Rose Engl, contessa di Castel Wagrain
I nostri giungono, verso metà pomeriggio, in territorio straniero e precisamente alla stazione ferroviaria del Borgo di Bischofshofen, non lontano da Salisburgo, in territorio austriaco, nel cuore del IV Reich.
Questa è la loro ultima fermata; da qui in poi, per raggiungere la loro meta, Castel Wagrain, si dovrà procedere in altro modo.
La gente del Borgo si dimostra subito schiva, scontrosa, intimorita e irritata dalla palese presenza di italiani e per di più di un Vescovo, con i suoi Templari in armatura e il suo seguito.
Non è semplice nemmeno la più elementare comunicazione verbale in lingua tedesca e alla fine, dopo una breve trattativa, il gruppo riesce a malapena a noleggiare una carrozza a cavalli con uno svogliato cocchiere, convinto solo dalla cifra sfacciatamente elevata sborsata, senza troppe lamentele, dai seguaci dell’evidentemente agiato Vescovo di Bolzano, Mons. Peter Bartoli.
Il viaggio verso il maniero sarebbe di breve chilometraggio ma, sia per la strada malridotta, sia per la lentezza della carrozza e del cocchiere, i nostri giungono in prossimità di Castel Wagrain solo all’imbrunire.
E nel frattempo inizia una fitta nevicata… che va ad ispessire la già notevole coltre di neve che ricopre tutto l’ingresso del castello ed ogni altra cosa visibile intorno.
Il castello si presenta come una costruzione imponente ma in evidente stato di degrado.
Ha tre piani, il piano terra e il primo sono parzialmente illuminati, mentre il piano terzo appare completamente buio; a vista, nonostante la bufera di neve, si nota poi l’immenso giardino e il bosco privato che circondano praticamente a perdita d’occhio l’edificio da ogni lato.
Si nota anche che l’intera ala est del castello appare semi diroccata e con il tetto sfondato, probabilmente a causa degli ultimi eventi bellici.
Il maniero ha il suo ingresso fra da due possenti torrioni, dove un viottolo in selciato conduce alla porta principale della magione.
Qui il gruppo viene accolto, dopo brevi cerimonie d’etichetta per sincerarsi delle loro identità, dall’alto, calvo, baffuto, sessantenne maggiordomo Robert Schweiz, il quale li fa accomodare all’interno e li conduce subito al piano primo, alle loro stanze, dove si possono brevemente ristorare dal lungo viaggio, in attesa della cena, ormai prossima.
E’ opportuno sottolineare che, mentre il Vescovo di Bolzano, i due Templari Benigno e Michele e il Cacciatore Ettore si presentano senza celare la loro identità e quindi come un alto prelato con la sua scorta, Padre Bastiano si descrive come il segretario personale di Mons. Bartoli e Fra Fausto si presenta come una sorta di addetto stampa, un giornalista laico che, perseguendo il diritto di cronaca, vuole documentare ogni fatto riguardante l’importante asta.
Dopo una mezzora circa tutti vengono invitati a tavola, nel sontuoso salone al piano primo, per la cena: qui sono presenti tutti, sia gli abitanti, sia i domestici e sia gli ospiti di Castel Wagrain.
E quindi sono presenti in sala, nell’ordine: la contessa Rose Engl, l’attraente, bionda e giovane padrona di casa, poco più che ventenne, la sua domestica personale Jolàn Duchy, una bella ma dimessa ungherese circa venticinquenne, il maggiordomo tedesco Robert Schweiz e alcuni altri giovani camerieri che servono ai tavoli.
Oltre a loro e al gruppo dei nostri, sono presenti diversi ospiti invitati appositamente per l’asta.
C’è appunto il banditore d’asta Karl Schnaider, nobile viennese quasi settantenne, Thiade Peters, collezionista d’arte tedesco sulla quarantina, Elmira Richter, bella e ricca austriaca, poco più che trentenne, amica della contessa Rose.
Vi sono poi due famiglie invitate, la famiglia Kortig e i Kramer.
I Kortig sono una famiglia aristocratica di Kleinarl, piccolo paese limitrofo a Wagrain; il padre è Ismund, sulla cinquantina, la madre Theresia, bionda, di poco più giovane ed il figlio Hirnich, ventenne.
La famiglia Kramer è composta dalla madre Ingrid, cinquantenne e dalla figlia Dalila, una incantevole dama nordica, con al petto appuntata una evidente spilla della gioventù hitleriana femminile, una svastica circondata da rose.
Ed ovviamente ognuno degli ospiti si è presentato con almeno una guardia armata.
Oltre a ciò si aggira per la sala il grosso, tigrato e scorbutico gatto di casa, Otto.
