Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 20 febbraio 2013

Imhotep, l'Al-Azif e la Città Senza Nome

Imhotep


Messa in sicurezza la divelta testa della feroce creatura appena ridotta in pezzi, a guisa di inequivocabile prova da mostrare al venerabile Ramesse, il gruppo ritorna al nucleo urbanizzato di Tanis, per relazionare sull’accaduto il Bonomo e ripartire con la prima polverosa corriera alla volta del Cairo.. e fra l’altro sia Padre Bastiano sia il templare Benigno notano che almeno dalla loro partenza è sempre presente un Ibis in cielo, come a seguirli.. o forse quasi a spiarli.. brutti presentimenti..
Ad ogni modo, ivi giunti i nostri si recano subitaneamente alla sala del faraonico trono presso il dorato palazzo-tempio e raccontano a Sua egizia divinità lo scontro vittorioso contro la presunta dea Sekhmet.. rivelatasi poi niente meno che una blasfema creatura morta e cucita insieme probabilmente da qualche avverso e funesto negromante per l’occasione.. ma questo è un dettaglio che non interessa troppo al divino sovrano dell’Alto e del Basso Egitto.. sempre circondato da dozzine di aggraziate fanciulle semi nude, le due possenti sfingi ai suoi piedi, il Generale Petrosis e il giovane Ureo ai suoi lati.. e questa volta anche un terzo uomo si erge al suo fianco.. è il suo secondo Generale, l’Ufficiale britannico Sir Nolan Magruder..
Ramesse, soddisfatto dell’operato degli infedeli italici e sempre felice di debellare ogni forma di eresia e superstizione dal Regno di Osiride, chiede però che venga esaudito un ulteriore suo desiderio: vuole che uno dei templari dia dimostrazione dell’uso delle formidabili armi a motore che si portano in spalla, i temuti Expiator.
Fratello Benigno da Frittole si presta quindi a questa facile dimostrazione, facendo a brandelli un inerme suddito Morto, totalmente ammansito dal potere e dal volere del suo divino faraone..
Osiride Incarnato si dice molto interessato a quelle armi.. come anche al progetto Cherubin.. il progetto inerente la nascente nuova aviazione papale.. come poi egli abbia avuto notizia di queste informazioni non è dato sapersi.. ma tant’è.
In ogni caso il faraone comanda che entro un paio di giorni il gruppo riparta per la seconda missione pattuita, ossia la scorta della giovane archeologa inglese Lydia Hichingooke alla ricerca del famigerato tomo Al-Azif.
Ramesse III spiega che la prima tappa sarà la città di Tell El Amarna, nel Nord del paese, importante crocevia e snodo commerciale, sede del glorioso Tempio di Toth, amministrata da uno dei suoi più illustri Visir, il Gran Sacerdote del Dio Toth, nonché famigerato Architetto, il leggendario Imhotep, un potente Morto che viene dal passato, proprio come il faraone.. uno dei maggiori studiosi ed esperti dell’Al-Azif.. e quindi Ramesse vuole che il gruppo cominci le sue ricerche sotto la sua guida e che una volta recuperato il tomo, prima di consegnarglielo, lo facciano visionare anche a Imhotep, il quale, ovviamente, è stato preventivamente informato di tutta la faccenda e si è reso pienamente disponibile a collaborare nell’impresa.
In ogni caso prima della partenza c’è ancora un po’ di tempo..
Fratello Michele si reca quindi, sempre con l’ovvio permesso di Sua Faraonica Santità, nuovamente in visita alla precedente ambasciata italiana; porge i suoi saluti al Vescovo messinese e al Generale De Veris e poi si intrattiene a parlare con Fratello Salvatore e concorda saggiamente con templare di ottenere alcuni preziosi ricambi per le loro danneggiate armature.. oltre a domandarsi ulteriormente se sia buona cosa agire per consegnare il Necronomicon proprio ad un essere palesemente blasfemo come Ramesse… ma non sembrano, al momento, esservi altre soluzioni.. vista anche la conclamata astuzia e i disumani poteri del divino Osiride Incarnato.
Benigno invece, in compagnia di Padre Bastiano, pensa bene di camuffarsi da civile egiziano e di pedinare segretamente Antonio Bonomo, funzionario italico di Ramesse, per capire quali siano le sua frequentazioni fuori dal palazzo e magari scoprire qualche falla.
