Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 3 aprile 2013

"B E N V E N U T I"


La rotonda di Montisiepi



Mentre viene deliberato dal Santo Padre che sarà Fratello Benigno a tornare in terra d’Egitto per la seconda, delicata, ambasceria, onde rimediare in maniera tangibile la sbandierata amicizia del divino sovrano del Cairo per fronteggiare l’emergenza dell’imminente attacco germanico, rientra in gruppo Fra Fausto da Firenze, di ritorno dal capoluogo toscano, appunto.
Il gruppo, così rimpastato, deve quindi prodigarsi nel recupero della santa reliquia agognata sia da Sua Santità sia dal Gran Maestro Renato da Chianciano, sempre nell’ottica di avere per le mani un potente oggetto sacro contro la minaccia procurata dalla bellicosità del IV Reich.
Si parte quindi, via treno, per Siena e da lì si rimedia facilmente un carretto e due cavalli per viaggiare in direzione del complesso di San Galgano; il gruppo in città si informa presso i rispettivi ordini e viene tragicamente a conoscenza che pare sia stato nuovamente avvistato aggirarsi nelle campagne limitrofe il malevolo ed eretico Frate Goffredo Usteboge… sicuramente un problema in più..
Ma si parte.. ed il cocchiere di turno, ossia Fratello Michele da Bracciano, si dimostra alquanto maldestro ed in prossimità di un ponticello sul torrente Rosia il carretto si ribalta tragicamente.. causando danni sparsi ai passeggeri e rompendo definitivamente una delle ruote posteriori, rendendosi quindi inutilizzabile.
I nostri, sfiduciati, per forza di cose proseguono lentamente a piedi e con i due cavalli.. e dopo aver fronteggiato alcuni Morti Simplex senza troppa difficoltà, ma col timore che in campo aperto il pericolo sia comunque elevatissimo, si dirigono, per fronteggiare l’imminente nottata, verso uno dei vicini poderi abbandonati.. ma segnato con la consueta e beneaugurante croce bianca, simbolo templare di luogo sicuro.
L’indomani il gruppo marcia sul vicino paesino di Frosini, per rifocillarsi, rimediare un ulteriore carretto e scambiare 4 chiacchere con l’Excubitores di guardia e con il locale Parroco: tutti qui sono ancora scossi dal recente funesto passaggio di Padre Usteboge del giorno precedente.. l’eretico ha predicato e insultato la Chiesa romana e le autorità ecclesiastiche, come suo solito.. e poi ha ucciso col suo Requiem motorizzato uno dei due Excubitore come esempio per tutti i popolani, impauriti da quella figura terribile… infine pare essersi diretto verso Sud.
I nostri, meditando vendetta e giustizia contro quel losco figuro blasfemo, ripartono in direzione San Galgano.. Fra Fausto, con le sue ferventi preghiere mistiche, riesce a percepire che Usteboge probabilmente è anch’egli diretto a San Galgano.. forse per bramosia della santa spada.
Si giunge quindi in prossimità della Rotonda di Montisiepi, sede della reliquia: ma la triste realtà è che la roccia della spada è vuota e rovinata.. tutta la cappella è devastata e dissacrata.. eccezion fatta per l’affresco del Santo Galgano.. è più che probabile che il maledetto Usteboge abbia preceduto il gruppo e si sia impossessato della santa arma, dunque..
I nostri, ormai beffati, ripiegano quindi facendo rotta verso il vicino paesino di Monticiano, per passare la notte al sicuro: qui vengono tragicamente al corrente che l’eretico frate è stato in paese e ha lasciato il segno.. uccidendo anche qui un Excubitores.. ma questa volta brandendo una vecchia spada rugginosa (probabilmente quella del Santo Galgano…) dalla quale, alle invocazioni del frate, sono scaturite fiamme incendiarie che hanno incenerito il malcapitato giovane.
Il popolo quindi è rimasto impressionato e intimorito da quella morte “miracolosa” e si è prostrato ai piedi del folle Usteboge; ma per fortuna, il perspicace Padre semplice di Monticiano ha avuto l’astuzia di stuzzicare il folle frate, inneggiando alla sua grande fede e al suo potere divino.. e convincendo il frate e i suoi (un esiguo manipolo di fedeli) a partire per un impresa in difesa della Vera Fede, da sempre predicata dal folle eretico: infatti a pochi km da Monticiano sorge il vecchio, abbandonato e gigantesco Ospedale Psichiatrico di Casciano, da sempre oggetto di leggende e supposizioni di presenze spiritiche malevole al suo interno.
Ora, sfruttando questa radicata superstizione, il Parroco è riuscito a dirottare la furia dell’Usteboge proprio in questo luogo, chiedendo al “Santo” predicatore di bonificare con la sua fede quel luogo malevolo..
Il gruppo, quindi, parte alla volta del complesso ospedaliero abbandonato, sperando di colpire una volta per tutte l’eretico frate e di recuperare la santa spada di Montisiepi.
Ivi giunti i nostri scorgono alcuni cavalli, sicuramente degli uomini del frate.. oltre ad una tembile scritta in vernice rossa sulla porta di ingresso dell’ospedale: “Infernum est hic”, ovvero “L’Inferno è qui”.
Incuranti e baldanzosi i nosri entrano nel sanatorio, che si dimostra sin da subito di dimensioni esagerate, quasi un labirinto di corridoi e stanzoni in sequenza continua.
Fra Fausto percepisce qualcosa di strano.. vede e sente, da qualche parte dinnanzi a loro, una sedia a rotelle che gigola e si sposta da sola, senza nessuno intorno.. molto inquietante.
Il gruppo pensa bene di cambiare direzione nell’esplorazione.. ma le stanze e i corridoi continuano imperterriti..
Si decide, ormai giunto l’imbrunire, di passare la notte in una stanza ritenuta abbastanza sicura.. ma mentre Fratello Michele vi entra, da ultimo, sente come una mano sulla sua spalla, pur non vedendo anima viva dietro di se.. fenomeni paranormali...
La notte.. il riposo.. quando di veglia ci sono Padre Bastiano e Fratello Romualdo accade che l’oscurità li coglie di sorpresa, facendoli cadere addormentati.. al risveglio la consapevolezza dell’orrore accaduto: ognuno dei nostri ha al polso un cartellino con il proprio nome e la data di nascita, come se fossero pazienti della struttura ospedaliera.. e inoltre Bastiano lamenta dolori alla schiena.. dove Fra Fausto vede con orrore che gli è stata incisa sulla pelle,con una lama, la parola “ B E N V E N U T I ”..  e come se non bastasse le provviste di cibo sono marcite e piene di vermi.. e seppur dovrebbe essere l’albeggiare, dalle finestre non si vede la consueta luce del mattino ma solo una impenetrabile oscurità.. e tutto ciò, ovviamente, non fa presagire ai nostri nulla di buono...




L'ospedale psichiatrico di Casciano




Nessun commento:

Posta un commento