Napoli, Marzo 1958: il gruppo decide di partire alla volta dello sperduto paesino campano di San Sebastiano in Colle quanto prima anche perché i circa 160 km di distanza da Napoli da percorrere imporranno comunque una notte da passare in viaggio, in un territorio selvaggio, montuoso, boscoso, disabitato e non bonificato dai Morti come quello dell’entroterra lucano.
I nostri decidono di accettare il consiglio del Maestro templare napoletano D’Aiello, che ha suggerito loro di camuffarsi come un gruppo composto da due Soci inquisitori e tre conversi, per destare meno sospetti una volta giunti al paese.
Ettore si mette subito al volante del furgoncino in prestito dai templari ma a causa sia della strada impervia e ricca di tornanti in salita sia per la sua guida non proprio da manuale succede che dopo circa 80 tormentati km di viaggio il mezzo sbanda e finisce con le due ruote di sinistra in un fosso ai margini della stradina sterrata; e così mentre i due nerboruti templari Remigio e Michele tentano ripetutamente e con grande sforzo di rimettere il furgone in strada, Ettore rimane alla guida, sbagliando ancora diverse manovre e i due Soci stanno di vedetta… fatto sta che dopo lo spavento causato da un cane di passaggio, Padre Leonardo Rivolta vede distintamente un decomposto essere in avvicinamento: per fortuna il Morto non causa troppi problemi alle lame affilate dei due frati domenicani e in fine il gruppo riesce a ripartire.
La notte viene trascorsa, sempre su indicazione del Maestro D’Aiello, in una delle numerose case sparse che i templari, ritenendole sicure, segnano con una croce bianca sulla porta d’ingresso; all’interno trovano viveri e una doppietta e fra qualche chiacchera e una veloce medicazione al torace di Padre Leonardo, rimasto lievemente coinvolto nello scontro col Morto, si arriva all’alba del giorno dopo.
Passata qualche altra ora a bordo del furgone i nostri giungono in prossimità della palizzata difensiva che cinge il piccolo borgo di San Sebastiano e scorgono subito un nero fumo alzarsi dal centro abitato; all’ingresso Padre Bastiano si fa riconoscere e gli viene subito spalancato il cancello d’ingresso. Egli intuisce inoltre che il fumo altro non può essere che quello di un rogo umano… ad aprire il portone ligneo è un converso armato fino ai denti che indica subito la Piazza della Pietà come luogo dove i Padri inquisitori forestieri dovrebbero recarsi per avere informazioni su ciò che sta avvenendo nel paesino.
Il gruppo, giuntovi, vede avvampare le ultime fiamme sul corpo morente di una giovane ragazza: la folla morbosa sta a guardare, così come, da un piccolo palco, un folto gruppo di conversi e fra loro la torreggiante figura ammantata di un Inquisitore.
Dalla folla un uomo anziano, Luca, si fa avanti e, sconvolto, accusa il frate inquisitore di essere un assassino, avendo fatto bruciare sul rogo ingiustamente sua figlia Annaluce.
A quel punto l’inquisitore si fa avanti e ognuno dei nostri lo riconosce istantaneamente: si tratta del famigerato Padre Eymich, una sorta di leggenda vivente per l’inquisizione, un frate le cui indagini sono famose ma anche avvolte nel mistero, un uomo di cui molto si è detto e molto si è sentito dire… e di cui ognuno dei nostri ha una sua personale opinione: c’è anche chi lo ritiene un personaggio losco e forse radiato dalla stessa inquisizione… in ogni caso Leonardo e Bastiano garantiscono agli altri la grandezza di questo personaggio… o almeno così dicono…
In pratica Eymich fa subito sfoggio della sua oratoria e incarica il gruppo, riconosciuto come inquisitori erranti e conversi, di giudicare la questione: hanno una settimana di tempo per stabilire se il vecchio Luca, padre della presunta satanista Annaluce, abbia ragione o torto.
