Sua Eccellenza Mons. Cristiano Valentini, Vescovo di Rimini, è contento di rivedere i suoi eletti nuovamente di fronte a lui, questa volta risanati dalla permanenza di una settimana in Misericordia.
Insieme al Vescovo di bianco vestito è presente un sacerdote, Don Arturo, suo fedele consigliere e funzionario, con il quale, d’ora in poi, i nostri avventurieri dovranno rapportarsi in quel del vescovado.
Insieme ai quattro compagni fuggiti dall’infernale disavventura di Cervia ora c’è un quinto elemento, un Cavaliere Templare.
Il Vescovo non perde tempo, narra in breve la situazione in cui versa la diocesi riminese e fa parlare Don Arturo per quanto concerne la trattazione economica dell’eventuale accordo di collaborazione fra il vescovado e gli avventurieri: in sostanza il vantaggioso contratto prevede 100 scudi a testa al termine di ogni missione andata a buon fine, metà della benzina e delle valute reperite (l’altra metà serve al vescovado…) più qualche extra da decidersi sul momento secondo l’infinita magnanimità di Sua Eccellenza; invece ogni arma, sia bianca sia da fuoco, ogni proiettili e tutti gli oggetti di valore dovranno essere consegnati in toto alla diocesi per ulteriori ricerche e accertamenti, diciamo così…
I nostri accettano “di buon grado” l’offerta di collaborazione e si fanno subito illustrare i dettagli della prima missione da portare a termine.
Scoprono che il loro compito è completare la liberazione del Borgo San Giuliano, giorni addietro parzialmente liberato dal contingente templare poi dirottato dal vescovado verso il pericoloso e infestato litorale marittimo…
Per i dettagli, ai nostri viene detto di recarsi presso la Rocca Templare cittadina, sita in quel di Castel Sismondo; qui parlano sia con l’austero Maestro Templare Augusto Morandi sia con il suo portavoce, Fratello Quinto, un Templare Adepto. Egli spiega che, oltre alla liberazione della zona centrale del borgo, la zona intorno alla chiesa, ora cautelativamente transennata con una robusta palizzata in legno, dovranno scortare due sacerdoti e 4 loro aiutanti laici i quali si dovranno insediare presso la chiesa per iniziare le opere di riparazione e di messa in sicurezza, necessarie dopo mesi passati sotto la barbarie dei Morti…
Si comincia.
Mentre i due Cacciatori, il Templare e il Frate si recano subito all’ultimo avamposto templare prima del borgo, sul Ponte di Tiberio, in attesa delle persone da scortare, il Sotium Bastiano si reca a far visita in quel del complesso monastico di Sant’Agostino, sede locale dell’Inquisizione; qui viene a conoscenza che i monaci stanno concentrando le loro indagini sugli insoliti rapimenti di fanciulli degli ultimi mesi e le relative stragi di famiglie… ma per ora il compito dei prescelti dal Vescovo riminese li porta a San Giuliano: ci sarà tempo e modo, forse, in futuro, per incarichi di tipo differente…
I nostri quindi decidono di far attendere i due sacerdoti e il loro personale al presidio templare sul Ponte Tiberio, mentre loro si recano pericolosamente all’interno della spartana palizzata che, in quel di San Giuliano, separa i vivi dai Morti…
All’interno devono in pratica esplorare e bonificare 4 edifici e la chiesa; entrano quindi nell’edificio più prossimo all’ingresso della palizzata.
La casa è abbandonata e in disordine, sporca, buia e con evidenti segni di secco sangue e odore di morte nell’aria…
Tutto sembra sotto controllo quando, all’improvviso, le loro torce elettriche illuminano un coltello trapassare una delle porte.. una volta, poi un’altra e un’altra…
Inizia lo scontro con una donna dai vestiti laceri, morta da tempo, armata di coltello serramanico; lo scontro sembra facile ma poco dopo un altro Morto appare sulla soglia di un’altra porta, un uomo con la testa in parte spappolata e marcia, armato di accetta.
