Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

giovedì 5 aprile 2012

Proiettili, fede e fiamme


Il gruppo si divide come preventivato: Benigno e Fausto risalgono in superficie per chiedere spiegazioni fittizie sullo scomparso Don Ferrino, mentre Bastiano ed Ettore restano appostati nei cunicoli per cogliere in fallo eventuali persone coinvolte.
Accade che il templare e il gesuita si recano subito alla chiesa di Nardò, dove li accoglie un sorpreso Don Gualdo: Benigno lo incalza da subito con pressioni, accuse velate e domande scomode, anche se il parroco non sembra scomporsi più di tanto.
La discussione si sposta fino alla botola di accesso ai cunicoli sotterranei presente nella chiesa, ma anche qui il prete locale dichiara di non essere al corrente di nulla di strano che possa avvenire di sotto, nelle vecchie cantine.
Nel frattempo Padre Bastiano ed Ettore sentono dei passi e iniziano a scorgere una fonte di luce in avvicinamento: è frate Cosimiro insieme a un paio di Excubitores armati di doppiette.
Le due fazioni discutono per lunghi minuti e i toni si fanno da subito molto tesi… sembra inizialmente potersi profilare la possibilità di un accordo per una soluzione più diplomatica… ma poi invece salta tutto.. e scoppia la violenza.. infuria un sanguinoso scontro a fuoco, fatto di colpi di Bodeo e doppietta da entrambe le parti e quindi sia Ettore sia i due Excubitores restano gravemente feriti già dopo i primi spari.
Ovviamente, dalla chiesa, Fratello Benigno e Fra Fausto odono da subito il rumore dei colpi e dopo aver inutilmente chiesto spiegazioni ad un esterrefatto Don Gualdo, il templare spalanca la botola e scende nuovamente nei cunicoli, intuendo di dover dare man forte ai suoi compagni.
Benigno si orienta seguendo il rumore dei numerosi colpi… e ben presto giunge sul luogo dello scontro; accende subito il suo temibile Expiator, per attirare l’attenzione su di se.
Poi si apposta dietro un angolo e quando vede avvicinarsi un ignaro Excubitores, ripone l’arma a motore, reputata troppo pericolosa per questo scontro, imbraccia lo spadone templare e lo decapita, sorprendendolo, in un sol colpo.
L’intervento del templare di Frittole è determinante per l’esito dello scontro in quanto i nostri riescono così ad avere la meglio; l’ultima mossa di Cosimiro è la funesta granata incendiaria in dotazione ai francescani, con la quale tenta di incendiare se stesso insieme a Benigno.. ma il templare riporta solo poche ustioni e il frate invece, divenuto una torcia umana, arde vivo in pochi minuti.
Lo scontro è vinto ma Bastiano è rattristato.. probabilmente a causa delle nuove e numerose morti che ha dovuto vedere; Ettore è gravemente ferito ad una spalla e Benigno leggermente ustionato.
Di sopra invece Fausto si fa sfuggire Don Gualdo il quale, dopo l’ennesimo sparo udito, scappa via in preda al panico.
Il gruppo quindi si ricompatta ed esplorando l’ex municipio, dimora di Cosimiro, rinvengono un libro oltremodo ritenuto blasfemo e arcano, rilegato in pelle umana, il famigerato diario del folle inquisitore Eymich, sunto e raccolta delle sue impressioni e dei ragionamenti elucubrati insieme al famigerato negromante greco Lopulayos… fatto per lo più di schemi e disegni.. e note in greco antico su come unire insieme corpi vivi e morti e o parti di essi…collegamento già azzardato dal gruppo, collegamento che forse lega Cosimiro ad Eymich e a chissà chi altri…
Preso in consegna il libro dal Gesuita Fausto (all’apparenza sempre più provato e quasi turbato dai suoi incubi notturni e dalle allucinazioni anche diurne…), Benigno raduna attorno a se gran parte degli abitanti di Nardò e li catechizza spiegando loro la morte di Cosimiro e lo svolgimento dei tragici eventi che ne sono conseguiti; il popolo si fida della figura dell’Adepto e si attiene alle sue disposizioni.
In seguito i nostri radunano le loro cose e ripartono per relazionare dell’accaduto il vescovo di Bari, dirigendo il loro carretto dapprima verso Galatina.
Durante il tragitto Fausto dichiara agli altri di aver “sentito” un pericolo imminente e infatti dalla boscaglia all’improvviso fuoriescono urlanti tre ferox affamati e veloci; Ettore, avvisato, ne crivella uno con la sua doppietta mentre gli altri due non fanno in tempo ad avvicinarsi che ardono inspiegabilmente fra delle fiamme, apparentemente piovute dal cielo… il gruppo poco si interroga quando i “miracoli” sono a loro favore ed anzi Benigno ringrazia apertamente il Signore per questo ennesimo “dono”…
Giunti a Galatina scambiano qualche battuta al “Cavallino Bianco”, poi ripartono, lesti, prossima meta Lecce; a metà strada scorgono un grosso accampamento militare ai margini della strada.
Ettore riconosce subito le tragiche insegne della "Death Legion", banda di Cacciatori di Morti molto nota e famosa per la sua risolutezza e brutalità, sempre al limite del lecito e del consentito...
Invece l’incontro è abbastanza amichevole.. anche se i nostri vedono alcune stranezze in quell’accampamento militare.. una specie di travestito maltrattato e insultato da tutti ed una testa di morto tenuta in bella vista…ma in sostanza il Generale Moore, capo della Legion, vuole scambiare un’informazione col gruppo, ovviamente a pagamento.
I nostri raccolgono una somma abbastanza soddisfacente e oltre a qualche altro interessante baratto, il Generale rivela che in un paese limitrofo, Copertino, pare essersi insediato da qualche giorno a predicare il famigerato Padre Domenico Goffredo Usteboge, Inquisitore eretico, ora scomunicato, ricercato e temuto dalla Chiesa e dall’Inquisizione di tutto in Sanctum Imperium.
E ora che si fa..?

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