Eymich promette giustizia in ogni caso, punendo i colpevoli che i nuovi inquisitori giunti a San Sebastiano, dovranno giudicare e stabilire…
Il gruppo inizia così le sue indagini, non dimenticando in ogni caso il vero scopo della missione: scoprire che fine ha fatto il templare scomparso della Rocca di Napoli, Fratello Benedetto e capire chi, di fatto, si sia instaurato nel paese al posto dei precedenti Cacciatori di Morti che lo difendevano… e a giudicare da quanto visto per ora, probabilmente questi sono Frate Eymich e i suoi conversi…
I nostri parlano rispettivamente con i popolani, con il vecchio Luca, suo figlio Ernesto, fratello della povera Annaluce, il Padre semplice della Chiesa locale, Don Luciano e il Padre Castigatore Don Renzo: vengono a conoscenza di diversi elementi… Annaluce era una giovane problematica, con alle spalle il dramma di una madre che, morta e risvegliata, rischiò di ucciderla… inoltre pare che la ragazza girasse sovente di notte, in amicizia con molti Conversi… nella sua camera rinvengono tracce di sangue… Don Renzo, un pugno di ferro della fede, in piena sintonia con Eymich, rivela di aver personalmente trovato la giovane per strada, nuda, coperta di sangue, bestemmiante, con croci rovesciate e stelle a 5 punte incise sulla pelle… il religioso è stato subito dell’idea che lei si fosse carnalmente congiunta col demonio… e da qui al processo sommario e al rogo il passo è stato fin troppo breve…
Inoltre accade che, la notte stessa, mentre il gruppo si accinge a dormire alcuni conversi di ronda scoprono l’ennesimo accadimento blasfemo: sulla fiancata della chiesa è stata scritta col sangue una frase incompleta che inneggia ad una presunta vendetta di un anima in pena, con tanto di coinvolgimento di infanti… basta poco per accendere la superstizione in un piccolo paesino del sud… e subito si crea il panico… molta gente infatti crede che sia un segno che lo spirito della “strega” Annaluce sia tornato per uccidere e vendicarsi…
Come se non bastasse la mattina seguente alcuni boscaioli tornano in fretta a San Sebastiano raccontando a un paio di Conversi di aver trovato il cadavere di un bimbo steso nel bosco di faggi appena fuori dal borgo: anche il gruppo dei nostri vi si reca e può vedere il piccolo, già risvegliatosi come Mortuus Larvalis, muovere famelicamente le mandibole…
Aumenta maggiormente la tensione e la superstizione in paese… “Annaluce si prenderà i nostri figli..!” urlano alcune donne… e in questo clima non proprio idilliaco i nostri si trovano a dover proseguire le loro indagini…
I nostri decidono di accettare il consiglio del Maestro templare napoletano D’Aiello, che ha suggerito loro di camuffarsi come un gruppo composto da due Soci inquisitori e tre conversi, per destare meno sospetti una volta giunti al paese.
Ettore si mette subito al volante del furgoncino in prestito dai templari ma a causa sia della strada impervia e ricca di tornanti in salita sia per la sua guida non proprio da manuale succede che dopo circa 80 tormentati km di viaggio il mezzo sbanda e finisce con le due ruote di sinistra in un fosso ai margini della stradina sterrata; e così mentre i due nerboruti templari Remigio e Michele tentano ripetutamente e con grande sforzo di rimettere il furgone in strada, Ettore rimane alla guida, sbagliando ancora diverse manovre e i due Soci stanno di vedetta… fatto sta che dopo lo spavento causato da un cane di passaggio, Padre Leonardo Rivolta vede distintamente un decomposto essere in avvicinamento: per fortuna il Morto non causa troppi problemi alle lame affilate dei due frati domenicani e in fine il gruppo riesce a ripartire.
La notte viene trascorsa, sempre su indicazione del Maestro D’Aiello, in una delle numerose case sparse che i templari, ritenendole sicure, segnano con una croce bianca sulla porta d’ingresso; all’interno trovano viveri e una doppietta e fra qualche chiacchera e una veloce medicazione al torace di Padre Leonardo, rimasto lievemente coinvolto nello scontro col Morto, si arriva all’alba del giorno dopo.
Passata qualche altra ora a bordo del furgone i nostri giungono in prossimità della palizzata difensiva che cinge il piccolo borgo di San Sebastiano e scorgono subito un nero fumo alzarsi dal centro abitato; all’ingresso Padre Bastiano si fa riconoscere e gli viene subito spalancato il cancello d’ingresso. Egli intuisce inoltre che il fumo altro non può essere che quello di un rogo umano… ad aprire il portone ligneo è un converso armato fino ai denti che indica subito la Piazza della Pietà come luogo dove i Padri inquisitori forestieri dovrebbero recarsi per avere informazioni su ciò che sta avvenendo nel paesino.
