Palazzo del Podestà e dell'Arengo, Piazza Cavour, Rimini centro,
sede della Domus Populi degli Excubitores
L a ferita di “vipera” non si rivela poi così grave come sembrava in prima analisi (tante grazie al Karma...) e quindi i nostri cinque continuano la loro opera di bonifica in quel del Borgo San Giuliano. Entrano in sequenza nei restanti tre edifici ad un piano a loro indicati e si limitano a fare a pezzi qualche Morto non particolarmente feroce, incassando solo qualche piccola ferita e o infezione causata dagli immondi morsi degli abominevoli e putrescenti cadaveri ambulanti, eccezion fatta per lo sfortunato Padre Bastiano il quale accusa una grave ferita in quanto morso per ben due volte alla testa…
In due delle quattro abitazioni da bonificare vengono rinvenute lettere o parti di lettere, importanti indizi (in seguito consegnati prontamente a Don Arturo, portavoce di Sua Eccellenza al vescovado riminese); una prima lettera pare essere la testimonianza di una donna suicida, tale Elide Canarecci, facente parte, forse, di una setta eretica denominata “Anime Candide”, probabilmente implicata nei delitti collegati al rapimento dei bambini mentre la seconda lettera, a firma di un certo Yuri, indirizzata presumibilmente alla sua fidanzata Sofia, ora Morta, fornisce indicazioni su una probabile operazione criminosa, con presa di ostaggi e rapina annessa, terminata con il rifugio dei malviventi in quello che dovrebbe essere un ex ospedale o qualcosa del genere…
L’ultimo edificio da esplorare e bonificare è la Chiesa di San Giuliano: anche qui i nostri trovano rovina, oscurità e morte. Fanno a pezzi un discreto numero di cadaveri, tra i quali probabilmente anche colui che era il prete di San Giuliano ed in fine richiamano i due sacerdoti lasciati fuori dal pericoloso borgo e i loro aiutanti laici perché comincino le opere di restaurazione dell’edificio religioso.
Ritornano poi al vescovado per rendere conto dell’operato a Don Arturo al quale vengono consegnate anche le due lettere e come pattuito la metà degli scudi trovati in missione (a parte qualche spicciolo, munizione e una Beretta del ’34 che Vito “vipera” Di Berra ed Ettore Zonzini tengono segretamente e rischiosamente per loro, andando poi dal buon Sante Baldelli all'Emporio della Stazione del Dazio per le consuete, losche, tratte di armi e di preziosi, rari, proiettili…).
Il portavoce del Vescovo in ogni caso corrisponde al gruppo la somma pattuita per il buon esito dell’incarico (100 scudi papali a testa) e anticipa che farà esaminare gli indizi derivanti dalle lettere sia agli Excubitores sia ai suoi Inquisitori, per trarne alcune conclusioni.
Passa un’altra settimana, fra addestramenti all’uso della spada per alcuni e giorni passati in Misericordia per rimettersi in forze e curarsi dalle infezioni contratte per altri.
In seguito i nostri vengono ricontattati dal vescovado per un altro incarico, cui si deve far capo alla Domus Populi, caserma degli Excubitores (coloro che fino al 1944 si chiamavano Carabinieri...), sita in Piazza Cavour, ai palazzi dell’Arengo e del Podestà.
Qui il gruppo parla con Anna Gamberini, una bella Excubitor poco più che trentenne, la quale d’ora in poi terrà i rapporti fra loro e la Domus Populi; a gestire la caserma è Don Mario, un Padre Semplice, mentre il Portavoce degli Excubitores è Martino Ghinelli, entrambi fanno con piacere la conoscenza del valoroso gruppo.
L’incarico non è dei più semplici: è stata localizzata in quel dell’ex casa di cura Villa Assunta, ora in stato di abbandono ma comunque all’interno delle sicure mura cittadine e quindi senza l’immediata minaccia di Morti in circolazione, la sede della banda del famigerato bandito russo, operante da mesi nella zona della città di Rimini, Yuri Bogdanov.
Yuri è un ex militare della temibile Armata Rossa il quale dopo il Giorno del Giudizio, non riuscendo più a tornare in patria, ha deciso di fare “fortuna” nella zona del riminese allestendo un gruppo di banditi assoldando i peggiori farabutti locali e mettendosene a capo.
Il problema è che ora, dopo l’ennesima rapina, si è barricato a Villa Assunta ed ha un gruppo di ostaggi, la sfortunata famiglia Andreini.