I due seguono quindi il Bonomo, il quale si dirige verso sera, attraversando il quartiere dei Bazar, ad un Caffè; all’interno i nostri vengono subito intercettati dal probabile padrone del locale, tale Mr. Fadi, un affabile egiziano che dopo qualche tentativo in inglese, francese e tedesco, finalmente indovina la nazionalità e la lingua dei due frati in borghese.
A questo punto Benigno scende a tratta con l’egiziano: se egli terrà d’occhio il Bonomo per qualche giorno e ne scoprirà qualche segreto o infrazione, il templare farà dono a Mr. Fadi del suo stesso Expiator a motore, arma di inestimabile valore e soprattutto oggetto del desiderio del faraone.. un dono prezioso.. ma anche pericoloso.. in ogni caso Mr. Fadi non sembra disprezzare l’accordo.. e ci si rimanda a fra qualche giorno, onde scambiarsi eventuali novità e notizie..
Giunge quindi il momento della partenza per Tell El Amarna; arriva a palazzo anche la bella archeologa Lidya la quale dopo un breve sunto a Ramesse e al gruppo delle sue ultime dritte per individuare il libro agognato, si dice pronta alla partenza.
I nostri, con la giovane studiosa inglese e Antonio Bonomo, vengono fatti salire sull’ennesima corriera, direzione nord; durante il viaggio i nostri scambiano qualche battuta con l’archeologa e sia Benigno sia Fratello Romualdo chiedono timidamente di poter visionare la pagina del Necronomicon che ella custodisce, scoprendo con orrore che mentre sono loro a gettare anche solo fugacemente uno sguardo su di essa, memori dei rischi per chi legga il blasfemo tomo, il testo appare scritto in perfetto italiano.. in ogni caso si arriva senza troppi intoppi a destinazione e il Bonomo inizia a tessere numerosi dialoghi locali sino ad arrivare ad un accolito del tempio di Toth, il quale iniza a condurli verso il palazzo di Imhotep.. facendoli però passare non dalla strada principale in mezzo ai Bazar, ma, seppur scusandosi, da vie secondarie e vere e proprie fetide fognature sotterranee.. per una maggiore discrezione e sicurezza, si dice..
Il lungo e maleodorante tragitto finisce risbucando in superficie proprio di fronte al colossale Tempio di Toth; all’interno un solitario Imhotep li attende..
Comincia così un lungo scambio di informazioni.. dialoghi e scambi di nozioni fra Imhotep e Lydia Hichingooke, col gruppo in venerando ascolto, anche se leggermente inquietato dall’ennesima presenza blasfema di quest’Architetto millenario che ammorba le magiche e strane terre d’Egitto..
In pratica la leggenda vuole che il tomo sia stato nascosto da un arabo, tale Abdel, in un luogo chiamato la Città Senza Nome, sparso da qualche parte nello sconfinato Sahara.. ma che vi sia però una pietra che ne indichi, in qualche imprecisata maniera, la via.. e che l’ubicazione di tale pietra sia nota ai beduini del deserto, gli Imohag o Tuareg, i cui capi spirituali, gli Amenokal, se ne tramandino oralmente la locazione da generazioni.
Imhotep fornisce inoltre al gruppo una ingente quantità di oro (che va a sommarsi a quanto già dato per lo stesso scopo da Ramesse), onde finanziare l’eventualità di un pagamento per estorcere le informazioni agli Imohag.. oppure, data la loro fiera natura di guerrieri del deserto, si potrebbe meglio ottenere la loro fiducia forse dando dimostrazione di coraggio o di abilità militare ai loro occhi.. in ogni caso non sarà facile ottenere di parlare con uno dei loro capi, un saggio Amenokal..
I nostri quindi si tolgono per sicurezza le insegne cristiano-templari, pur mantenendo le armature (leggermente roventi sotto il sole desertico..).. infatti le tribù beduine sono in aperta contravvenzione ai severi dettami del Figlio di Amon Ra e praticano ancora impunemente la religione islamica..
Il gruppo riflette ora su quale possa essere il modo migliore per entrare in contatto con i guerrieri Tuareg.. forse attraverso una rischiosa infiltrazione nel mercato nero, sicuramente presente in qualche sparuto villaggio limitrofo.. oppure fingendosi scorta di una carovana e facendosi successivamente assalire dai beduini durante la percorrenza di una strada meno battuta.. oppure ancora andando in giro, interrogando e malmenando mercanti e venditori vari per estorcere le locazioni delle tende degli accampamenti nomadi, scelta questa decisamente poco ortodossa..


Un Ibis, uccello sacro in Egitto

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