Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 13 luglio 2011

Verso Ravenna

Antica mappa della città di Ravenna

I nostri decidono, prima di dedicare qualche ora almeno allo studio della ritrovata "Pseudomonarchia dei Demoni", di riunirsi, congedarsi dagli esterrefatti abitanti di S. Ezechiele raccontando loro l'accaduto e consegnare in manette i due Probi Viri coinvolti alla prima caserma di Excubitores incontrata. Lo studio del nero tomo porta al gruppo notevoli conoscenze sui vari demoni, alcuni dei quali già incontrati, o almeno le loro maschere... e soprattutto sui vari usi e costumi della setta, come ad esempio, saluti rituali e segni distintivi. Inoltre riescono a tradurre una precedente lettera intuendo l'ora e la data di un ipotetico incontro, in una piazza ravennate, con un emissario della setta, il quale dovrebbe poi condurli, dopo una domanda di rito, nel luogo del famigerato e blasfemo rituale.
I nostri quindi marciano verso Ravenna e si fermano in vista della Stazione del Dazio ravennate, posta insolitamente a ben 20 km dall'ingresso vero e proprio della città. Qui consegnano i due prigionieri al parroco Don Bellinzoni e ai suoi Excubitores, raccontando brevemente le vicissitudini orribili di S. Ezechiele; inoltre, all'interno di una gabbia di pentimento, Fratello Benigno incappa nei lamenti del malcapitato ospite forzato, Ignazio Beppi, ivi rinchiuso a causa di una serie di bestemmie durante una partita a carte... ma il Templare, seppur impietosito, decide di non intercedere x tentare di ridurre la pena al contadino. Inoltre, nella locanda della stazione, ci sono alcuni Cacciatori di Morti in attesa di lavoro... fra i quali anche i due loschi individui che hanno rapinato l'Ing. Timperi pochi giorni prima. Al che i due Templari attuano un'azione di mediazione e di dialogo, lasciando in disparte le bramosie di vendetta dell'Ing. e la sete di sadica giustizia dei 2 Soci Inquisitoris... alla fine i due si dichiarano colpevoli, consegnano il maltolto, i fogli di via e le armi e si rimettono alla clemenza dei Templari, che li obbligano a restare almeno per un po' alla stazione al servizio del parroco, come compito "socialmente utile"...
Ripartiti nuovamente in direzione Ravenna, i nostri, dopo qualche altro km, incappano in una situazione di pericolo: sulla strada c'è un carrozzone, con due cavalli sventrati accanto e un paio di cadaveri affamati e putridi che stanno cercando di entrare, raspandone la porta. Senza pensarci 2 volte il gruppo fa a fette i Morti e libera due persone asserragliate all'interno del carro: sono Filippo e Niccolò Gallio, padre e figlio di 9 anni, di professione burattinai ambulanti. Dopo un breve dialogo, i nostri scortano i due alla vicina stazione del dazio; i burattinai, come ringraziamento, allestiscono uno spettacolo a tema religioso x i loro salvatori e infine cedono, non senza qualche reticenza e timore, alla richiesta del gruppo di creare x loro un paio di maschere demoniache, allo scopo di potersi infiltrare nella setta.
I nostri si dirigono, questa volta senza intoppi, a Ravenna e vi giungono entro la giornata. Qui valutano il da farsi, avendo ancora un paio di giorni di vantaggio sulla data indicata nella lettera x l'incontro con l'emissario della setta: Benigno da Frittole prende contatti con il locale Maestro Templare Paolo Emilio Percivale, alla Rocca di Brancaleone e gli illustra la probabile grave situazione della setta radicata nella sua città, non senza causare allarme e preoccupazione nell'animo del nobile Cavaliere del Tempio.
Padre Bastiano, nel frattempo, valuta se non gli convenga tornare via treno alla sua Rimini, per equipaggiarsi al meglio in vista dei possibili rischi derivanti dall'incontro con i membri della setta...
San Vitale, Ravenna

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