La fotografia trovata presso un ufficio dell'ospedale |
Per prima cosa Fratello Michele tenta di uscire dal portone
d’ingresso dell’ospedale, da dove sono entrati, trovandolo chiuso.. poi Fra
Fausto guarda fuori da una finestra, nell’oscurità.. e con un certo disagio si
accorge che dove dovrebbe trovarsi il piazzale adiacente all’ingresso è invece
presente un ulteriore corpo di fabbrica dell’ospedale, confondendo oltremodo
tutta la grottesca e paradossale situazione..
Con l’obiettivo di capire qualcosa di più del luogo ove ora
si trovano, i nostri si dirigono alla cerca di una stanza che possa dare l’idea
di essere stata una sorta di ufficio amministrativo dell’ospedale.. e dopo
alcuni minuti i nostri, fortunosamente, vi si ritrovano.
Quivi possono scrutare molteplici cartelle di pazienti,
libri di medicina e parecchie foto appese alle pareti.. foto che ritraggono
medici in fasi operatorie.. esaminandole attentamente, Padre Bastiano e Fra
Fausto azzardano che potrebbero essere interventi finalizzati alla drastica pratica
della lobotomizzazione su alcuni malati..
Continuando, con un filo sempre crescente di tensione,
quella buia esplorazione, il gruppo intravede davanti a se il passaggio di una
figura vestita con un camice da ospedale, che transita da una porta all’altra,
camminando lentamente..
I nostri si armano di coraggio e non solo e varcano quella
porta: intravedono una figura inginocchiata a terra e tremante.. avvicinandosi
e illuminandolo meglio scorgono in lui i connotati di frate Goffredo Usteboge..
ma nulla ricorda la fierezza e la pericolosità dell’ex inquisitore.. egli ora
porta evidenti sulle tempie i segni insanguinati di una recente lobotomia.. lo
sguardo vacuo.. solo un mormorio sconnesso dalle sue labbra.. irriconoscibile..
I nostri decidono di ammanettare il malcapitato e portarlo
con loro; ma a questo punto Fra Fausto avverte con il suo sesto senso un
pericolo malevolo presente nella porta di fronte..
Fratello Michele apre la porta.. si intravede, in un angolo
della stanza, la figura di una donna, singhiozzante, camice da paziente,
voltata di spalle.
Michele, con cautela, si avvicina a qualche metro da lei e
la chiama.. ella si volta, mostrando una faccia a metà fra un presagio di
morte, di sofferenza e di follia.. poi fissa il templare.. ed infine emette un
urlo stridulo e deformando innaturalmente i lineamenti del volto balza
all’attacco; tutti sono coinvolti nello scontro, difficoltoso.. perché questa
diabolica entità morde, stritola, urla e infligge puro dolore con il suo tocco,
oltre a causare orrore e paura con la sua voce innaturale..
Ma dopo un po’ il gruppo riesce a martoriare
irrimediabilmente la paziente.. e a salvarsi la pelle.
Si prosegue quindi con l’esplorazione dell’ospedale, ormai
certi che il peggio debba ancora arrivare.
Fausto è scosso nuovamente esente il male dietro una porta
alla sinistra del corridoio che si sta percorrendo.. qui Michele entra e vede
che vi sono due grandi vasche da bagno in disuso.. poi un attimo di buio, le
torce non illuminano più.. Fausto cade.. causa la sua eccessiva tensione
occulta ed emotiva.. e quando Padre Bastiano riaccende la torcia e riesce ad
illuminare nuovamente la stanza ci si accorge che Usteboge non è più presente e
che le due vasche ora appaiono orribilmente colme di un rosso liquido che
sembra proprio sangue.. un incubo.. al che Michele accende l’Expiator e
trafigge ripetutamente le vasche e il loro carnoso e misterioso contenuto..
forse dei corpi.. o forse, chissà..
In ogni caso, lasciata anche quella funestissima stanza il
gruppo percorre un interminabile corridoio.. qui si manifesta nuovamente
l’orrore: gigantesche e nere mani fuoriescono all’improvviso da pareti,
pavimento e soffitto e si accingono a stritolare il malcapitato di turno,
Fratello Romualdo.
Il Templare Michele questa volta indietreggia colto dal
panico, Padre Bastiano si accinge a colpire ripetutamente le mani e il Gesuita Fausto
mira e spara con il suo vetusto Bodeo, con risultati alterni.. mentre Romualdo
urla di dolore ad ogni stretta delle malevole mani..
Per fortuna Bastiano non fallisce i suoi attacchi e alla
fine il templare è libero, seppur stremato nel fisico.. e con l’armatura a
ormai quasi a brandelli..
Proseguendo, sempre con l’intento di recuperare la sacra
spada di Galgano, i nostri scorgono a terra una chiazza di sangue con quella
che sembra una lingua umana tagliata di fresco.. Fausto avverte il male nelle
vicinanze.. e Michele, spalancando una alla volta le limitrofe porte, viene
attaccato da un uomo, senza lingua, con il volto deformato malevolmente..
ennesima manifestazione del male..
Ennesimo duro scontro.. ed ennesima sofferta vittoria.
Dopo qualche altro minuto di percorrenza una densa nebbia si
manifesta in fondo al corridoio in fronte ai nostri: Fausto sente che oltre
quella nebbia Usteboge è presente.. ma in fin di vita e molto sofferente..
quindi ci si getta a capofitto nell’oscurità.. dopo la nebbia si trova una
porta, oltre la quale una grande stanza con una mezza dozzina di grosse catene
fissate alle pareti.. ad una di queste è legato per il collo Usteboge.. ma egli
è in fase di soffocamento.. e ad almeno 2 metri di altezza.. sollevato da una malvagia
forza paranormale ed invisibile..
Il gruppo tenta di liberarlo e spezza la catena,
riuscendoci.. ma quando Michele, da ultimo, si accinge ad uscire dalla stanza,
il male anima le catene e ad una ad una si fanno sotto e attaccano i nostri,
tentando si bloccarli, soffocarli e stritolarli.. ma per fortuna le possenti
armi a motore e le lame riescono ad avere ragione anche di queste ferrose e
diaboliche insidie…
Una delle "pazienti" incontrate |
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