Il gruppo, giuntovi, vede avvampare le ultime fiamme sul corpo morente di una giovane ragazza: la folla morbosa sta a guardare, così come, da un piccolo palco, un folto gruppo di conversi e fra loro la torreggiante figura ammantata di un Inquisitore.
Dalla folla un uomo anziano, Luca, si fa avanti e, sconvolto, accusa il frate inquisitore di essere un assassino, avendo fatto bruciare sul rogo ingiustamente sua figlia Annaluce.
A quel punto l’inquisitore si fa avanti e ognuno dei nostri lo riconosce istantaneamente: si tratta del famigerato Padre Eymich, una sorta di leggenda vivente per l’inquisizione, un frate le cui indagini sono famose ma anche avvolte nel mistero, un uomo di cui molto si è detto e molto si è sentito dire… e di cui ognuno dei nostri ha una sua personale opinione: c’è anche chi lo ritiene un personaggio losco e forse radiato dalla stessa inquisizione… in ogni caso Leonardo e Bastiano garantiscono agli altri la grandezza di questo personaggio… o almeno così dicono…
In pratica Eymich fa subito sfoggio della sua oratoria e incarica il gruppo, riconosciuto come inquisitori erranti e conversi, di giudicare la questione: hanno una settimana di tempo per stabilire se il vecchio Luca, padre della presunta satanista Annaluce, abbia ragione o torto.
Eymich promette giustizia in ogni caso, punendo i colpevoli che i nuovi inquisitori giunti a San Sebastiano, dovranno giudicare e stabilire…
Il gruppo inizia così le sue indagini, non dimenticando in ogni caso il vero scopo della missione: scoprire che fine ha fatto il templare scomparso della Rocca di Napoli, Fratello Benedetto e capire chi, di fatto, si sia instaurato nel paese al posto dei precedenti Cacciatori di Morti che lo difendevano… e a giudicare da quanto visto per ora, probabilmente questi sono Frate Eymich e i suoi conversi…
I nostri parlano rispettivamente con i popolani, con il vecchio Luca, suo figlio Ernesto, fratello della povera Annaluce, il Padre semplice della Chiesa locale, Don Luciano e il Padre Castigatore Don Renzo: vengono a conoscenza di diversi elementi… Annaluce era una giovane problematica, con alle spalle il dramma di una madre che, morta e risvegliata, rischiò di ucciderla… inoltre pare che la ragazza girasse sovente di notte, in amicizia con molti Conversi… nella sua camera rinvengono tracce di sangue… Don Renzo, un pugno di ferro della fede, in piena sintonia con Eymich, rivela di aver personalmente trovato la giovane per strada, nuda, coperta di sangue, bestemmiante, con croci rovesciate e stelle a 5 punte incise sulla pelle… il religioso è stato subito dell’idea che lei si fosse carnalmente congiunta col demonio… e da qui al processo sommario e al rogo il passo è stato fin troppo breve…
Inoltre accade che, la notte stessa, mentre il gruppo si accinge a dormire alcuni conversi di ronda scoprono l’ennesimo accadimento blasfemo: sulla fiancata della chiesa è stata scritta col sangue una frase incompleta che inneggia ad una presunta vendetta di un anima in pena, con tanto di coinvolgimento di infanti… basta poco per accendere la superstizione in un piccolo paesino del sud… e subito si crea il panico… molta gente infatti crede che sia un segno che lo spirito della “strega” Annaluce sia tornato per uccidere e vendicarsi…
Come se non bastasse la mattina seguente alcuni boscaioli tornano in fretta a San Sebastiano raccontando a un paio di Conversi di aver trovato il cadavere di un bimbo steso nel bosco di faggi appena fuori dal borgo: anche il gruppo dei nostri vi si reca e può vedere il piccolo, già risvegliatosi come Mortuus Larvalis, muovere famelicamente le mandibole…
Aumenta maggiormente la tensione e la superstizione in paese… “Annaluce si prenderà i nostri figli..!” urlano alcune donne… e in questo clima non proprio idilliaco i nostri si trovano a dover proseguire le loro indagini…
Annaluro', o Annaluce, è una gran gnocca vista la foto... ^_^... e lo dice uno che è pure impotente come personaggio.
RispondiEliminaSi, si.. pensate alle gnocche anzichè alle indagini... e finirete a fuoco lento.. oh oh hahaha..!
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