Il compito affidato ai nostri dagli Excubitores sarà quello di liberare gli ostaggi e arrestare o eventualmente uccidere Yuri Bogdanov e ogni componente della sua banda, requisendo il probabile alto numero di armi, munizioni, benzina, mezzi e quant’altro in possesso dei malviventi per restituirlo alla Diocesi riminese che, senza alcun dubbio, ne farà buon uso ridistribuendone le ricchezze alla popolazione…
Ma oltre a ciò i nostri sono sempre attesi dallo sfortunato fattore Belisardi che aspetta con ansia la liberazione del suo podere fuori città…
Cosa decideranno di fare..?
In due delle quattro abitazioni da bonificare vengono rinvenute lettere o parti di lettere, importanti indizi (in seguito consegnati prontamente a Don Arturo, portavoce di Sua Eccellenza al vescovado riminese); una prima lettera pare essere la testimonianza di una donna suicida, tale Elide Canarecci, facente parte, forse, di una setta eretica denominata “Anime Candide”, probabilmente implicata nei delitti collegati al rapimento dei bambini mentre la seconda lettera, a firma di un certo Yuri, indirizzata presumibilmente alla sua fidanzata Sofia, ora Morta, fornisce indicazioni su una probabile operazione criminosa, con presa di ostaggi e rapina annessa, terminata con il rifugio dei malviventi in quello che dovrebbe essere un ex ospedale o qualcosa del genere…
L’ultimo edificio da esplorare e bonificare è la Chiesa di San Giuliano: anche qui i nostri trovano rovina, oscurità e morte. Fanno a pezzi un discreto numero di cadaveri, tra i quali probabilmente anche colui che era il prete di San Giuliano ed in fine richiamano i due sacerdoti lasciati fuori dal pericoloso borgo e i loro aiutanti laici perché comincino le opere di restaurazione dell’edificio religioso.
Ritornano poi al vescovado per rendere conto dell’operato a Don Arturo al quale vengono consegnate anche le due lettere e come pattuito la metà degli scudi trovati in missione (a parte qualche spicciolo, munizione e una Beretta del ’34 che Vito “vipera” Di Berra ed Ettore Zonzini tengono segretamente e rischiosamente per loro, andando poi dal buon Sante Baldelli all'Emporio della Stazione del Dazio per le consuete, losche, tratte di armi e di preziosi, rari, proiettili…).
Il portavoce del Vescovo in ogni caso corrisponde al gruppo la somma pattuita per il buon esito dell’incarico (100 scudi papali a testa) e anticipa che farà esaminare gli indizi derivanti dalle lettere sia agli Excubitores sia ai suoi Inquisitori, per trarne alcune conclusioni.
Passa un’altra settimana, fra addestramenti all’uso della spada per alcuni e giorni passati in Misericordia per rimettersi in forze e curarsi dalle infezioni contratte per altri.
In seguito i nostri vengono ricontattati dal vescovado per un altro incarico, cui si deve far capo alla Domus Populi, caserma degli Excubitores (coloro che fino al 1944 si chiamavano Carabinieri...), sita in Piazza Cavour, ai palazzi dell’Arengo e del Podestà.
Qui il gruppo parla con Anna Gamberini, una bella Excubitor poco più che trentenne, la quale d’ora in poi terrà i rapporti fra loro e la Domus Populi; a gestire la caserma è Don Mario, un Padre Semplice, mentre il Portavoce degli Excubitores è Martino Ghinelli, entrambi fanno con piacere la conoscenza del valoroso gruppo.
L’incarico non è dei più semplici: è stata localizzata in quel dell’ex casa di cura Villa Assunta, ora in stato di abbandono ma comunque all’interno delle sicure mura cittadine e quindi senza l’immediata minaccia di Morti in circolazione, la sede della banda del famigerato bandito russo, operante da mesi nella zona della città di Rimini, Yuri Bogdanov.
Yuri è un ex militare della temibile Armata Rossa il quale dopo il Giorno del Giudizio, non riuscendo più a tornare in patria, ha deciso di fare “fortuna” nella zona del riminese allestendo un gruppo di banditi assoldando i peggiori farabutti locali e mettendosene a capo.
Il problema è che ora, dopo l’ennesima rapina, si è barricato a Villa Assunta ed ha un gruppo di ostaggi, la sfortunata famiglia Andreini.
Il compito affidato ai nostri dagli Excubitores sarà quello di liberare gli ostaggi e arrestare o eventualmente uccidere Yuri Bogdanov e ogni componente della sua banda, requisendo il probabile alto numero di armi, munizioni, benzina, mezzi e quant’altro in possesso dei malviventi per restituirlo alla Diocesi riminese che, senza alcun dubbio, ne farà buon uso ridistribuendone le ricchezze alla popolazione…
Ma oltre a ciò i nostri sono sempre attesi dallo sfortunato fattore Belisardi che aspetta con ansia la liberazione del suo podere fuori città…
Cosa decideranno di fare..?
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