Dopo un breve saluto e ringraziamento iniziale e solo un paio di portate, la contessa Rose si scusa ma si ritira nelle sua stanza, seguita da Jolan, lamentando stanchezza…
I nostri quindi proseguono con la cena… e nel dopo cena tentano di relazionarsi con gli altri: mentre Mons. Bartoli intrattiene blande conversazioni e i templari, con Ettore, fungono da mute guardie del corpo, Bastiano e Fausto sono coloro che tessono più degli altri i dialoghi con i presenti, scoprendo diverse e molteplici informazioni riguardo agli ospiti e alle loro aspettative e motivazioni che li hanno condotti all’asta.
Fra l’altro si viene a sapere che la contessa Rose è ancora molto scossa a causa della morte del padre, il conte Walbert Engl, avvenuta circa un anno fa; inoltre pare che la contessa abbia indetto l’asta a causa di probabili problemi finanziari, più o meno gravi…
La quale asta di protrarrà molto probabilmente per diversi giorni, fino al quasi totale esaurimento dei molteplici gioielli e opere d’arte messi al bando a partire dall’indomani mattina.
E la nottata passa più o meno tranquilla, escludendo le escursioni notturne di Fausto.. il quale incontra ben presto il maggiordomo Robert che lo riconduce, bonariamente (almeno per ora…) nella sua stanza…
La mattina seguente si parte verso le 10 con la prima, agognata, sessione d’asta; si susseguono vari oggetti di valore, fra i quali preziose sedie d’epoca, candelabri d’argento, carillon ispirati al Fantasma dell’Opera, gioielli, ecc. e iniziano i relativi primi acquisti da parte degli ospiti.
Poi alle 13 viene servito il pranzo; subito dopo Rose Engl si ritira nella sua stanza per riposarsi e comunica che la seconda sessione dell’asta avverrà alle 17; il maggiordomo Schweiz inoltre ribadisce che gli ospiti, nel frattempo, sono liberi di intrattenersi come preferiscono, eventualmente anche girando per il castello.. fatto salvo il divieto assoluto di accesso, per motivi di sicurezza, alle zone diroccate realtive all'ale est e al piano terzo dell'edificio, precluse quindi ad ognuno e con porte ben sbarrate. Robert infine ricorda che invece il giardino e il grande parco esterno (dove è presente anche la cripta funebre della famiglia Engl, ora in disuso...) non sono inaccessibili, ma ribadisce l'ovvia (anche se non certa) possibile presenza di Morti in questo esteso spazio aperto, ora, fra l'altro, flagellato da una intensa nevicata...
Questa è la loro ultima fermata; da qui in poi, per raggiungere la loro meta, Castel Wagrain, si dovrà procedere in altro modo.
La gente del Borgo si dimostra subito schiva, scontrosa, intimorita e irritata dalla palese presenza di italiani e per di più di un Vescovo, con i suoi Templari in armatura e il suo seguito.
Non è semplice nemmeno la più elementare comunicazione verbale in lingua tedesca e alla fine, dopo una breve trattativa, il gruppo riesce a malapena a noleggiare una carrozza a cavalli con uno svogliato cocchiere, convinto solo dalla cifra sfacciatamente elevata sborsata, senza troppe lamentele, dai seguaci dell’evidentemente agiato Vescovo di Bolzano, Mons. Peter Bartoli.
Il viaggio verso il maniero sarebbe di breve chilometraggio ma, sia per la strada malridotta, sia per la lentezza della carrozza e del cocchiere, i nostri giungono in prossimità di Castel Wagrain solo all’imbrunire.
E nel frattempo inizia una fitta nevicata… che va ad ispessire la già notevole coltre di neve che ricopre tutto l’ingresso del castello ed ogni altra cosa visibile intorno.
Il castello si presenta come una costruzione imponente ma in evidente stato di degrado.
Ha tre piani, il piano terra e il primo sono parzialmente illuminati, mentre il piano terzo appare completamente buio; a vista, nonostante la bufera di neve, si nota poi l’immenso giardino e il bosco privato che circondano praticamente a perdita d’occhio l’edificio da ogni lato.
Si nota anche che l’intera ala est del castello appare semi diroccata e con il tetto sfondato, probabilmente a causa degli ultimi eventi bellici.
Il maniero ha il suo ingresso fra da due possenti torrioni, dove un viottolo in selciato conduce alla porta principale della magione.
Qui il gruppo viene accolto, dopo brevi cerimonie d’etichetta per sincerarsi delle loro identità, dall’alto, calvo, baffuto, sessantenne maggiordomo Robert Schweiz, il quale li fa accomodare all’interno e li conduce subito al piano primo, alle loro stanze, dove si possono brevemente ristorare dal lungo viaggio, in attesa della cena, ormai prossima.
