Dopo la funesta esplosione della mina i secondi scorrono veloci, ognuno dei nostri tenta di rimettersi in sesto e si toglie le parti di protezioni e armatura roventi, ormai inutilizzabili, distrutte… e nel frattempo il cadavere del fu Remigio lentamente, con le interiora fuoriuscite in gran parte dal ventre, comincia a rialzarsi e a barcollare verso il più vicino degli ex compagni, Fratello Michele da Bracciano, il quale fra una dolorosa preghiera e un fendente di spadone templare riesce e dare nuovamente riposo al compare da poco Risvegliatosi, prendendo con se la sua spada con sigillo templare, da riportare al Maestro della Rocca riminese.
Superato velocemente il trauma della perdita del templare, il gruppo decide per applicare lunghe e complesse strategie per ipotizzare un percorso sicuro, dovendo uscire indenni dall’ipotetico campo minato: passano un paio d’ore fra tentativi beceri che comunque portano ad una completa mancanza di esplosioni e quindi i nostri sono salvi… anche perché molto probabilmente la mina esplosa era l’unica, un caso isolato e non un vero campo minato.
Superato a piedi il tortuoso il Passo del Giogo, i nostri continuano a camminare fino ad avere i piedi come zampogne per molte ore fino a giungere in prossimità di Marradi. Qui scorgono subito che è in atto un attacco di Morti, almeno un paio di dozzine. Vedono chiaramente che a difendere Marradi ci sono un pugno di Excubitores coadiuvati da un Prete oltre alla bianca figura rosso-crociata di un Templare armato di spada. Il gruppo pensa bene di dare una mano e tra le granate di Ettore e i fendenti di Fratello Michele in breve tempo si fanno a pezzi tutti i cadaveri ambulanti.
Nasce quindi spontaneo un grido di gioia e di vittoria, il gruppo accoglie con se il nuovo Fratello Templare, Benigno da Frittole (paesello vicino a Bologna) il quale col suo cavallo si sta dirigendo verso Ravenna e accetta di percorrere la strada insieme, almeno per ora...
Inoltre il gestore dell’unica locanda del luogo, Loriano Teppi, li invita a bere e mangiare da lui: l’oste toscano rivela che sulla strada di Marradi sono passate nelle ultime 2 settimane sia dei soldati americani sia una coppia su una Moto Guzzi rossa…
Passata la notte, l’indomani, all’alba, rimediato un carro con 2 cavalli, il gruppo riparte in direzione Faenza: poco prima di arrivare al disabitato paese di Fognano scorgono in una scarpata il cadavere risvegliato di un francescano, forse vittima di banditi…
Un km più avanti vedono segni di un possibile incidente della Moto Guzzi rossa, oltre ad un pezzo del suo parafango, vicino ad una pianta… inoltre Padre Rivolta riesce a individuare molte tracce di passi che si inerpicano in uno stretto e tortuoso sentiero che si snoda nella boscaglia; percorrendolo giungono al limitar di una radura, oltre la quale sorge un casolare fatiscente dal quale provengono grida e schiamazzi.
Mentre i nostri tentato di avvicinarsi di soppiatto, vengono inesorabilmente scoperti e accolti da alcune fucilate e da un attacco al completo dei banditi i quali fuoriescono subito dal loro covo, armati e palesemente arrabbiati.
Lo scontro tuttavia è abbastanza indolore per il gruppo che ne fa a pezzi 3 su 5 riportando solo lievi ferite: gli altri 2 vengono arrestati, insieme ad una donna e a diversi bambini, figli di questa disgraziata e violenta famiglia.
Inoltre vengono rinvenuti nel covo diversi oggetti di valore, bottino dei briganti, fra i quali anche una maschera da demone femminile e un paio di gemelli con gli occhi di serpente: infatti nello scantinato è imprigionata la donna che era sulla moto, colpita da uno sparo dei banditi, catturata, legata e seviziata per ore… il cui documento dice che si chiama Alessandra Iaconi di Firenze… forse in fuga con un compare della setta blasfema sulle cui tracce stanno i nostri…
La donna, gravemente ferita e in un folle stato febbrile, muore poche ore dopo…
I nostri quindi, riportano i banditi fatti prigionieri agli Excubitores di Marradi, fra le ovazioni del Prete e dei paesani presenti.
Poi ripartono e dirigono carro e cavalli verso Fognano, Brisighella e Faenza, città ormai abbandonate… dai vivi e molto probabilmente anche dai Morti.
Qui si accampano e trascorrono la notte in tranquillità, ma sempre con un occhio chiuso e uno aperto, perché in questi posti e di questi tempi non si sa mai…
Il giorno successivo, fatti pochi km, i nostri scorgono del fumo, probabilmente di un accampamento: sono i famigerati e super equipaggiati Cacciatori di Morti che rispondono agli ordini del celeberrimo sergente afro-americano John King. Il gruppo viene accolto benevolmente dal sergente nero, il quale offre loro una tazza di limonata calda e riconosce Ettore Zonzini, aiutato a uscire da una brutta situazione molti mesi prima…
Si discute a lungo e alla fine King chiede al gruppo di aiutarlo nell’opera di bonifica dai Morti commissionata da un Padre Novellatore toscano relativamente ai vicini paesi di San Terenzio (dove fra l’altro è sito l’unico ponte agibile in zona per attraversare il fiume Lamone e proseguire in direzione Ravenna…) e Sant’Elisa.
