che tante vittime ha mietuto negli ultimi tempi; ivi giunti la guida e il Bonomo ritornano velocemente a Tanis, per la loro sicurezza.. e il gruppo si accinge ad esplorare la vasta zona occupata dalle rovine del tempio di Sekhmet.
Qui ovunque si ergono mura screpolate dai secoli, grandi colonnati icrinati, geroglifici scalfiti, statue e bassorilievi raffiguranti la dea femminile con testa di leone.. e anche alcuni sparuti gruppi di Morti. Stranamente non sotto il benevolo controllo del divino Ramesse e quindi apertamente ostili ai viventi: ma le lame templari e il fervore di Padre Bastiano li fanno a pezzi senza batter ciglio.. a più riprese si fanno avanti circa tre mezze dozzine di cadaveri rinsecchiti… rispediti all’inferno.
Poi, entrando nell’ennesimo ampio colonnato, d’improvviso un ruggito e un balzo: la furiosa "personificazione divina" di Sekhmet piomba addosso al malcapitato Bastiano. I morsi e la rapidità di Sekhmet sono incredibili e questa figura incute forse anche più timore della famigerata italica Scannatrice; fatto sta che Benigno in pratica sviene per qualche istante e gli altri restano per un attimo come impietriti alla orrorifica vista dell’essere.. che ne approfitta, lanciandosi più volte all’attacco, devastando con i suoi morsi letali le armature dei nostri.. Poi lentamente il gruppo si riprende e serrati i ranghi si passa all’offensiva: Sekhmet viene ferita molte volte e il suo braccio sinistro cade, mozzato, a terra.. ma anche le protezioni dei templari sono ormai ridotte al minimo.. grandi rischi.. il gruppo si prepara.. Sekhmet si aggira felina e rabbiosa  fra le colonne, aspettando di colpire, ma conscia dei danni subiti dagli italici nemici.. Fino a che, dopo una logorante attesa, i nostri attaccano all’unisono e dopo aver ricevuto altri colpi dalla felina creatura, finalmente Fratello Romualdo riesce, col suo Expiator, a sventrare in maniera definitiva la blasfema creatura.. ora ridotta a un mucchio di carne fremente al suolo.. evidentemente di dea non si trattava.. ma di carne Morta, feroce e affamata..

2 commenti:

  1. La gatta sulla colonna che scotta! hahahahaha!! CREPA BALDVACCA!!!

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  2. Non cantare vittoria troppo presto.. Avete vinto una "battaglia", forse.. ma l'esito della "guerra" è ancora mooolto incerto, sciocco templaro..! Oh Oh hahahaha..!

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