Lo scontro si risolve per il meglio ma mentre Padre Pericoli si sta adoperando per curare le ferite di Padre Bastiano, l’unico lievemente ferito, un terzo cadavere fa capolino dall’esterno, con un’accetta in mano; viene fatto a pezzi con facilità ma il fato è sempre in agguato e succede che il Cacciatore Ettore Zonzini ferisce per errore con la sua spada, malamente, nello scontro, il suo compare, Vito “vipera” Di Berra. Il taglio sul collo che ne deriva è profondo, molto profondo… e zampilla sangue a intervalli regolari… ma per fortuna non è una ferita mortale, anche se comunque molto grave…
P. S. : rewind, diciamo che ci siamo fermati al momento in cui Ettore ferisce al collo "vipera"; ora egli, pur non avendo subito una ferita mortale che avrebbe permesso una prova di Distanza dalla Morte, può comunque effettuare una prova di Karma... potrebbe avere effetti molto meno dannosi se la supera positivamente... ma lo vedremo la prossima volta...
N. B. : per la prossima volta inoltre ho pensato di sperimentare il sistema semplificato, descritto nel manuale, applicandolo a certi tipi di combattimenti, tipo con i Morti più deboli e quando sono in numero decisamente inferiore a voi; si velocizza di un casino in quanto si estraggono solo Arcani Maggiori e si va di interpretazione dello scontro... si fa molto prima e si limitano sempre i danni per voi... infatti penso di usarlo solo negli scontri che sono palesemente facili per voi mentre in quelli con Morti o vivi più tosti restano le regole solite, più lento ma più dettagliato... che ne dite..? io proverei a far così giusto x velocizzare gli scontri più semplici e non perderci mezz'ora per ogni Morto Simplex... ciao, g
Insieme al Vescovo di bianco vestito è presente un sacerdote, Don Arturo, suo fedele consigliere e funzionario, con il quale, d’ora in poi, i nostri avventurieri dovranno rapportarsi in quel del vescovado.
Insieme ai quattro compagni fuggiti dall’infernale disavventura di Cervia ora c’è un quinto elemento, un Cavaliere Templare.
Il Vescovo non perde tempo, narra in breve la situazione in cui versa la diocesi riminese e fa parlare Don Arturo per quanto concerne la trattazione economica dell’eventuale accordo di collaborazione fra il vescovado e gli avventurieri: in sostanza il vantaggioso contratto prevede 100 scudi a testa al termine di ogni missione andata a buon fine, metà della benzina e delle valute reperite (l’altra metà serve al vescovado…) più qualche extra da decidersi sul momento secondo l’infinita magnanimità di Sua Eccellenza; invece ogni arma, sia bianca sia da fuoco, ogni proiettili e tutti gli oggetti di valore dovranno essere consegnati in toto alla diocesi per ulteriori ricerche e accertamenti, diciamo così…
I nostri accettano “di buon grado” l’offerta di collaborazione e si fanno subito illustrare i dettagli della prima missione da portare a termine.
Scoprono che il loro compito è completare la liberazione del Borgo San Giuliano, giorni addietro parzialmente liberato dal contingente templare poi dirottato dal vescovado verso il pericoloso e infestato litorale marittimo…
Per i dettagli, ai nostri viene detto di recarsi presso la Rocca Templare cittadina, sita in quel di Castel Sismondo; qui parlano sia con l’austero Maestro Templare Augusto Morandi sia con il suo portavoce, Fratello Quinto, un Templare Adepto. Egli spiega che, oltre alla liberazione della zona centrale del borgo, la zona intorno alla chiesa, ora cautelativamente transennata con una robusta palizzata in legno, dovranno scortare due sacerdoti e 4 loro aiutanti laici i quali si dovranno insediare presso la chiesa per iniziare le opere di riparazione e di messa in sicurezza, necessarie dopo mesi passati sotto la barbarie dei Morti…
Si comincia.
