Campagna di Sine Requie Anno XIII nel Sanctum Imperium (e non solo) conclusa...
...ma di tanto in tanto si ritorna indietro...

giovedì 15 marzo 2012

“Il curato non se ne cura, il ragioniere non ragiona, Santo Paolo non perdona”

Santo Paolo

Fratello Benigno da Frittole forse in cuor suo non si aspettava di poter rimanere a colloquio privato con il decano padre Ferrino così su due piedi e quindi tentenna, cincischia e non riesce a instaurare un dialogo sullo scetticismo del vecchio parroco, in ogni caso sempre molto poco loquace.
Fatto sta che in breve tempo tornano tutti: Fra Fausto dalla confessione con Gualdo.. Bastiano, Ettore e Cosimiro insieme a quella pia donna di Maria.
Comincia la cena, molto frugale e ricca di discorsi teologici e sui motivi che hanno portato a Nardò i nostri.. fino a che Maria non ha uno dei suoi momenti di fede, di contatto diretto con il patrono Santo Paolo.. e così tende la sua mano tremula fino a sfiorare la spalla del vicino Ettore, mormorando “ Ecco, Santo Paolo ti ha guarito..” ed il Zonzini, scettico Cacciatore, inizialmente cerca quasi di allontanare in modo energico la donna… ma poi si tocca la spalla, leggermente ferita durante il viaggio e inizia a guardare sbigottito i suoi compagni… effettivamente pare che si senta meglio.. ed è piuttosto confuso su quanto accaduto.. incerto su cosa sia successo.. ma non più sicuro del fatto che la donna sia un’emerita cialtrona.. ed in effetti questo accadimento viene interpretato e commentato da tutti i presenti..
Cosimiro grida all’ennesimo miracolo così come Don Gualdo.. Ferrino annuisce in silenzio.. Bastiano inizia a porre il dubbio che la donna sia veramente una guaritrice.. e si interroga su eclatanti casi dibattuti da sempre dalla chiesa, come Giovanna d’Arco.. o Bernadette di Lourdes… chissà.. Ettore continua a massaggiarsi la spalla e a dire che si sente meglio mentre Fra Fausto e il Templare Benigno sembrano rimanere piuttosto scettici.
In ogni caso la cena si conclude, il gruppo non carpisce nessuna informazione sul gesuita scomparso e la sua equipe e i tre religiosi e Maria si ritirano a pregare per la grazia appena ricevuta.
Poi mentre Fausto parla con alcuni Excubitores presenti e Bastiano riaccompagna a casa la giovane Maria, Benigno insiste con Don Ferrino, offrendosi di accompagnare il malfermo prete nella sua stanza; in questa occasione il templare riesce finalmente a dialogare col parroco.
Egli conferma velatamente il suo scetticismo.. un anno fa chiamò anche l’Inquisizione per indagare sulla carismatica Maria e i suoi miracoli… ma il messo inquisitore venne, interrogò e se ne andò molto in fretta, lasciando tutto come prima.. a poche settimane dopo giunse in paese padre Cosimiro, il quale sembrò subito favorire e incentivare gli episodi di fede, o suggestione collettiva, che si sviluppavano sempre di più intorno a quella ragazza che diceva di parlare con San Paolo.. una strana coincidenza, secondo Ferrino..
In ogni caso Benigno chiede al prete di fingersi indisposto, cosicchè l’indomani sarà Fausto il Gesuita a prendere il suo posto per celebrare la funzione, per cercare di osservare da vicino Cosimiro durante la sua famigerata predica.
Nella notte tutti dormono tranquilli.. tranne proprio il Gesuita toscano, tormentato da visioni oscure, incubi vecchi e nuovi…
Alla mattina ci si prepara subito per la consueta e sentita messa, alla quale partecipa la quasi totalità di Nardò.
Fausto è dietro l’altare al fianco di Cosimiro e Gualdo, la gente si accalca per i primi posti, dove siede ovviamente Padre Bastiano; Ettore si aggira in fondo alla chiesa mentre Benigno sceglie di stare a gironzolare fuori per vedere se proprio tutti sono alla messa o qualcuno se la risparmia…
A parte qualche intoppo dovuto alla apparentemente insolita caduta a terra di un pesantissimo candelabro in metallo, si arriva alla agognata predica di Cosimiro: si parla di vera fede, di nuovi giusti, di fratellanza, comunione.. ma anche di impostori che siedono sui troni del potere della Chiesa e di Morti che non devono essere temuti dai giusti ma solo dagli empi…
La folla acclama ogni sua parola.. ma poi si alza in piedi Maria e con voce stridula, quasi innaturale, inizia una delle sue comunioni con San Paolo.. alle prime parole sia Bastiano sia soprattutto Fausto restano come impietriti dal terrore, forse vittime della tensione palpabile oppure di un delirio collettivo..
