Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

mercoledì 20 marzo 2013

Dubbi ed enigmi



La funesta Città Senza Nome si dimostra più ostica di ogni previsione; quivi infatti brulicano Morti famelici e più e più volte i nostri sono costretti alla sanguinosa pugna per salvarsi la vita..  senza dimenticare che, sempre sotto la sferza del gelido vento sabbioso, le intricate vie e le basse costruzioni della città sembrano mutare in continuazione la loro geometria.. al fine di disorientare e confondere oltre modo il gruppo.
Tutto questo sino a che Fratello Benigno, sempre guardato con sospetto dagli altri per via della presunta influenza che pare stia avendo la maledetta pagina sulla sua mente, sembra scorgere una sorta di collina, di duna sabbiosa rialzata, sulla cui sommità si ergono frastagliate e scure rocce; l’interesse del gruppo viene subito catalizzato da questa novità e ci si dirige tutti quanti velocemente là in cima.
Qui, fra rocce e sabbia, si nota una specie di fenditura nel terreno, larga circa due metri, da dove parte e scende una ripida scalinata in pietra, a fianco della quale fa bella mostra di se una roccia rozzamente scolpita, similmente a quella veduta in precedenza, con lineamenti umani distorti e inquietanti, segno inequivocabile dell’avvicinarsi al luogo ove dovrebbe essere custodito il temuto Al-Azif, il Necronomicon tanto bramato dal divino Ramesse III.
E proprio dalle profondità di questa fenditura sembra provenire e nascere il gelido vento tempestoso che sin dall’ingresso in questa malevola città ha flagellato i nostri; mentre Fratello Michele quasi inizia la sua discesa, Benigno ha un improvviso attacco di panico.. non vuole scendere la sotto.. anzi, si allontana.. e quindi Fratello Romualdo tenta di farlo rinsavire in fretta, mentre il templare Michele e uno scettico Padre Bastiano iniziano a scendere le scale.
Dopo qualche minuto il gruppo si trova riunito: la discesa fa perdere il senso dello scorrere del tempo.. sembra di scendere per ore, forse giorni.. senza arrivare da nessuna parte.. ma dopo aver constatato per una volta ancora l'insana eccitazione e la frenetica discesa di Benigno, sempre più preso dalla sua blasfema pagina, dopo almeno un paio d’ore finalmente si giunge ad una claustrofobica stanzetta sotterranea.
Qui i nostri trovano una piccola porticina alta si e no un metro, che conduce ad un angusto cunicolo, percorribile presumibilmente soltanto carponi.
Le paure si sommano in tale situazione.. il cunicolo è claustrofobico e buio.. e lungo.. ora è Romualdo a non reggere.. e sviene.. ed anche Michele sembra restio ad entrare in quella trappola perfetta.. ma dopo ennesime prediche e rassicurazioni reciproche, i nostri iniziano a percorrere il cunicolo.. passano i minuti, lunghi come ore.. dopo un quarto d’ora nuove crisi e paure sferzano le labili menti dei nostri, ora bloccati in quel folle percorso dal quale ormai sembra impossibile fare ritorno..
E con disumano sforzo di volontà il gruppo alla fine serra i ranghi e giunge al termine di questo infausto tunnel per ritrovarsi in una ennesima piccola stanzetta di 3x3 m dove spiccano due elementi: un sarcofago in pietra grezza ed una porta di metallo decorata con strani simboli.
La luce delle torce dei nostri illumina una scritta sul fianco del sarcofago, scritta in varie lingue fra le quali, da ultima, il latino..

“Sono il Servo Giusto più Glorioso,
Sulla lapide della mia prigione scrivo ora l'avvertimento
nella lingua del passato, del presente e del futuro.
Nel silenzio della morte, la venuta dei Crociati guidati dall'Ibis attendo.
Del libro sono il custode e da un tempo remoto provengono le mie ossa.
Alla sua follia la mia mente è sopravvissuta,
solo 29 imitarmi potranno, gli altri 42 non potranno seguirmi.
Voi che nel 13° anno giungete nella Città Senza Nome,
non sollevate questa pietra, sotto la quale io vi attendo.”

I nostri quindi ben comprendono quale sia il rischio che molto probabilmente si cela sotto quel sarcofago.. e per il momento decidono di aspettare.. concentrandosi ad esaminare la strana porta in metallo decorata con quel che sembra un pentacolo e con delle pietre dipinte a guisa di simboli astronomici.. sul cui stipite sta scritto (in varie strane lingue ed anche il latino…):

“Oltre me si raggiungono i Tre Re in Terra e la Città si abbandona con salvezza di corpo e anima.
Solo un uomo completo può però passare oltre la mia soglia: chi da un lato domina la mente e dall'altro abbraccia le passioni, mentre dall'alto della sua testa egli costantemente guida gli opposti impulsi.”

Al che, fra vari ragionamenti e congetture più o meno corrette, solo molti dubbi ed enigmi tengono fin troppo occupata la già martoriata mente dei nostri…

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