Mentre i due Cacciatori, il Templare e il Frate si recano subito all’ultimo avamposto templare prima del borgo, sul Ponte di Tiberio, in attesa delle persone da scortare, il Sotium Bastiano si reca a far visita in quel del complesso monastico di Sant’Agostino, sede locale dell’Inquisizione; qui viene a conoscenza che i monaci stanno concentrando le loro indagini sugli insoliti rapimenti di fanciulli degli ultimi mesi e le relative stragi di famiglie… ma per ora il compito dei prescelti dal Vescovo riminese li porta a San Giuliano: ci sarà tempo e modo, forse, in futuro, per incarichi di tipo differente…
I nostri quindi decidono di far attendere i due sacerdoti e il loro personale al presidio templare sul Ponte Tiberio, mentre loro si recano pericolosamente all’interno della spartana palizzata che, in quel di San Giuliano, separa i vivi dai Morti…
All’interno devono in pratica esplorare e bonificare 4 edifici e la chiesa; entrano quindi nell’edificio più prossimo all’ingresso della palizzata.
La casa è abbandonata e in disordine, sporca, buia e con evidenti segni di secco sangue e odore di morte nell’aria…
Tutto sembra sotto controllo quando, all’improvviso, le loro torce elettriche illuminano un coltello trapassare una delle porte.. una volta, poi un’altra e un’altra…
Inizia lo scontro con una donna dai vestiti laceri, morta da tempo, armata di coltello serramanico; lo scontro sembra facile ma poco dopo un altro Morto appare sulla soglia di un’altra porta, un uomo con la testa in parte spappolata e marcia, armato di accetta.
Lo scontro si risolve per il meglio ma mentre Padre Pericoli si sta adoperando per curare le ferite di Padre Bastiano, l’unico lievemente ferito, un terzo cadavere fa capolino dall’esterno, con un’accetta in mano; viene fatto a pezzi con facilità ma il fato è sempre in agguato e succede che il Cacciatore Ettore Zonzini ferisce per errore con la sua spada, malamente, nello scontro, il suo compare, Vito “vipera” Di Berra. Il taglio sul collo che ne deriva è profondo, molto profondo… e zampilla sangue a intervalli regolari… ma per fortuna non è una ferita mortale, anche se comunque molto grave…
P. S. : rewind, diciamo che ci siamo fermati al momento in cui Ettore ferisce al collo "vipera"; ora egli, pur non avendo subito una ferita mortale che avrebbe permesso una prova di Distanza dalla Morte, può comunque effettuare una prova di Karma... potrebbe avere effetti molto meno dannosi se la supera positivamente... ma lo vedremo la prossima volta...
N. B. : per la prossima volta inoltre ho pensato di sperimentare il sistema semplificato, descritto nel manuale, applicandolo a certi tipi di combattimenti, tipo con i Morti più deboli e quando sono in numero decisamente inferiore a voi; si velocizza di un casino in quanto si estraggono solo Arcani Maggiori e si va di interpretazione dello scontro... si fa molto prima e si limitano sempre i danni per voi... infatti penso di usarlo solo negli scontri che sono palesemente facili per voi mentre in quelli con Morti o vivi più tosti restano le regole solite, più lento ma più dettagliato... che ne dite..? io proverei a far così giusto x velocizzare gli scontri più semplici e non perderci mezz'ora per ogni Morto Simplex... ciao, g
P.P.S : per rispondere al dubbio di alex, da Wikipedia... "L'invenzione della motosega si deve al tedesco Emil Lerp che nel 1927, sul monte Dolmar in Turingia, dopo un lungo e faticoso periodo di ricerca, progettò e testò il primo prototipo di motosega. Questa motosega segnò l'inizio della svolta epocale per gli utilizzatori, nonostante pesasse 58 kg e dovesse essere utilizzata da almeno 2 persone contemporaneamente. È solo nel 1952 che compare la prima motosega "da singolo", segnando un ulteriore passo avanti per il trattamento del legno..."
Ottimo per entrambe le cose...
RispondiElimina