La giovane dice di essere San Paolo.. egli sta per giungere sulla terra.. e sarà benevolo con le persone pure di cuore... ma con le persone empie di peccati si dimostrerà come un terribile, vendicativo, distruttore… Santo Paolo non perdona…
Poi cade a terra e poco dopo si riprende, confusa…
La folla ora si spreca in grida di pentimento, miste a gioia.. una fervida fede mistica, preghiere e rosari collettivi di ringraziamento al santo e a Maria… tutta normale amministrazione qui a Nardò.
Nel frattempo Benigno si imbatte in uno dei pochi non presenti alla funzione, tale Renato Piscopo, un allevatore di polli che abita ai margini del paese.
Costui è palesemente una persona dal precario equilibrio mentale.. ossessionato dalle sue “belve”.. i gatti che gli divorano i polli di notte.. ma nella sua follia menziona alcuni rumori notturni provenienti dalle cantine.. dettaglio che non sfugge a Benigno… il quale pensa bene di andare ad esaminare la cripta del cimitero, ora adibita ad archivio di documentazione amministrativa e catastale, per cercare qualche riferimento a documentazione utile sui principali edifici cittadini.
Anche gli altri tre, dopo il trauma della funzione e di Maria, escono all’aperto e girovagano per Nardò.
Fausto va al forno, dove colloquia con la coppia che lo gestisce, altri due fanatici di Maria, miracoli, San Paolo, ecc. e nota che con loro c’è un povero derelitto, un uomo con un grave handicap, probabilmente un pesante ritardo mentale… la coppia lo tiene, definendolo una “povera pecorella smarrita”, da pochi mesi trovato alle porte del paese e qui accolto come un fratello…
Padre Bastiano invece nota che tra il paese e la montagna è presente una zona annerita del terreno, probabile sede di fuochi per bruciare sterpaglie, immondizia, Morti.. o anche Vivi.
Alla cripta Benigno riesce, in un paio d’ore di estenuante studio, a fare una curiosa scoperta: tra la 1° e la 2° guerra in paese vennero costruiti tutta una serie di tunnel e cunicoli sotterranei per motivi di sicurezza, una sorta di vera e propria città sotterranea.
Il templare preleva il faldone di documentazione e lo porta con se alla locanda, dove tutti, verso sera si ritrovano.
Qui si discute a lungo sulle varie informazioni..
Anche in questa indagine i nostri iniziano a sospettare che sia in atto una branca della Santa Inquisizione molto probabilmente corrotta... anche se Padre Bastiano sembra, ovviamente, dubbioso al riguardo..
Si rimembrano inoltre molte delle precedenti missioni, affidate al gruppo dagli alti prelati un po’ in tutto il Sanctum Imperium e oltre..
E si conviene che in effetti, al di la delle missioni più o meno dichiarate e o sbandierate, in fondo a loro sono sempre passati per le mani libri antichi, potenti, oscuri e proibiti.. poi sempre consegnati alle competenti autorità ecclesiastiche.. e quindi persi di vista.
Dal manoscritto del folle inquisitore Eymich, scritto con l’alchimista greco Lopulayos.. alla “Pseudomonarchia dei Demoni” della setta demonolatra attiva fra Firenze e Ravenna… al memoriale della “Saponificatrice di Correggio”, Leonarda Pansardi, con le sue ricette blasfeme a base di sangue umano, tratte dal “Gatto Pazzo”, folle libro di pozioni scritto in francese.. fino al recente “spartito rituale” austriaco, tanto agognato dalla diabolica Mano del conte Walbert di Castel Wagrain, per altro mai rinvenuto...
Che siano forse tutti collegati in qualche oscuro modo fra loro..? Oppure che ce ne siano altri sulla strada del gruppo..? E per quale motivo..? Mah…
In ogni caso i nostri esaminano anche congiuntamente i documenti della cripta: dopo un’altra lunga ora di studio i nostri riescono a mettere insieme mappe e documenti che, seppur incompleti, sembrano descrivere con chiarezza tre ingressi ai tunnel sotterranei: uno nella chiesa, uno da un accesso poco fuori Nardò e uno da una botola nella cantina di una casa vicino alle porte del paese.
Da qui proseguiranno probabilmente le loro nuove ricerche…

2 commenti:

  1. Ok. Finalmente mi sono messo alla pari col blog...che dire, complimenti!!!

    Non vedo l'ora di sapere che fine ha fatto l'ingegnere Timperi ;-)

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  2. Grazie..! Beh, forse ci sarà spazio anche per un suo clamoroso ritorno, in qualche maniera.. hahaha.. chissà.. ciao!

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