Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 22 dicembre 2010

Alla Fattoria Belisardi

La casa colonica della Fattoria Belisardi,
poco fuori dalle mura cittadine di Rimini

Dopo qualche consueto giorno trascorso tra l’imprescindibile periodo di cura alla Misericordia di Via Ducale, i loschi traffici commerciali all’Emporio di Sante Baldelli e visite alle sedi dell’Inquisizione, della Rocca Templare e al vescovado, i nostri si riuniscono e decidono più o meno di comune accordo a animati alcuni da nobile spirito di solidarietà, altri dal miraggio dell’ennesimo lavoretto ben remunerato, di recarsi presso il podere, ora luogo di abbandono e di Morti, dove un tempo era la prospera Fattoria Belisardi, poco fuori dalle mura cittadine, al fine di bonificare la zona e restituirla al legittimo proprietario, ora confinato all’Albergo Aquila d’Oro, il fattore Alessio Belisardi e la sua famiglia.
Giunti sul posto guidando il loro vetusto ma fido autocarro Fiat il gruppo trova l’ampio podere in stato di evidente abbandono, essendo infatti da almeno 7-8 mesi che il fattore è stato costretto alla tragica fuga da casa, sotto l’attacco di un folto e famelico gruppo di cadaveri ambulanti…
La stranezza è che nel piazzale antistante la casa colonica sono evidenti diversi pezzi di cadaveri frementi, probabile indice di presenza di vivi nei pressi o all’interno dell’abitazione.
Durante le fasi esplorative del podere notano anche la presenza sia dei mezzi marcatamente della Fattoria, sia di altri due veicoli, una moto e un’automobile parcheggiati sul fianco della casa.
Ma mentre ragionano sul da farsi vengono avvisati a male parole dai nuovi occupanti abusivi della fattoria e gli viene intimato di andarsene sparando anche un colpo di fucile come funesto avvertimento. Inoltre dai pascoli, dal frutteto e dal vigneto antistanti iniziano ad emergere losche e barcollanti figure riconoscibili come Morti; fra queste spicca per velocità e urla temibili il cadavere semi nudo di una donna, la quale, brandendo due lunghi coltelli è subito addosso ai nostri.
Lo scontro non è dei più semplici e nonostante la donna venga alla fine mutilata più volte e resa inoffensiva, come altri sopraggiunti, lenti, cadaveri, lo sfortunato Padre Bastiano è oggetto delle sue “particolari attenzioni” e viene morso ferocemente alla fronte e ad una spalla, accusando ampie ferite sanguinanti e quasi mortali.
Il gruppo scegli quindi controvoglia di battere in ritirata, pensando bene di salvaguardare la vita del loro “condottiero”: la stampa locale infatti, essendo costituita univocamente dai frati inquisitori agostiniani, fornisce sempre grande risalto alle imprese del gruppo al servizio di Sua Eccellenza ma falsa leggerissimamente la verità per incentrare le imprese sulla figura dell’Inquisitore Bastiano, descritto come leader indiscusso del gruppo e denigrando allo stesso tempo l’opera di Fratello Remigio, Templare Errante, non tenendolo affatto in considerazione… ma questa è la libertà di stampa concessa in una piccola provincia alla periferia del Sanctum Imperium…
Passano altri 8 lunghi giorni durante i quali Fra Bastiano si rimette in forze ma accusa una inquietante cicatrice sulla fronte e gli altri alloggiano all’Albergo Aquila d’Oro, eccezion fatta per Fratello Remigio che presta servizio presso la Rocca Templare di Castel Sismondo addestrando i novizi; inoltre “vipera” Di Berra pensa bene, oltre a continuare costantemente le sue tratte all’Emporio, di far “blindare” il loro autocarro Fiat dal fabbro Stargiotti con delle grate in metallo applicate sulle parti vetrate.
Armati di coraggio e determinazione i nostri tornano alla carica verso il podere Belisardi; questa volta tentano di agire in sinergia fra loro ma la presenza di un ulteriore donna morta che si aggira nei locali accessori della fattoria e l’indisponenza degli occupanti della casa colonica che passano presto dalle male parole ai colpi di fucile, fa si che la loro azione si riduca in pratica ad un assalto frontale.
Anche questa volta le potenti doppiette a canne mozze dei due Cacciatori del gruppo fanno la differenza e ad uno a uno i rifugiati cadono e vengono macellati a dovere, come di consueto…
I nostri quindi, riportando solo lievi ferite di striscio, fanno un ricco bottino di armi da fuoco e munizioni e per una volta senza l’ombra della lunga mano della chiesa a sottrargliele… a meno che il Sotium Padre Bastiano, loro “capo”, non decida che sia il caso di aumentare ulteriormente le proprie credenziali confiscando il tutto in nome della Santa Inquisizione…

2 commenti:

  1. Padre Bastard... mmmm... Bastiano, non farà storie stavolta... o lo aspetta la gogna.

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  2. Ehm.. Fra Bastiano immagino sarebbe molto equo nel giudicare se stesso..hahah.. Tanto gli Inquisitori sono sempre in perversa combutta con Notai, Avvocati, Vescovi, Cardinali, Papi, Giudici e affini.. e mi sa che la gogna o più probabilmente l'impalamento è già in piazza Giulio Cesare che aspetta, una per te e una per Morandi.. hahaha.. occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio..!

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