I nostri, ovviamente, accettano…
Superato velocemente il trauma della perdita del templare, il gruppo decide per applicare lunghe e complesse strategie per ipotizzare un percorso sicuro, dovendo uscire indenni dall’ipotetico campo minato: passano un paio d’ore fra tentativi beceri che comunque portano ad una completa mancanza di esplosioni e quindi i nostri sono salvi… anche perché molto probabilmente la mina esplosa era l’unica, un caso isolato e non un vero campo minato.
Superato a piedi il tortuoso il Passo del Giogo, i nostri continuano a camminare fino ad avere i piedi come zampogne per molte ore fino a giungere in prossimità di Marradi. Qui scorgono subito che è in atto un attacco di Morti, almeno un paio di dozzine. Vedono chiaramente che a difendere Marradi ci sono un pugno di Excubitores coadiuvati da un Prete oltre alla bianca figura rosso-crociata di un Templare armato di spada. Il gruppo pensa bene di dare una mano e tra le granate di Ettore e i fendenti di Fratello Michele in breve tempo si fanno a pezzi tutti i cadaveri ambulanti.
Nasce quindi spontaneo un grido di gioia e di vittoria, il gruppo accoglie con se il nuovo Fratello Templare, Benigno da Frittole (paesello vicino a Bologna) il quale col suo cavallo si sta dirigendo verso Ravenna e accetta di percorrere la strada insieme, almeno per ora...
Inoltre il gestore dell’unica locanda del luogo, Loriano Teppi, li invita a bere e mangiare da lui: l’oste toscano rivela che sulla strada di Marradi sono passate nelle ultime 2 settimane sia dei soldati americani sia una coppia su una Moto Guzzi rossa…
Passata la notte, l’indomani, all’alba, rimediato un carro con 2 cavalli, il gruppo riparte in direzione Faenza: poco prima di arrivare al disabitato paese di Fognano scorgono in una scarpata il cadavere risvegliato di un francescano, forse vittima di banditi…
Un km più avanti vedono segni di un possibile incidente della Moto Guzzi rossa, oltre ad un pezzo del suo parafango, vicino ad una pianta… inoltre Padre Rivolta riesce a individuare molte tracce di passi che si inerpicano in uno stretto e tortuoso sentiero che si snoda nella boscaglia; percorrendolo giungono al limitar di una radura, oltre la quale sorge un casolare fatiscente dal quale provengono grida e schiamazzi.
Mentre i nostri tentato di avvicinarsi di soppiatto, vengono inesorabilmente scoperti e accolti da alcune fucilate e da un attacco al completo dei banditi i quali fuoriescono subito dal loro covo, armati e palesemente arrabbiati.
Lo scontro tuttavia è abbastanza indolore per il gruppo che ne fa a pezzi 3 su 5 riportando solo lievi ferite: gli altri 2 vengono arrestati, insieme ad una donna e a diversi bambini, figli di questa disgraziata e violenta famiglia.
Inoltre vengono rinvenuti nel covo diversi oggetti di valore, bottino dei briganti, fra i quali anche una maschera da demone femminile e un paio di gemelli con gli occhi di serpente: infatti nello scantinato è imprigionata la donna che era sulla moto, colpita da uno sparo dei banditi, catturata, legata e seviziata per ore… il cui documento dice che si chiama Alessandra Iaconi di Firenze… forse in fuga con un compare della setta blasfema sulle cui tracce stanno i nostri…
La donna, gravemente ferita e in un folle stato febbrile, muore poche ore dopo…
I nostri quindi, riportano i banditi fatti prigionieri agli Excubitores di Marradi, fra le ovazioni del Prete e dei paesani presenti.
Poi ripartono e dirigono carro e cavalli verso Fognano, Brisighella e Faenza, città ormai abbandonate… dai vivi e molto probabilmente anche dai Morti.
Qui si accampano e trascorrono la notte in tranquillità, ma sempre con un occhio chiuso e uno aperto, perché in questi posti e di questi tempi non si sa mai…
Il giorno successivo, fatti pochi km, i nostri scorgono del fumo, probabilmente di un accampamento: sono i famigerati e super equipaggiati Cacciatori di Morti che rispondono agli ordini del celeberrimo sergente afro-americano John King. Il gruppo viene accolto benevolmente dal sergente nero, il quale offre loro una tazza di limonata calda e riconosce Ettore Zonzini, aiutato a uscire da una brutta situazione molti mesi prima…
Si discute a lungo e alla fine King chiede al gruppo di aiutarlo nell’opera di bonifica dai Morti commissionata da un Padre Novellatore toscano relativamente ai vicini paesi di San Terenzio (dove fra l’altro è sito l’unico ponte agibile in zona per attraversare il fiume Lamone e proseguire in direzione Ravenna…) e Sant’Elisa.
I nostri, ovviamente, accettano…
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