E’ opportuno sottolineare che, mentre il Vescovo di Bolzano, i due Templari Benigno e Michele e il Cacciatore Ettore si presentano senza celare la loro identità e quindi come un alto prelato con la sua scorta, Padre Bastiano si descrive come il segretario personale di Mons. Bartoli e Fra Fausto si presenta come una sorta di addetto stampa, un giornalista laico che, perseguendo il diritto di cronaca, vuole documentare ogni fatto riguardante l’importante asta.
Dopo una mezzora circa tutti vengono invitati a tavola, nel sontuoso salone al piano primo, per la cena: qui sono presenti tutti, sia gli abitanti, sia i domestici e sia gli ospiti di Castel Wagrain.
E quindi sono presenti in sala, nell’ordine: la contessa Rose Engl, l’attraente, bionda e giovane padrona di casa, poco più che ventenne, la sua domestica personale Jolàn Duchy, una bella ma dimessa ungherese circa venticinquenne, il maggiordomo tedesco Robert Schweiz e alcuni altri giovani camerieri che servono ai tavoli.
Oltre a loro e al gruppo dei nostri, sono presenti diversi ospiti invitati appositamente per l’asta.
C’è appunto il banditore d’asta Karl Schnaider, nobile viennese quasi settantenne, Thiade Peters, collezionista d’arte tedesco sulla quarantina, Elmira Richter, bella e ricca austriaca, poco più che trentenne, amica della contessa Rose.
Vi sono poi due famiglie invitate, la famiglia Kortig e i Kramer.
I Kortig sono una famiglia aristocratica di Kleinarl, piccolo paese limitrofo a Wagrain; il padre è Ismund, sulla cinquantina, la madre Theresia, bionda, di poco più giovane ed il figlio Hirnich, ventenne.
La famiglia Kramer è composta dalla madre Ingrid, cinquantenne e dalla figlia Dalila, una incantevole dama nordica, con al petto appuntata una evidente spilla della gioventù hitleriana femminile, una svastica circondata da rose.
Ed ovviamente ognuno degli ospiti si è presentato con almeno una guardia armata.
Oltre a ciò si aggira per la sala il grosso, tigrato e scorbutico gatto di casa, Otto.
Dopo un breve saluto e ringraziamento iniziale e solo un paio di portate, la contessa Rose si scusa ma si ritira nelle sua stanza, seguita da Jolan, lamentando stanchezza…
I nostri quindi proseguono con la cena… e nel dopo cena tentano di relazionarsi con gli altri: mentre Mons. Bartoli intrattiene blande conversazioni e i templari, con Ettore, fungono da mute guardie del corpo, Bastiano e Fausto sono coloro che tessono più degli altri i dialoghi con i presenti, scoprendo diverse e molteplici informazioni riguardo agli ospiti e alle loro aspettative e motivazioni che li hanno condotti all’asta.
Fra l’altro si viene a sapere che la contessa Rose è ancora molto scossa a causa della morte del padre, il conte Walbert Engl, avvenuta circa un anno fa; inoltre pare che la contessa abbia indetto l’asta a causa di probabili problemi finanziari, più o meno gravi…
La quale asta di protrarrà molto probabilmente per diversi giorni, fino al quasi totale esaurimento dei molteplici gioielli e opere d’arte messi al bando a partire dall’indomani mattina.
E la nottata passa più o meno tranquilla, escludendo le escursioni notturne di Fausto.. il quale incontra ben presto il maggiordomo Robert che lo riconduce, bonariamente (almeno per ora…) nella sua stanza…
La mattina seguente si parte verso le 10 con la prima, agognata, sessione d’asta; si susseguono vari oggetti di valore, fra i quali preziose sedie d’epoca, candelabri d’argento, carillon ispirati al Fantasma dell’Opera, gioielli, ecc. e iniziano i relativi primi acquisti da parte degli ospiti.
Poi alle 13 viene servito il pranzo; subito dopo Rose Engl si ritira nella sua stanza per riposarsi e comunica che la seconda sessione dell’asta avverrà alle 17; il maggiordomo Schweiz inoltre ribadisce che gli ospiti, nel frattempo, sono liberi di intrattenersi come preferiscono, eventualmente anche girando per il castello.. fatto salvo il divieto assoluto di accesso, per motivi di sicurezza, alle zone diroccate realtive all'ale est e al piano terzo dell'edificio, precluse quindi ad ognuno e con porte ben sbarrate. Robert infine ricorda che invece il giardino e il grande parco esterno (dove è presente anche la cripta funebre della famiglia Engl, ora in disuso...) non sono inaccessibili, ma ribadisce l'ovvia (anche se non certa) possibile presenza di Morti in questo esteso spazio aperto, ora, fra l'altro, flagellato da una intensa nevicata...
Jolàn Duchy, domestica personale della contessa Rose Engl
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